Quello delle vaccinazioni è un argomento su cui il dibattito, negli ultimi tempi, si è scatenato in maniera davvero veemente, contrapponendo nettamente le ragioni dei no vax contro quelle dei sostenitori dell’obbligatorietà dei vaccini. Proprio la delicata situazione in merito ha spinto il Governo ha ridiscutere il quadro delle vaccinazioni obbligatorie, accentuando ancora di più le già aspre polemiche in virtù delle sanzioni pecuniarie previste per chi trasgredisce all’obbligo di vaccinare i propri figli.

Ma come stanno attualmente le cose? Quali sono i vaccini che i bambini devono fare e quelli, invece, lasciati alla discrezionalità dei genitori, seppur caldamente consigliati?

Le vaccinazioni obbligatorie per i bambini in Italia

vaccinazioni obbligatorie
Fonte: web

Per molto tempo, le vaccinazioni formalmente obbligatorie in Italia sono state quattro: antidifterica (Legge del 6 giugno 1939 n. 891 – Legge del 27 aprile 1981 n. 166); antitetanica (Legge del 20 marzo 1968 n. 419); antipoliomielitica (Legge del 4 febbraio 1966 n. 51); antiepatitevirale B (Legge del 27 maggio 1991 n. 165), mentre tutte le altre erano volontarie. Tuttavia, in concreto la distinzione formale tra vaccini obbligatori e facoltativi non esisteva, perché dal 1999 la mancata vaccinazione non comportava problemi per l’ingresso a scuola, né venivano praticamente mai applicate le multe – peraltro irrisorie – previste per legge, e anche perché, attraverso i Piani nazionali per la prevenzione vaccinale, il Sistema sanitario ha sempre incentivato l’uso e garantito la gratuità di molte altre vaccinazioni disponibili, come il morbillo, la parotite, la rosolia, lo pneumococco, o il meningococco C.
La situazione è però cambiata con la nuova legge sui vaccini, approvata definitivamente nell’estate 2017, che ha innalzato a 10 i vaccini obbligatori. Attualmente le vaccinazioni obbligatorie nel nostro paese sono quindi:

  • anti-poliomelitica
  • anti-difterica
  • anti-tetanica
  • anti-epatite B
  • anti-pertosse
  • anti Haemophilusinfluenzae tipo B
  • anti-morbillo
  • anti-rosolia
  • anti-parotite
  • anti-varicella

Da eseguire secondo questo calendario:

Tre mesi
Obbligatorie: prima dose difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae di tipo B (esavalente).

Cinque mesi
Obbligatorie: seconda dose difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae di tipo B (esavalente).

11 mesi
Obbligatorie: terza dose difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae di tipo B (esavalente).

Tra 13 e 15 mesi
Obbligatorie: prima dose morbillo, parotite e rosolia (MPR); prima dose varicella (oppure prima dose tetravalente MPRV).

Sei anni
Obbligatorie: richiamo difterite, tetano, pertosse, polio (DTP + polio); richiamo morbillo, parotite, rosolia e varicella (MPR o MPRV).

Tra 12 e 18 anni
Obbligatorie: richiamo difterite, tetano, pertosse, polio (DTP + polio).

In molti casi, questi vaccini sono disponibili in forma combinata, cioè vengono somministrati al bambino più antigeni contemporaneamente, contro diverse malattie, con una sola iniezione, in modo non solo da ridurre il disagio della puntura, ma anche da incrementare l’efficacia della risposta immunitaria stessa. Le più comuni formulazioni combinate sono:

  • esavalente (difterite-tetano-pertosse-epatite B-poliomielite-Haemophilus influenzae di tipo B).
  • trivalente DTPa (difterite-tetano-pertosse).
  • quadrivalente DTpaIPV (difterite-tetano-pertosse-polio).
  • trivalente MPR (morbillo-parotite-rosolia).
  • quadrivalente MPRV (morbillo-parotite-rosolia-varicella).
  • meningococco quadrivalente (A-C-W-Y).

Se il bambino ha già avuto una delle malattie per le quali è prevista vaccinazione obbligatoria, la nuova legge sui vaccini precisa la possibilità di richiedere vaccini in formulazione monocomponente o combinata, priva però dell’antigene in questione. A onor del vero, non è detto che tutti i vaccini siano sempre disponibili: ad esempio, in Italia al momento non sono autorizzati i vaccini monocomponenti contro difterite, pertosse, morbillo, rosolia e parotite, così come è vero che spesso le Regioni decidano di non acquistarli.

Veniamo ora al punto più dolente: cosa succede se un genitore non vaccina il proprio figlio? Con la riforma delle legge sulle vaccinazioni del 2017, la mancata esecuzione delle vaccinazioni obbligatorie per bambini/ragazzi da 0 a 16 anni comporta il pagamento di una multa da 100 a 500 euro, mentre tra 0 e 6 anni, c’è il divieto di ingresso in asili nido e scuole d’infanzia. Divieto che non è previsto per bambini e ragazzi che frequentano la scuola dell’obbligo, dalle elementari fino ai primi due anni di superiori.

I bimbi che frequentano le scuole dell’obbligo e non possono essere vaccinati per documentati motivi di salute vengono inseriti in classi apposite, nelle quali non sono presenti altri minori non vaccinati.

Le vaccinazioni facoltative per i bambini in Italia

vaccinazioni facoltative
Fonte: web

Rimangono fuori dall’obbligo, ma eseguibili volontariamente, altre vaccinazioni comunque molto importanti per l’età pediatrica:

  • anti-pneumococcica
  • anti-meningococcica C (in forma monovalente, o tetravalente ACWY)
  • anti-meningococcica B
  • anti-rotavirus
  • anti-HPV

Il calendario delle vaccinazioni facoltative è così composto:

Tre mesi
Raccomandate: prima dose meningococco B; prima dose pneumococco.

Quattro mesi
Raccomandate: seconda dose meningococco B.

Cinque mesi
Raccomandate: seconda dose pneumococco.

Sei mesi
Raccomandate: terza dose meningococco B.

Tra 3 e 7 mesi
Raccomandate: rotavirus (due o tre dosi a seconda del tipo di vaccino).

11 mesi
Raccomandate: terza dose pneumococco.

13 mesi
Raccomandate: quarta dose Meningococco B.

Tra 13 e 15 mesi
Raccomandate: prima dose Meningococco C.

Tra 12 e 18 anni
Raccomandate: HPV (due o tre dosi, sia per le femmine sia per i maschi, in funzione di età e vaccino); richiamo meningococco C, nella forma quadrivalente ACWY.

Il genitore che volesse sottoporre il proprio figlio alle vaccinazioni facoltative dovrà dare, prima dell’esecuzione, un’autorizzazione scritta, il cosiddetto consenso informato.

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