L’ipospadia è un’anomalia congenita degli organi genitali maschili, ed è curabile con un intervento chirurgico che va effettuato nei primi mesi di vita. Si tratta di una malformazione nella quale il meato uretrale, che è il canale attraverso cui esce l’urina, non si trova sulla punta del pene ma sull’asta peniena o nei casi più gravi nella zona dello scroto o del perineo. L’ipospadia è un’anomalia che può presentarsi in modo più o meno severo, a seconda del punto in cui è posizionato il meato uretrale.

Cos’è l’ipospadia?

L’ipospadia è una malformazione congenita dell’apparato urogenitale maschile e si sviluppa direttamente nell’utero materno. Il tessuto che forma l’uretra non si chiude completamente e questo comporta uno sviluppo parziale del prepuzio e l’assenza del frenulo. Il bambino affetto dall’epispadia va curato da subito, tramite un intervento chirurgico si cerca di far tornare tutto alla normalità, sia per la funzione biologica della minzione che per la riproduzione, senza sottovalutare l’aspetto estetico che può portare a conseguenze psicologiche negative.

In presenza di ipospadia il bambino non riesce a urinare in posizione eretta, ma deve farlo da seduto; inoltre, questa condizione può portare infezioni delle vie urinarie: tra le più gravi c’è l’idronefrosi, causata dal ristagno urinario per stenosi del meato e del tratto distale dell’uretra. Nei casi più gravi l’ipospadia è associata a un grave incurvamento dell’asta del pene che fa diventare le erezioni molto dolorose. Nei casi più gravi, questa condizione può comportare anche l’impotenza e l’infertilità.

Ipospadia: le cause

Cause Ipospadia
Fonte: iStock

L’ipospadia è provocata da fattori genetici e ambientali, e in alcuni casi contribuisce anche la familiarità: se un membro della famiglia ne è affetto è probabile che si sviluppi anche nei figli, dato che pare sia collegata a delle mutazioni dei geni implicati nello sviluppo dei genitali maschili esterni. È stato riscontrato che tra le cause ci sono anche un bilancio anomalo degli ormoni del feto e di quelli materni, l’assunzione della pillola anticoncezionale nei primi tre mesi di gravidanza, una grave carenza vitaminica, presenza di malattie virali, sofferenza fetale ipossica, assunzione in gravidanza di alcuni farmaci antiepilettici. L’ipospadia è più frequente nelle gravidanze di donne con più di 35 anni.

Ipospadia: le tipologie

Esistono tre diverse tipologie di ipospadia, classificate in base alla posizione del meato uretrale e alla gravità.

  • Ipospadia apicale: si riscontra nel 45% dei casi e si ha quando il meato urinario esterno si trova nella faccia ventrale del glande. È la forma meno grave perché lo spostamento del meato uretrale è lieve.
  • Ipospadia distale: interessa il 35% dei casi e si verifica quando il meato urinario esterno si localizza tra il 1/3 distale del pene e il solco balano-prepuziale.
  • Ipospadia prossimale: in questi casi il meato urinario esterno si trova tra il perineo e il 1/3 distale della superficie ventrale del pene, nella parte bassa del pene, ma anche nella zona dello scroto o del perineo.

Ipospadia femminile

L’ipospadia femminile è un’anomalia molto rara ma anche abbastanza grave, in questo caso l’apertura dell’uretra si trova vicino al clitoride, sopra le grandi labbra. Questa malformazione provoca vari disagi e disturbi tra cui il clitoride diviso in due, la tendenza a sviluppare infezioni, l’incontinenza, il reflusso di urina nella vescica e l’osso del bacino esteso. Anche in questo caso si procede chirurgicamente.

Ipospadia: intervento e post operatorio

L’ipospadia si cura chirurgicamente, sia nei casi più lievi che in quelli più gravi, in modo da assicurare al bambino uno sviluppo completo e senza danni psicologici. L’intervento consiste nella correzione dell’anomalia morfologica: si corregge l’incurvatura del pene, si riporta il meato all’apice del pene e si ricostruisce l’uretra, a volte si utilizzano innesti di mucosa dalla cavità orale per ricostruire le parti mancanti. I medici cercano di dare al pene un aspetto quanto più naturale possibile.

L’intervento va fatto tra i 4 e i 12 mesi di vita per garantire la piena funzionalità urinaria e, da adulti, anche quella sessuale. Il post operatorio è un po’ fastidioso, ma nel giro di una decina di giorni si ritorna alla vita normale.

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