Fecondazione e nidazione sono i due momenti principali che conducono a una gravidanza e, quindi, alla nascita di una nuova vita. Quando la cellula uovo viene fecondata da uno spermatozoo si ha la formazione di uno zigote, ovvero di una cellula formata da 46 cromosomi, 23 dei quali ereditati dallo spermatozoo paterno e 23 dalla cellula uovo materna, che inizia a moltiplicarsi per suddivisioni cellulari; nel suo sviluppo lo zigote raggiunge le tube di Falloppio, fino all’utero, in un percorso che si chiama blastocisti. All’incirca tre giorni dopo la fecondazione l’embrione appare costituito da 12/16 cellule disposte in una struttura simile a una mora, al cui interno, al 5° o 6° giorno, si forma una cavità ripiena di liquido e si parla di stadio della blastocisti. In questa fase l’embrione risulta costituito da circa 100 cellule. Al suo arrivo nell’utero materno la blastocisti, ovvero lo zigote ormai in crescita, si annida, impiantandosi letteralmente nella parete dell’utero.

Se questo processo non avviene correttamente l’embrione non riesce a sopravvivere, perché non ha più sostanze nutritive a disposizione, dato che a questo punto ha già consumato le sue riserve energetiche “iniziali”, aumentando di dimensione e potendo perciò ricevere nutrimento solo dall’endometrio, un tessuto ricco di vasi sanguigni.

Come avviene la nidazione

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La nidazione (Fonte: web)

L’impianto, o nidazione, si articola in tre fasi che durano circa sette giorni: durante l’apposizione l’embrione si appoggia all’endometrio; nell’adesione vi si attacca, e infine nell’invasione l’embrione penetra all’interno dell’endometrio stesso per esservi accolto del tutto. Perciò, l’impianto vero e proprio termina intorno al 14° giorno dopo la fecondazione, ed è proprio il successo della nidazione a determinare il buon proseguimento della gravidanza.

Durante la nidazione viene rilasciato nel corpo l’ormone Beta HCG, fondamentale per il buon prosieguo della gravidanza, dato che è in grado di stimolare il corpo luteo per produrre grandi quantità di progesterone, un altro ormone con funzioni estremamente importanti, dato che interviene nel mantenimento della muscolatura uterina, garantendo che sia liscia per permettere un buon attecchimento della gravidanza, stimola le pareti dell’utero affinché si sviluppino, in combinazione con gli estrogeni, e concorre alla formazione della placenta. Gli ormoni Beta HCG crescono di numero fino al terzo mese di gravidanza, per poi stabilizzarsi fino al termine; in particolare, raddoppia ogni 2 giorni per valori fino a 1200 UI; raddoppia ogni 3 giorni per valori da 1200 UI a 6000 UI; raddoppia ogni 4 giorni per valori superiori a 6000 UI.

Calcolo della nidazione

La nidazione avviene generalmente dopo un periodo compreso tra i cinque e gli otto giorni dopo il concepimento; può capitare anche un po’ più tardi, ma sempre entro il limite massimo dei 12 giorni dal concepimento, dal momento della fecondazione. Naturalmente, per avere un calcolo approssimativo, si deve tener presente, come sempre, il ciclo mestruale (il primo giorno corrisponde al primo giorno della mestruazione e l’ultimo è il giorno prima della mestruazione successiva) e l’ovulazione, che avviene circa due settimane prima la successiva mestruazione. Quindi se il ciclo mestruale è mediamente di 28 giorni, l’ovulazione avviene intorno al 14° giorno.

Con ciclo mestruale di 28 giorni, e ovulazione al 14°, il periodo fertile inizia più o meno al decimo giorno.

I sintomi della nidazione

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Fonte: web

La nidazione produce una sintomatologia molto leggera, che spesso può passare persino inosservata oppure, se notata, lo si fa tempo dopo il suo accadere, ossia quando la gravidanza è ormai appurata. Durante il periodo della nidazione potrebbe essere avvertito qualche crampo leggero, a livello dell’utero, ma solitamente si tende a confonderlo con un sintomo premestruale, perché il dolore non è affatto elevato.

Deve essere messo in conto anche un aumento della temperatura basale, di uno scalino più alto rispetto a quello che si registra nel periodo immediatamente successivo all’ovulazione, a sette/dieci giorni dalla conferma dell’avvenuta ovulazione. In generale, però, un’assenza totale di sintomi non deve assolutamente preoccupare la donna, perché avvertirli è davvero difficile, spesso anche per donne che hanno già avuto figli. Bisogna inoltre tenere presente, se stiamo pensando di effettuare un test di gravidanza, che un prelievo ematico fatto per il dosaggio delle beta HCG risulta positivo solo tre o quattro giorni dopo l’avvenuta nidazione; mentre se si effettua un’analisi delle urine la positività può essere registrata solo quattro o cinque giorni dopo la nidazione.

Le perdite da impianto

Alcune donne incinte possono talvolta notare quelle che comunemente vengono chiamate le “perdite da impianto”, ovvero delle leggerissime perdite di sangue, che non possono essere paragonate a una mestruazione, e che si verificano proprio nel momento della nidazione. Questo tipo di perdita è conosciuto con il nome di spotting, e la loro tonalità cromatica varia dal rosa al marroncino.

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