Il baby brain è reale o è un falso mito misogino che colpisce le mamme?
Il baby brain esiste davvero, o è una convinzione che non ha reali fondamenti? Vediamo insieme di cosa si tratta, e gli studi a riguardo.
Il baby brain esiste davvero, o è una convinzione che non ha reali fondamenti? Vediamo insieme di cosa si tratta, e gli studi a riguardo.
In tutti i casi, la letteratura a riguardo è ancora oggi limitata e poco chiara, pertanto non si può parlare di una condizione riconosciuta medicalmente. Si conoscono alcuni sintomi dichiarati da donne incinte o neo-mamme che sperimentano una sorta di “amnesia da mamma”, e i neuroscienziati affermano che il baby brain non è pericoloso ed è assolutamente temporaneo.
Vediamo meglio di cosa si tratta e cosa dice la scienza.
Tra i possibili fenomeni che si manifestano durante la gravidanza, troviamo quello che viene chiamato comunemente baby brain. Non si tratta di una condizione medica, non esiste una vera e propria letteratura a riguardo, quanto più una serie di ricerche ed esperimenti condotti negli anni. Con “baby brain”, o mumnesia, si intendono dei cambiamenti a livello cognitivo che comportano perdita della memoria, disattenzione, confusione in alcune donne in gravidanza.
Ma il baby brain esiste davvero? Se per decenni sono stati presi per veri gli studi che dichiarano l’esistenza di questo fenomeno in 4 donne su 5, oggi anche la scienza sta cambiando rotta.
Lo studio più noto sull’esistenza del baby brain è quello realizzato dalla Deakin University, pubblicato sul Medical Journal of Australia. La ricerca, suddivisa in 20 studi, ha analizzato 709 donne incinte e 521 non in gravidanza, e ha portato alla luce effettivi cambiamenti cognitivi durante il periodo di gestazione.
Tuttavia, la stessa università ha dichiarato subito la necessità di ulteriori test e ricerche, per determinare gli effetti reali di questi cambiamenti. Inoltre, in un saggio pubblicato su Compass, la psicologa Madeleine Pownall, con Mark Conner e Russell R. C. Hutter, ha revisionato tutti gli studi riguardanti il baby brain, i cambiamenti cognitivi e ormonali delle donne in gravidanza. Arrivando alla conclusione che:
una pletora di ricerche cognitive e neuropsicologiche che testano il funzionamento cognitivo delle donne incinte rispetto ad altri gruppi ha prodotto risultati incoerenti e poco chiari.
Queste ricerche, inoltre, sembrano essere guidate da stereotipi e credenze, per lo più misogine, riguardanti le donne in gravidanza, come la creazione di un istinto materno, non solo un falso mito, ma che può essere anche pericoloso. Pownall suggerisce quindi la necessità di valutazioni psicologiche sociali e della personalità, in unione agli studi prettamente neurologici e cognitivi, per determinare una reale esistenza del fenomeno.
La gravidanza quindi altera veramente il cervello delle donne? Anche su questo aspetto non ci sono assiomi scientifici, ma studi con risultati diversi. Da una parte abbiamo ricerche, come quella pubblicata sul Journal of Clinical and Experimental Neuropsychology, che non ha rilevato modifiche effettive sul cervello delle donne in gravidanza rispetto alle pazienti di controllo testate. Per gli studiosi in questo caso, la diminuzione della memoria e di attenzione sarebbero dovute allo stress, alla mancanza di sonno e alla stanchezza fisica e mentale che gli ultimi mesi della gravidanza e i primi mesi di vita del neonato provocano.
Secondo uno studio del 2016 condotto dalla Università Leiden di Barcellona, la gravidanza cambia il cervello strutturalmente in maniera temporanea. La ricerca ha coinvolto 25 donne in diversi momenti: prima della gravidanza, dopo aver partorito, dopo poche settimane e dopo alcuni mesi dal parto. Nello stesso modo sono stati analizzati 20 donne donne senza figli e 36 uomini, 19 dei quali neo-papà. Ciò che è emerso è stato un calo nelle dimensioni della materia grigia nel cervello delle donne dopo la nascita dei figli. Inoltre, sono state rilevate variazioni nella regione dell’ippocampo, che svolge un ruolo importante nella memoria, e nella trasformazione da memoria a breve termine a quella a lungo termine.
La spiegazione data dalla scienza è che, come succede durante l’adolescenza, dove si rilevano cambiamenti simili nel cervello, la materia cerebrale si resetta, per maturare e adattarsi alla nuova condizione della donna dopo la gravidanza e al fabbisogno dei figli. Queste modifiche deriverebbero dall’aumento degli ormoni estrogeni e progesterone. Come già detto, si tratta di studi e ricerche sempre in sviluppo, che finora valutano solamente l’aspetto biologico e anatomico.
Generalmente, vengono assimilati alcuni sintomi, che variano da persona a persona, come segnali di “baby brain”. Questi sintomi sono principalmente:
Il periodo che precede il parto e i primi anni di vita di un figlio può essere particolarmente intenso, per qualsiasi genitore. Se si avvertono questi sintomi, anche tutti contemporaneamente, la situazione non migliora certamente. Ma è importante non spaventarsi, rivolgersi al proprio medico per qualsiasi cosa, e sapere che è assolutamente normale.
Non esiste la ricetta per la gravidanza o la mamma perfette, sperimentare problemi o cambiamenti psico-fisici è normale, e, nel caso del baby brain, temporaneo.
Tra i sintomi che dichiarano le donne con baby brain c’è anche la perdita di memoria. In realtà, secondo uno studio della University of Western Ontario in Canada, pubblicato su Science Direct, pare che gli ormoni in gravidanza addirittura aiutino la memoria. Specialmente nella quotidianità, a ricordare gli impegni e le scadenze giornaliere. Questo risultato dimostra ancora una volta la poca chiarezza che esiste riguardo il baby brain e gli effetti della gravidanza sul cervello. La situazione cambia includendo donne che soffrono di depressione.
Sono comunque tante le donne che sperimentano smemoratezza, che si tratti di un fenomeno reale riconosciuto come baby brain, o soltanto uno dei sintomi della gravidanza. In questi casi, è possibile allenare la memoria tramite trucchi e consigli da seguire, per non dimenticare nulla. Non soltanto in gravidanza, ma ogni volta che ci si sente un po’ smemorate.
Un’idea utile per ricordarsi le cose quotidiane da fare è annotarsi dei promemoria in giro per la casa. Sul frigo, sul comodino, sulla scrivania. Solitamente è meglio scegliere luoghi dove si passa maggiormente il tempo durante la giornata, così da essere sicure di leggerli al momento del bisogno. Questo trucco è ottimo anche per ricordarsi eventi legati al bambino, come le visite, ma anche per non estraniarsi dal mondo esterno: compleanni di amici e famigliari, eventi sociali.
Le cose da fare in una giornata e nella settimana possono essere tante, e non è facile ricordarsi tutto. Esistono le agende, ma non sempre risultano immediate, le si possono dimenticare. Meglio invece i bullet journal, che permettono di programmare meglio le giornate, ma anche delle semplici liste su un foglio. Dove segnare le attività, commissioni e scadenze da depennare una volta effettuate.
La memoria ha una particolarità importante: si può allenare, con tecniche di memorizzazione o semplici esercizi. Così come da bambini fanno imparare filastrocche e canzoncine a memoria, per allenare questa parte della mente, allo stesso modo da adulte possiamo ricalibrare la nostra memoria. E possiamo farlo con lo stesso metodo, leggendo e ripetendo poesie, filastrocche o canzoni. Le neo-mamme possono approfittare dei momenti con i neonati cantando o leggendo per loro, e allo stesso tempo allenando la propria memoria e concentrazione.
Uno dei maggiori motivi di spossatezza e confusione mentale è la stanchezza. Lo stress è pericoloso, ancora di più in gravidanza o nei primi mesi di vita di un figlio. Anche se sembra impossibile, è importante riuscire a riposare il più possibile. Non significa solamente dormire, ma anche riuscire a prendersi qualche minuto al giorno per fermarsi, e fermare il cervello. Non tutte le mamme, e i genitori, hanno la possibilità di farlo, ma nel caso sia possibile, è importante farlo.
Il cervello funziona al meglio quando viene ossigenato, e per farlo è possibile effettuare esercizi di rilassamento, come la meditazione o tecniche di respirazione, pratiche per sviluppare la mindfulness. Grazie a questi, anche la memoria risulta migliorata, così come la concentrazione e l’attenzione.
Il consiglio forse più utile e fondamentale è accettare con serenità questa situazione momentanea, anche se crea disagio, senza pretendere troppo da se stesse. Senza cercare di essere Wonder Woman, perché non è salutare e non è nemmeno giusto. Avere problemi di salute, mentali o fisici, è normale, tutti li sperimentiamo in qualsiasi periodo della vita. Lo stesso deve valere per disagi derivanti dalla gravidanza o dalla maternità, e bisogna darsi il tempo per stare meglio.
Amante della lettura, della musica e serie tv addicted, aspiro a diventare scrittrice di romanzi. Nel frattempo coltivo la mia passione scrivendo articoli su ciò che più mi piace: benessere, enogastronomia, cultura e attualità.
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