Voglio davvero un figlio o penso di volerlo per convenzione?

Nella nostra società regna l'idea che una donna per sentirsi realizzata pienamente debba diventar madre, altrimenti rischia di esser tacciata per una donna frivola e senza sentimenti. Ciò può portare una donna a imporsi il desiderio di maternità anche quando non è propriamente sentito. Come capire quindi se si vuole davvero un figlio o lo si fa per convenzione.

Come affermano le psicologhe Carla Busato Barbaglio e Maria Luisa Mondello nel libro Tra femminile e materno: l’invenzione della madre; non si nasce madri, si diventa. A differenza di uno stereotipo purtroppo ancora serpeggiante, l’istinto materno non è automaticamente “montato di serie” in ogni donna. Ci sono quelle che desiderano diventare madri sin da piccole, coloro che nel corso della vita cambieranno idea più volte e chi invece rimarrà salda sulla convinzione di non volere figli. Non esiste un’opinione giusta o sbagliata. Si tratta di una scelta così personale che nessuno dovrebbe sentirsi in diritto di poter esprimere giudizi ed è proprio per questo che è molto importante, per una donna in procinto di affrontare una maternità, capire se questo suo desiderio sia davvero genuino, o frutto di quelle convenzioni sociali che spesso posso influire troppo. Ma come capirlo? Ecco alcune “situazioni” che potrebbero forzare una maternità.

L’influenza delle amiche

Arriva un momento nella vita, per chi prima per chi dopo, in cui iniziamo a guardarci intorno e a notare che molte delle nostre amiche sono mamme: foto di bambini ovunque, discorsi di pannolini in ogni dove, mentre molte di noi magari si barcamenano ancora nell’ardua impresa di trovare un degno partner. A un tratto ci sentiamo quindi vecchie, ma in realtà abbiamo solo trent’anni o anche meno, le nostre amiche escono solo in coppia, non ci accompagnano più ai concerti e non fanno altro che parlare dei loro piccoli. Quello è il momento in cui da una parte potremmo essere contente di goderci ancora a pieno la nostra gioventù, ma dall’altra potremmo invece provare un velo di sana invidia e sì, anche esclusione. Per questo potremmo essere tentate di fare un figlio per adeguarci alle tempistiche delle amiche, ma ogni donna ha i propri tempi. Se per una la maternità può essere “perfetta” a trent’anni, non è detto che debba essere così anche per te. Insomma: fare qualcosa solo “perché lo fanno tutti gli altri” non è mai una buona idea.

Quando si scambia un figlio per una bacchetta magica

fonte: web

A volte la decisione di avere un figlio può rappresentare il modo per salvare un rapporto già in crisi. Si pensa che un cambiamento così radicale possa porre fine ai problemi di coppia. In realtà spesso accade il contrario: se ci sono già problemi, un figlio non farà altro che incrinare ulteriormente la relazione, creando divergenze sul tipo di educazione e alimentando lontananze e dissapori. Certo, non è detto che debba andare proprio in questo modo. Come ogni donna, anche ogni coppia è a sé e agisce in modo diverso, ma iniziare la maternità considerano il figlio come fosse una “bacchetta magica” non è di sicuro un buon modo. Il bimbo rischia di diventare vittima innocente di una coppia che molto probabilmente “scoppierà” di lì a qualche anno. Bisogna riflettere in questi casi prima di fare un passo così grande che andrà a condizionare tutta la nostra vita e quella dell’altro.

Quando si ha paura di pentirsi in futuro

Il problema inizia a sentirsi più forte dopo i trentacinque anni , quando si inizia a sentire il ticchettio dell’orologio biologico, quando iniziamo ad aver paura di non essere più in tempo, come afferma anche il Washington Post.

Si inizia a pensare che se vogliamo un figlio dobbiamo concretizzarlo in poco tempo, perché se un giorno dovessimo cambiare idea, potremmo pentircene. Dopotutto è sconsigliabile affrontare una gravidanza in età avanzata. Dunque se si è certe che in futuro si vorranno avere dei figli, allora è saggio adeguarsi al proprio orologio biologico, ma se invece questa “convinzione futura” è frutto solo di un’ipotesi imposta dalla società, meglio evitare. Certo, in questo caso farebbe proprio comodo avere una sfera di cristallo, in modo da controllare se e quando verremo assalite dal desiderio di maternità, ma dato che ciò non è possibile non c’è che una soluzione: rifletterci bene. E si tratta di una scelta solo vostra, insieme al partner. Se può essere d’aiuto, qualora il desiderio di maternità vi colga quando una gravidanza sarebbe rischiosa, c’è sempre la strada dell’adozione.

La pressione degli altri

Alla fine, la “convenzione” che rischia di influenzare il vostro desiderio di maternità non è altro che quel pensiero sociale che spesso si traduce in “pressioni” fatta da parte di familiari, amici e conoscenti. Ed è per questo che potremmo trovarci a chiedere: “Deludiamo le aspettative dei nostri cari o seguiamo il nostro cuore? Se il mio partner non vuole un figlio, ma io non mi sento pronta, che faccio? Lascio il mio compagno? Mia mamma continua a insistere per diventare nonna e io mi sento in colpa… Si tratta di tutti fattori esterni che possono influenzarci al punto da non capire più se i nostri pensieri sono davvero nostri. Per questo potrebbe essere utile prendere in considerazione la maternità, eliminando dalla nostra testa questi fattori esterni. “Vorrei ancora un figlio fossi single? Stessi con un altro? Non ci fosse mia madre?” Sono quesiti che hanno risposte difficili da dare, ma prenderle in considerazione può aiutare a capire cosa realmente si vuole.

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