Non ditelo. Mai. È la classica domanda che viene fatta dalla nonna o dalla zia a Natale, subito dopo a “Quando ti sposi?” se non si ha l’anello al dito: “Quando fai un figlio?”.
Non si salva neppure chi un figlio ce l’ha già – chi scrive conferma – e, a un mese massimo dal parto, arriva puntuale il primo “A quando la sorellina (o il fratellino a seconda del sesso del primogenito)?“, destinato a perpetuarsi fino a sopraggiunta menopausa, con molte probabilità.
Se non siete la nonna o un’anziana (molto anziana) zia, non esiste: non ditelo.

Ci sono frasi, terribili, che molte donne incinte si sono sentite dire quando hanno comunicato la loro gravidanza

Ma non è meno indelicata la frase apparentemente neutra/positiva:

Quando fai un figlio? Saresti una splendida mamma

Nella migliore delle ipotesi, può essere sgradita e inopportuna, nella peggiore un pugno allo stomaco. Anche se chi la dice, quasi sempre, è davvero in assoluta buona fede.

Perché non dirla, soprattutto se il nostro affetto per la persona che abbiamo davanti è sincero?

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Per lo stesso motivo che Clio ha raccontato, in questo video – in cui annunciando la sua gravidanza (auguri!!!!) -, dopo aver dovuto ingoiare rospi (e probabilmente anche lacrime) per anni, ogni volta che una delle sue fan – sicuramente con sentita partecipazione – le chiedeva a quando il lieto evento.

In sintesi, tre sono i motivi che, da soli, valgono la censura di questa domanda:

1. Spesso la felicità ha un prezzo e i desideri non sempre sono possibili

Il dolore di Clio MakeUp, che affiora nel racconto rapido che fa dell’aborto spontaneo e forse anche nelle sue lacrime di gioia per la tanto agognata maternità, sono il dolore di moltissime donne che, prima di avere un figlio, passano per il lutto di figli persi e di test perennemente negativi e di altre che, purtroppo, non potranno alla fine mai abbracciare il loro bambino.

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2. È un tema delicato e, per quanto siate convinte del contrario, non conoscete la storia di chi vi è di fronte

Un figlio non basta volerlo. Ci sono malattie subdole, che minano la fertilità della donna e dell’uomo. Ci sono donne che, pur di averlo, accettano al loro fianco uomini che non vorrebbero altrettanto, ma che sono il “mezzo” per il loro desiderio.

Ce ne sono altre che, pur avendo un desiderio di maternità non meno ardente, non scendono a questi patti e vedono sfumare, non senza dolore, il loro sogno perché non hanno accanto la persona giusta (o l’hanno persa, nel senso figurato o letterale del termine).
E sebbene oggi esista la procreazione assistita (praticata, per esempio, in Spagna), non tutte le donne hanno l’intenzione e le risorse economiche e personali di costruire una famiglia monoparentale che, in molti casi, può legittimamente non rappresentare la loro idea di famiglia.

3. Una donna può non volere avere figli senza che questo la trasformi in una figura mitologica al servizio del Male

Una donna che non vuole figli non è una donna a metà, non è un essere infelice dal destino segnato (“guarda che te ne pentirai, ma sarà troppo tardi!”), non è un essere malvagio che spreca un dono che ad altri è stato negato, né una donna che deve chiedere scusa a qualcuno.
Una donna può non volere figli, senza essere obbligata a giustificarsi per il resto della sua vita.

In ogni caso, qualcuno avverta Clio MakeUp, la domanda “A quando il fratellino?” si camuffa sotto le più svariate (e subdole) forme:

Ho ancora via questo completino nuovo che mi avevano regalato, ma è proprio da maschietto. Lo tengo via che si sa mai.

Femmina? Che bello, anche se però i maschietti sono più coccoloni.

Figlio unico? Caspita, poi però quando sarà grande e voi non ci sarete più sarà da solo.

Non devi farlo per forza, ma se lo vuoi è meglio che non aspetti troppo.

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