Si può amare i propri figli allo stesso modo? La nostra risposta – quasi un riflesso condizionato – può essere un moto d’orgoglio: sì, certo che si può. Ma, diciamocelo, non è proprio così. Non parliamo di amare un figlio di più e gli altri di meno, parliamo di amarli nella stessa quantità ma in modo diverso. Parliamo di offrire le stesse possibilità a tutti i nostri bambini, assecondando le proprie inclinazioni. Parliamo di stesse attenzioni, di una stessa guida. Ma il modo in cui amiamo no, quello cambia.

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Non ci dobbiamo sentire minacciate da questo assunto, esattamente come scrive la blogger Casey Huff in un recente post sulla sua pagina Facebook Etched in Home with Casey Huff. Casey ha due figlioletti e ha raccontato di essere stata praticamente terrorizzata alla nascita del suo secondo: sarebbe riuscita ad amare un’altra persona, un altro essere umano completamente nuovo nel modo in cui amava già il suo primogenito?

Modo e quantità sono due concetti molto differenti e dobbiamo tenerlo sempre presente. Certe volte ci sentiamo sopraffatte da quello che pensiamo sia il nostro dovere di madri, ma si tratta di sovrastrutture mentali, di pregiudizi. La verità è che i doveri essenziali verso un figlio non sono tantissimi (anche se di fondamentale importanza): la cura, l’istruzione, il mantenimento della salute, l’educazione. L’amore è invece una scelta che facciamo, almeno nel modo in cui amiamo. Nella quantità, be’, quella è decisamente un’altra storia e ha a che fare anche con il preciso momento in cui il nostro piccolo fa capolino dal nostro corpo dopo i 9 mesi di gravidanza. È qualcosa di personale, come dice Casey. Il suo post ci è piaciuto così tanto che ne abbiamo voluto rendere una traduzione non professionale.

Non amo i miei bimbi allo stesso modo.
Questo fatto preoccupante è qualcosa che mi ha tenuto sveglia quando ero incinta del mio secondo figlio; rubando la pace della notte mentre immaginavo come avrei potuto fare spazio nel mio già gonfio cuore per qualcun altro.
Fu per questo sentimento che mi turbava che piansi sulla strada dell’ospedale, dopo aver lasciato a casa il nostro primogenito. La volta successiva in cui l’avrei visto sarebbe stato un fratello maggiore, e immaginavo come avrei potuto mai amare il nuovo bimbo con lo stesso amore che sentivo per lui e che mi sopraffaceva.
E anche molte altre cose – se solo avessi saputo allora ciò che so adesso, non avrei sprecato tutta quella preoccupazione.
Quando il nostro secondo figlio è nato, il mio cuore è cresciuto esponenzialmente in un istante, superando tutto ciò che avessi immaginato. Ho amato questo nuovo bimbo con tutto il mio cuore, e suo fratello maggiore? In qualche modo l’ho amato anche più di prima.
La verità è che non amo i miei figli allo stesso modo, ma realizzo ora che non è mai stato quello il traguardo.
Il mio amore per loro è unico, così come sono entrambi unici.
Amo il mio figlio maggiore perché è il ritratto del tizio migliore che conosco, il suo papà. Amo il più piccolo nel modo in cui il suo sorriso riflette il mio, dalle labbra alla separazione tra i suoi denti davanti.
Amo il maggiore come un amico, sempre al mio fianco nelle esplorazioni e nelle avventure.
Amo il piccolo per le coccole, per il modo in cui si rannicchia buttandomi le braccia al collo con l’intero peso del suo corpo contro il mio, affondandomi dentro.
Amo il lampo cocciuto negli occhi del maggiore e il modo in cui il suo spirito è lontano, oltre i suoi due anni.
Amo il piccolo per il modo in cui brillano i suoi occhi con la delizia di guardare il grande e vasto mondo intorno a lui.
Amo il maggiore per il suo coraggio e il piccolo per la dolcezza. Questi miei bimbi?
Li amo nel modo in cui amo sia il sole che la luna; non uno più e uno meno. Ognuno nella stessa quantità, ma mai allo stesso modo.

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