Ed Tolputt e sua moglie hanno purtroppo vissuto una delle più grandi tragedie che possa capitare a ognuno di noi: hanno perso una figlia dopo 5 giorni dalla sua nascita e nonostante il dolore  provato, hanno voluto ringraziare, a distanza di anni, i medici e gli infermieri che si sono presi cura della loro bambina. Ed Tolputt ha rilasciato la sua dichiarazione al giornale britannico The Guardian, noi qui vi riportiamo una traduzione non professionale di quanto dichiarato.

Nostra figlia Martha è nata due anni fa in condizioni critiche. Io e mia moglie siamo profondamente grati per l’amore e le cure che i medici e le infermiere dell’ospedale hanno avuto nei confronti della nostra piccola e per questo noi vorremmo dire loro grazie.

Martha è nata il 22 maggio 2015 all’ospedale John Radcliffe di Oxford. Durante il travaglio mia moglie ha avuto un distacco della placenta che ha provocato sofferenza fetale a Martha, è rimasta senza ossigeno per un po’. L’ecografia ha rivelato che la sua frequenza cardiaca era troppo bassa così Sophie è stata portata subito in sala parto per fare un parto cesareo d’emergenza. Dopo pochi minuti è nata Martha e purtroppo il medico ci disse in lacrime che la mancanza di ossigeno aveva gravemente compromesso le funzioni cerebrali di nostra figlia e che era molto improbabile che vivesse a lungo.
Questo dottore insieme ai suoi colleghi e agli infermieri ci hanno spiegato minuziosamente come sono intervenuti e che tipo di macchinari hanno usato per tentare di salvare nostra figlia, io ho fatto finta di capire tutto quello che dicevano perché sono un insegnante di scienze.

In realtà non capivo nulla, provavo solo dolore ma mi confortava capire e vedere quanto si fossero prodigati per fare in modo di tenere Martha in vita.

Il livello di attenzione e cure date a Martha dal personale del reparto pediatrico è stato straordinario: l’infermiera che si è occupata di Martha, la speciale dedizione del medico esperto del reparto e l’attrezzatura medica all’avanguardia. Grazie a tutti per aver fatto sentire Martha al sicuro. Il personale dell’ospedale ci ha incoraggiato ad avere un ruolo attivo con nostra figlia – le abbiamo letto delle storie e cantato delle canzoni. Quando le ho cambiato il pannolino mi sono sentito per un breve momento il papà migliore del mondo. I professionisti che lavorano all’ospedale John Radcliffe ci hanno fatto sentire speciali.

Nel pomeriggio del secondo giorno dopo la nascita di Martha ci era stato detto che la situazione era migliorata, le funzioni cerebrali di Martha sembravano in crescita. “Passeremo un’altra notte con Martha”, dissi ai nostri parenti fuori dall’ospedale mentre il sole splendeva. Un dottore di passaggio ha fatto una bella foto di tutti noi che festeggiavamo nel parco.

Il giorno dopo eravamo tutti lì, dentro quella stanzetta per discutere sul da farsi. Uno dei medici ha detto: “Penso che domani sarebbe il momento giusto per prendere una decisione su Martha”. E noi abbiamo concordato. Nonostante le lacrime, Sophie ed io eravamo completamente in pace con la decisione presa quella mattina.

La sera entrambi tenemmo Martha in braccia con l’aiuto di cinque infermiere che tenevano la strumentazione e i macchinari per tenerla in vita. Era stato fantastico finalmente poterla tenere in braccio e coccolarla. All’ora di pranzo di martedì 26 maggio, Sophie e io ci tenemmo per mano mentre il ventilatore di Martha veniva rimosso con cura. Dopo qualche respiro il medico ci rivolse un sorriso dispiaciuto, Sophie lasciò andare la mia mano e prese Martha tra le sue braccia.

Parlò piano alla nostra bambina mentre scivolava via pacificamente.

Voi – medici e infermiere dell’ospedale – avete dato la vita a Martha. Le avete concesso cinque giorni felici, circondati da cura, amore e risate. Sophie e io possiamo ripensare alla vita di Martha con tristezza ma anche con profondo orgoglio, senza sensi di colpa o risentimento, e questo anche grazie a voi, e vi siamo incommensurabilmente grati.

Il fratello minore di Martha ha cinque settimane. Una settimana per ogni giorno della breve vita di Martha eppure è la sua vita è appena iniziata. Non vedo l’ora di raccontargli di sua sorella maggiore e della sua breve vita incantata. Credo che ne sarà orgoglioso.

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