Un tempo chiamato erroneamente “latte della strega” o “latte guasto”, per secoli è stato considerato nocivo per il lattante, tanto che i medici sostenevano che si dovesse evitare e suggerivano pratiche alternative almeno per i primi 7 giorni.
In realtà, il colostro è un elemento fondamentale per il primo sviluppo, per via delle sue caratteristiche, che non hanno pari nel garantire la stimolazione delle difese immunitarie del bambino e di consentirne l’ottimale sviluppo dell’intestino.

Cos’è il colostro?

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La secrezione delle ghiandole della mammella, che generalmente inizia nella donna dopo il parto – raramente prima – passa attraverso tre fasi, e questo, naturalmente, fa sì che anche l’equilibrio dei nutrienti nel latte materno cambi durante questi tre stadi dell’allattamento: infatti, nei primi 5 giorni viene prodotto il colostro, dal 5°-6° al 10° giorno il latte di transizione e infine dal 10° al 20° giorno in poi si ha il latte maturo vero e proprio.

Entrando nei particolari, il colostro, o primo latte, è un liquido giallo sieroso, ricco d’immunoglobuline di classe A e cellule immunitarie (come i linfociti) composto principalmente da acqua, leucociti, proteine (fra le quali anche agenti immunologici), grassi e carboidrati.

Se, come detto, un tempo era “demonizzato” e ritenuto nocivo per il neonato, oggi il colostro è stato enormemente rivalutato, e quello che una volta era visto come un “difetto” in grado di causare potenziali danni alla salute del bambino oggi è invece visto come una proprietà estremamente positiva. Ecco quali sono le principali che oggi sono state riconosciute al primo latte.

Proprietà del colostro

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Il colostro ha un lievissimo effetto lassativo sul bambino, e questo era, probabilmente, il motivo principale della sua cattiva reputazione negli anni passati; questa è invece una proprietà estremamente importante al fine di favorire il primissimo passaggio delle feci – il meconio – all’interno dell’intestino “vergine”. La porzione colica può sviluppare la sua flora batterica intestinale definitiva, senza contare che il blando effetto lassativo promuove l’escrezione di bilirubina dall’organismo del bambino, che è predisposto a ritenerla in eccesso, tendendo all’ittero, a causa della morte di un grande numero di globuli rossi (eritrociti) prodotti in risposta della riduzione volemica totale, causata dal distacco con la madre al momento del parto.
Contenendo anche una grande quantità di globuli bianchi (linfociti) e di immunoglobuline, soprattutto di tipo A, ma anche IgG e IgM, dotate di capacità anti-infettiva e che agiscono soprattutto a livello dell’intestino, il bambino trae dal colostro un grande aiuto per lo sviluppo del cosiddetto “sistema immunitario adattativo”.
Il colostro apporta anche un discreto numero di citochine (peptidi messaggero in grado di modificare il comportamento di certe cellule), tra cui interleuchine, fattori di necrosi tumorale, chemochine.

Il colostro è inoltre ricco di proteine, tra cui figurano le albumine, peptidi estremamente utili nel trasporto di numerosissime sostanze, come farmaci od ormoni, di sali minerali e di globuli bianchi (leucociti). Si hanno poi i retinolo equivalenti (vitamine A) e il cloruro di sodio, il sale minerale più presente.

Nel latte di transizione, rispetto al colostro, aumenta la percentuale di grassi e lattosio, quindi l’apporto calorico, ma diminuisce fisiologicamente la quota di proteine e minerali, tanto che, dopo 6 mesi, una donna ne produce mediamente 500 cc al giorno, una quantità insufficiente a coprire i fabbisogni nutrizionali di un bambino di quell’età; per questo, si può continuare a dare il latte anche dopo i 6 mesi, come prodotte integrativo a quelli per lo svezzamento.
Il colostro ha dunque “ingredienti” opposti a quelli del latte maturo, perché quest’ultimo, pur essendo ricco di lattosio, di lipidi e di potassio, risulta povero di proteine (0,9%, contro il 2,8% del colostro).

Integratori di colostro

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Talvolta il colostro può essere usato come integratore, soprattutto quello bovino, che si trova sotto forma di integratori in polvere, compresse, barrette, tavolette e soluzioni liquide, come strumento di ausilio in particolar modo per le malattie che debilitano il sistema di difesa dell’organismo, ad esempio i raffreddori o le infezioni.
In questo caso bisogna però prestare attenzione ai potenziali effetti collaterali.

Effetti collaterali degli integratori di colostro

Nonostante il colostro bovino sia generalmente ben tollerato, talvolta il suo utilizzo potrebbe facilitare la comparsa di reazioni gastro-enteriche quali nausea, vomito, gonfiore e diarrea. Il colostro bovino non deve poi essere usato se si ha un’intolleranza al lattosio o un’allergia alle proteine del latte vaccino.

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