Cause, sintomi e conseguenze della gravidanza extrauterina

Quali sono le cause per cui si ha una gravidanza extrauterina, ovvero in cui l'ovulo si impianta fuori dall'utero, magari nelle tube? Come possiamo accorgercene, e soprattutto come si deve intervenire una volta avuta la diagnosi?

Sappiamo che, normalmente, un ovulo subito dopo la fecondazione “viaggia” lungo le tube andandosi ad ancorare alla parete interna dell’utero, dove poi crescerà e svilupperà il bambino; tuttavia, alcune volte questo non succede, e l’ovulo si impianta in una sede diversa, come tube, addome, ovaio e cervice. In questo caso dobbiamo parlare di gravidanza extrauterina o ectopica, che avviene cioè, come il nome lascia facilmente intuire, proprio fuori dalla sede deputata normalmente ad accoglierla, ossia l’utero.

gravidanza extrauterina
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Una gravidanza extrauterina tubarica è certamente la più diffusa (riguarda infatti addirittura l’80% di casi) ma è altrettanto la più pericolosa; per quanto il fenomeno possa apparire sporadico e infrequente, in realtà recenti studi condotti soprattutto negli USA hanno testimoniato il contrario, rilevando una tendenza all’aumento nella casistica; inoltre, alcune statistiche sostengono che l’eventualità di una gravidanza extrauterina sia più probabile nei casi di donne che hanno già avuto figli piuttosto che nelle primipare.

Ma com’è possibile che l’ovulo si impianti in una posizione diversa rispetto a quella “canonica”?

Cause della gravidanza extrauterina

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A dispetto di quello che si può pensare, i fattori da cui può dipendere una gravidanza extrauterina sono molteplici, ma se si volessero riassumere si potrebbero includere in due distinti gruppi:

  • Al primo gruppo appartengono tutte le cause che ostacolano il passaggio dell’embrione verso l’utero, vale a dire l’iposviluppo dei genitali interni, in particolar modo della tuba, che non avendo sufficiente muscolatura non riesce a spingere l’ovulo verso l’utero, oppure nel caso di tube molto lunghe e sinuose o con malformazioni, come ostruzioni o torsioni che non permettono il passaggio dell’ovulo. In entrambe queste circostanze, l’ovulo supera il tempo massimo in cui può raggiungere l’utero e decide perciò di annidarsi nella tuba.
    C’è però un altro fattore da non sottovalutare, ovvero la presenza di  infezioni batteriche che possono creare uno stato infiammatorio, il quale provoca la restrizione della tuba riducendo lo spazio in cui l’ovulo può passare, come quelle dovute a Chlamydia Trachomatis (clamidia) e Neisseria Gonorrhoeae (gonorrea).
  • Al secondo gruppo di cause appartengono invece i fattori che facilitano l’annidamento nelle tube, principalmente l’endometriosi tubarica, purtroppo sempre più comune, che modifica lo strato interno delle tube rendendolo simile allo strato interno dell’utero confondendo perciò l’ovulo.

I sintomi della gravidanza extrauterina

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Purtroppo la gravidanza extrauterina non sempre si manifesta con sintomi precisi, oppure questi vengono spesso sottovalutati in quanto del tutto simili a quelli di una gravidanza fisiologica; in generale, comunque, quelli più diffusi sono:

  • Nausea, lievi dolori addominali che somigliano al portare un peso sul ventre
  • Quando la gravidanza sta avanzando, possono comparire i segni tipici di un aborto spontaneo, quindi perdite ematiche, anche continue, con espulsione di materiale filamentoso o piccoli grumi. Il dolore aumenta e diventa simile a quello di una colica renale o intestinale, perciò in questi casi si richiede necessario andare immediatamente al pronto soccorso.

Come accorgersi che si sta avendo una gravidanza extrauterina? Il test di gravidanza iniziale risulterà positivo proprio come nel caso di una gravidanza fisiologica, ma potremo sin da subito notare valori di beta-hcg nel sangue sono lievemente sotto la norma, ovvero un valore che superi i 2000mU/ml, ma che sia inferiore ai 15600 mU/ml, a 6 settimane. Inoltre potremo accorgerci che questo valore non ha il normale andamento di crescita che si riscontra invece in una normale gravidanza uterina: infatti non raddoppia in 48-72 ore, cresce ma più lentamente. Questa crescita così anomala del valore beta-hcg ci deve far sorgere il sospetto che qualcosa non vada e quindi ci porta ad approfondire la situazione con ulteriori esami strumentali, come un’ecografia transvaginale, in grado di avvicinarsi maggiormente agli organi interessati.

Il primo passo da compiere per capire che tipo di gravidanza si stia affrontando è valutare le modificazioni dell’utero, dato che a 6 settimane (quindi 2 settimane circa dopo la mancanza della mestruazione) è possibile già vedere la camera gestazionale come una macchia scura nel centro dell’utero, che in caso di gravidanza extrauterina manca completamente. In questo caso invece l’ecografia scoprirà l’ovaio visibile, ma le tube molto dilatate, con una camera gestazionale all’interno, e a volte una massa simile a quella dell’ovaio al suo interno (ossia l’embrione).

Le conseguenze della gravidanza extrauterina

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Purtroppo una gravidanza di questo tipo non può continuare, pena la messa a repentaglio della vita della donna; per questo è di estrema importanza individuare la struttura più adatta per trovare la soluzione più opportuna, dato che gli approcci perseguibili possono essere tre:

  • Difficilmente può essere presa in considerazione l’attesa di un aborto, che pure risolve circa la metà dei casi di gravidanze extrauterine, proprio per il rischio incombente sulla vita della gestante.
  • L’approccio può essere di tipo farmacologico: si utilizza un farmaco che interferisce con la produzione del corretto DNA dell’embrione, quindi con la crescita del tessuto che diventerà poi la placenta. Lo schema con cui questi farmaci vengono somministrati e il follow-up dipendono molto dalla struttura ospedaliera a cui ci si rivolge e dai protocolli che hanno deciso di attuare.
  • Si può ricorrere all’asportazione chirurgica delle tube, parzialmente o in toto. Naturalmente è il tipo di approccio più invasivo, che tuttavia può risultare il più efficace qualora gli altri – anche quello farmacologico – abbiano fallito. L’asportazione di parte o di tutta la tuba non preclude la possibilità di future gravidanze perché resta attiva la tuba controlaterale, dato che l’ovulo fecondato dal lato in cui manca la tuba, è comunque in grado di raggiungere l’utero o, addirittura, di migrare e inserirsi nell’altra tuba garantendo la gravidanza. Per quanto possa sembrare drastico (e lo è) intervenire chirurgicamente, il rischio a cui si va incontro è molto serio, poiché l’ovulo impiantato ha degli enzimi in grado di erodere la parete (che nell’utero servono per legare i vasi sanguigni della placenta con quelli materni) e formare dei grossi buchi. La rottura della tuba causa una potente emorragia e di conseguenza mette a rischio la vita della donna.

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