Con il termine svezzamento si indica quel particolare momento della vita di un neonato in cui, da un’alimentazione prettamente a base di latte, si passa ad una composta da cibi solidi. Da un punto di vista psicologico, il momento dello svezzamento rappresenta naturalmente anche la fine del rapporto simbiotico tra mamma e neonato, ma è una tappa fondamentale per lo sviluppo personale dell’identità del bambino. Ma il dubbio di molti genitori è sicuramente uno: quando è il momento per iniziare lo svezzamento?

Generalmente gli esperti e i pediatri sono concordi nel sostenere che siano principalmente 3 gli elementi da prendere in considerazione, oltre all’età del neonato: si guarda se il piccolo è in grado di stare seduto da solo, se mostra interesse verso il cibo e se ha raddoppiato il proprio peso alla nascita.

Se il neonato ha tutte e tre le caratteristiche, probabilmente il vostro pediatra vi consiglierà di passare allo svezzamento.

Svezzamento neonati: quando si comincia?

svezzamento neonati
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In linea generale, e secondo le disposizioni in materia dell’OMS e del Ministero della Salute, si può affermare che dal sesto mese di vita compiuto si inizia con lo svezzamento, che prevede l’integrazione di cibi solidi e semisolidi come biscotti, frutta, pappe, minestrine all’alimentazione esclusivamente di latte.

La maggior parte dei pediatri concorda che lo svezzamento possa iniziare tra i 150 e i 170 giorni di vita (ossia tra il 5° e il 6° mese) e non oltre la ventiseiesima settimana di vita, mentre lo svezzamento prematuro, ovvero prima dei 4 mesi, con più alimenti può aumentare il rischio di eczema, asma e atopia.

Se il latte materno è ancora abbondante e il bambino mangia senza problemi si può proseguire tranquillamente con questo tipo di alimentazione, mentre se il bambino ha un’alimentazione mista, composta da latte materno e latte artificiale, oppure è allattato esclusivamente in maniera artificiale, si può introdurre un solo pasto diverso dal latte a partire proprio dal 5° mese di vita.

Le tappe dello svezzamento dei neonati

svezzamento neonati tappe
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Ormai si tende a considerare l’ordine con cui gli alimenti semisolidi e solidi vengono introdotti non con la stessa importanza di un tempo, tanto che esso, secondo i consigli e le direttive fornite dal Ministero della Salute, può variare in base alla preferenza del bambino e alla cultura gastronomica della famiglia e del pediatra che dà le informazioni alimentari.

Per chi sceglie uno svezzamento classico e graduale, che introduce i nuovi cibi un po’ alla volta, si può iniziare con il classico brodo vegetale, a cui si aggiungono le prime creme, come la crema di riso o mais e tapioca, prima di passare alla carne o al pesce frullato – o all’omogeneizzato.

Ricordando che vale sempre la pena consultare il proprio pediatra, ecco un elenco che riassume indicativamente l’età a cui dare i diversi cibi.

Frutta

  • Mela, pera, banana e prugna: da 4 mesi
  • Limone: qualche goccia nella frutta dai 4 mesi
  • Albicocche e pesche: dai 6 mesi
  • Arance e mandarini: spremuti a partire dall’ottavo mese
  • Kiwi, fragola, uva, cachi, fichi, anguria, melone, castagne, noci, mandorle: dopo i 12 mesi

Verdura

  • Patata, carota, zucchina e zucca: dai 5 mesi
  • Sedano, porro, cipolla, insalata, finocchi, cavolfiori e spinaci: dai 6 mesi
  • Pomodoro: senza buccia, dai 10 mesi
  • Melanzane e carciofi: dopo i 12 mesi

Cereali

  • Riso: in crema dai 5 mesi, in chicchi dagli 8 mesi
  • Mais e tapioca: in crema dai 5 mesi
  • Semolino: dai 6 mesi
  • Crema multicereali: dai 6 mesi
  • Pastina minuscola: dai 7 mesi
  • Pastina piccola: dagli 8 mesi
  • Pastina media, tipo anellini, stelline o puntine: dai 10 mesi
  • Orzo e farro: dai 12 mesi

Carne

  • Coniglio, tacchino, pollo, vitello e manzo: liofilizzato dai 5 mesi, omogenizzato dai 6 mesi, lessato o cotto al vapore dai 9 mesi
  • Prosciutto cotto senza polifosfati: dagli 8 mesi
  • Maiale: dopo i 12 mesi

Formaggi

  • Parmigiano: dai 5 mesi
  • Formaggio ipolipidico: dai 6 mesi
  • Ricotta fresca: dai 7 mesi
  • Bel paese, Caciotta, Fontina dolce, Caprino fresco e Crescenza: dagli 8 mesi

Pesce

  • Merluzzo, trota, sogliola, platessa, nasello e palombo: dagli 8 mesi
  • Pesce spada e salmone: dai 9 mesi

Altri alimenti

  • Olio extra vergine di oliva: dai 5 mesi nella pappa
  • Brodo vegetale: dai 5 mesi
  • Yogurt intero: dai 7 mesi
  • Brodo di carne: dagli 8 mesi
  • Legumi: dagli 8 mesi
  • Uovo: tuorlo sciolto nella pappa, dai 9 mesi; uovo intero dopo i 12 mesi
  • Miele: dopo i 12 mesi

Ricette per lo svezzamento dei neonati

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Se decidete di seguire lo svezzamento classico, almeno inizialmente la base delle nuove pappe del bambino dovrà essere il brodo vegetale, a cui aggiungere le creme, la carne, il pesce o il formaggio, facendo sempre un piatto unico. All’inizio dello svezzamento, tra il latte che comunque continua a prendere e il brodo vegetale, il neonato non ha bisogno di bere molta acqua, quindi non preoccupatevi se non ne beve in grosse quantità.

Dopo l’anno, invece, generalmente si comincia a separare il pasto del bambino, proponendogli un primo e un secondo col contorno.

Se invece avete optato per lo svezzamento naturale, o autosvezzamento, potrete da subito proporre al bambino un pasto separato. In ogni caso è meglio evitare il sale, soprattutto per non far abituare il bambino ad alimenti troppo saporiti, per non caricare eccessivamente i suoi reni, e per fargli apprezzare il vero sapore dei diversi cibi. Stessa cosa vale per lo zucchero, che dovrebbe essere evitato o limitato al minimo indispensabile.

Ecco alcune ricette davvero semplici, ispirate a un articolo di cosedamamme.it, da preparare al vostro bambino durante lo svezzamento.

Crema di verdure con pollo

Vi serviranno:

  • 50 gr patate sbucciate
  • 50 gr carote
  • 3 foglie lattuga
  • 40 gr petto di pollo
  • 20 gr crema riso istantanea
  • 250 gr acqua
  • 1 cucchiaino olio extravergine
  • 1 cucchiaino di parmigiano

Tagliate le verdure in piccoli pezzi e lessatele in un pentolino insieme ai 250 gr di acqua.
Cuocete il pollo al vapore o insieme alle verdure, dopo averlo tagliato in pezzettini, quindi frullate bene il tutto, aggiungete la crema di riso e mescolate, dopodiché mettete la pappa nel piatto condendo con un cucchiaino di olio e uno di parmigiano.

Crema bianca con platessa

Lessate una patata, scolatela e passatela allo schiacciapatate, quindi unite 200 ml di brodo vegetale, portate a bollore e stemperatevi del semolino a piacere. Togliete dal fuoco e unite mezzo omogeneizzato di platessa o di altro pesce, quindi aggiungete due gocce di limone, qualche fogliolina di prezzemolo tritata e condite con un cucchiaino di olio extravergine. 

Crema al finocchio

Togliete le foglie più esterne e dure del finocchio, quindi tagliatelo a spicchi, lavatelo e cuocetelo a vapore fino a quando è tenero, ma senza farlo disfare; poi passatelo al passaverdura raccogliendolo in una casseruola, unite 250 g di brodo vegetale, portate ad ebollizione e versate qualche cucchiaio di crema di cereali istantanea mescolando bene fuori dal fuoco. Condite con un cucchiaio di parmigiano o un filo di olio extravergine.

Svezzamento naturale: i pro e i contro

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L’autosvezzamento o svezzamento naturale consiste nel non seguire tabelle e schemi rigidi di svezzamento, lasciando la possibilità al bambino di assaggiare ciò che vuole. Questo comporta aspettare che il piccolo abbia sviluppato riflesso di deglutizione e capacità di masticazione per farlo sedere a tavola con la famiglia, lasciando che sia lui a scegliere cosa mangiare tra le varie pietanze messe a disposizione. La cosa importante è sminuzzare finemente e in modo corretto gli alimenti, e assecondare i gusti del piccolo. Tuttavia, i pareri su questo tipo di svezzamento sono piuttosto discordanti: molte mamme, ad esempio, sostengono che si giusto permettere al bambino di fare pratica, che se è sufficientemente grande per lo svezzamento, lo è anche per masticare, e non ci sono rischi di soffocamento perché, se un cibo andrà di traverso, entrerà in gioco il riflesso faringeo.

I sostenitori dell’autosvezzamento citano anche gli studi più recenti condotti da UNICEF, i quali mostrano che assumere un cibo potenzialmente allergenico non aumenta il rischio di allergie, anzi può favorire la tolleranza a questi cibi. Idem dicasi per quanto riguarda il glutine: assumerlo sin dalle prime fasi dello svezzamento non aumenta il rischio di celiachia, anzi; se si manifesta prima è meglio, perché in questo modo si riducono i tempi per la diagnosi corretta e la messa in atto di una dieta gluten free.

Eppure i pediatri tradizionalmente consigliano di introdurre i cibi gradualmente, per far capire ai genitori quali cii evitare se il bambino sviluppasse una reazione allergica.

Nell’autosvezzamento affiancare l’allattamento, materno o artificiale, è ancora più importante, perché  il bambino trova in tavola cibi più difficili da gestire rispetto a una pappa completamente frullata.

Esiste un libro, diventato un vero cult del suo genere, Io mi svezzo da solo, di Lucio Piermarini, in cui esistono interessanti spunti di riflessione, soprattutto per le mamme i cui figli rifiutano la pappa anche ben oltre i sei mesi di età, a dimostrazione di quanto la pratica sia seguita da molti genitori. Eppure, anche se non c’è una vera e propria controindicazione per quanto riguarda l’autosvezzamento, indubbiamente possono esserci dei rischi che è opportuno conoscere per garantire una sana alimentazione al bambino, soprattutto per quanto riguarda proprio le allergie.

Fra i contro rispetto allo svezzamento naturale c’è anche il discorso riguardante la qualità dell’alimentazione, dato che lasciare che il bimbo mangi ciò che vuole può essere rischioso se la famiglia non segue una dieta sana e ben equilibrata.

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