Subito dopo la nascita, entro le 24 ore successive, tutti i neonati devono espellere le prime feci. Queste hanno un nome specifico, si chiamano meconio.

Cos’è il meconio?

meconio cos'è
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Il meconio è il materiale contenuto nell’intestino del feto; si tratta di una sostanza di colore bruno-verdastro, di consistenza vischiosa che viene emessa nei primi giorni di vita del bambino. È costituito dai prodotti delle secrezioni intestinali unitamente a cellule epiteliali intestinali desquamatesi e dal liquido amniotico ingerito durante il periodo pre-natale e perciò, pur essendo il residuo del prodotto digerito, è diverso dalle feci propriamente dette.

Il suo colore scuro è dovuto alla presenza di bilirubina, una sostanza che deriva dalla degradazione improvvisa di molti globuli rossi, le cellule del sangue che il bambino inizia a produrre autonomamente quando è pronto a nascere. Infatti, solo verso la fine della gravidanza il midollo osseo e il fegato del bambino raggiungono una maturazione sufficiente per iniziare a produrre sangue proprio, sostituendo quello materno, il quale viene degradato nell’intestino contribuendo appunto a formare il meconio.

La mancata eliminazione del meconio è il segno di una malformazione anatomica come, per esempio l’ano imperforato, la fibrosi cistica o la malattia di Hirschsprung: queste sono tutte situazioni nelle quali il materiale intestinale non riesce a essere eliminato. Il meconio può inoltre rappresentare un problema se viene inghiottito dal bambino durante il parto, cosa che avviene circa nel 5% dei casi. Il rischio viene corso soprattutto dai bambini nati a quaranta settimane e tre giorni, periodo in cui il liquido amniotico inizia a diminuire e la concentrazione di meconio nel liquido aumenta: l’intestino ormai maturo può indurre i bambini, anche per via dello stress del parto, a liberarsi delle sostanze in esso contenute, che di conseguenza si disperdono nel liquido amniotico ridotto di volume.

La cosiddetta sindrome da aspirazione di meconio può avere conseguenze molto gravi, e ci sono sintomi precisi per riconoscerla e intervenire.

La sindrome da aspirazione di meconio

sindrome da aspirazione di meconio
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Come detto, la sindrome da aspirazione di meconio è una grave complicanza legata al parto, conseguente all’espulsione del meconio stesso nel liquido amniotico, come risposta allo stress fisiologico che si verifica durante il travaglio. In prossimità del parto, quindi, il bambino può aspirare meconio misto a liquido amniotico, con conseguenze che vanno dall’ostruzione meccanica delle vie aeree, alla polmonite infiammatoria e al distress respiratorio.

Esistono fattori che favoriscono la sindrome da aspirazione di meconio? La risposta è sì, e i più comuni sono pre-eclampsia materna, gravidanza post-termine – ovvero con una gestazione superiore alle 40 settimane -, parto difficile o travaglio prolungato, ipossia intra-intrauterina causata dalla compressione del cordone ombelicale e insufficienza placentare.

Esistono comunque anche sintomi specifici che, generalmente, possono lasciar intuire medico e mamma di trovarsi di fronte a un caso di aspirazione di meconio. Quelli tipici, ma non esclusivi, della sindrome sono soprattutto astenia, cianosi, dispnea, respiro sibilante, ronchi, tachipnea. Informazioni importanti possono essere fornite però anche dalla colorazione tipica da meconio giallo-verdastra del cordone ombelicale, del letto ungueale o della cute, talvolta visibile anche nell’orofaringe, nella laringe e nella trachea.

Inoltre, alla nascita al neonato è attribuito un basso punteggio di Apgar e fisicamente appare indebolito, in ipotonia, ovvero con poco tono muscolare. L’ostruzione parziale delle vie respiratorie in più determina un intrappolamento d’aria nel polmone in espirazione, rendendo possibile la presenza di torace a botte, enfisema interstiziale, pneumomediastino e pneumotorace, altri segnali inequivocabili della sindrome da aspirazione di meconio.

Come effettuare la diagnosi per accertare che siamo in presenza della sindrome? Nel caso in cui vengano rilevate tracce di meconio nel liquido amniotico, l’analisi del sangue del neonato con un pH ematico basso e una desaturazione di ossigeno  possono far avere i primi sospetti, confermati poi dalla radiografia del torace, che sicuramente mostrerà un’insufflazione esagerata con aree di atelettasia, oltre che liquido negli spazi pleurici e aria nei tessuti molli o nel mediastino.

La cura per la sindrome da aspirazione di meconio consiste in un’energica aspirazione della bocca e del rinofaringe, immediatamente dopo il parto e prima che il neonato respiri e pianga, seguita dal supporto respiratorio secondo le necessità. Ulteriori interventi supplementari possono inoltre comprendere la somministrazione di surfattante in grado di migliorare la funzione dei polmoni e ridurre la possibilità di scompenso polmonare, o di antibiotici al fine di prevenire eventuali infezioni.

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