La plagiocefalia funzionale: come comportarsi?

La plagiocefalia è una deformazione della testa del neonato visibile già dalla nascita o nelle prime settimane di vita. Le cause principali sono la posizione assunta nell'utero, il passaggio nel canale del parto, l'abitudine a trascorrere molto tempo dormendo nella stessa posizione. Tra i rimedi si annoverano l'osteopatia e alcune modifiche alle attitudini posturali del neonato messe in atto dai genitori.

La plagiocefalia è una deformazione molto comune che interessa la testa dei neonati e si manifesta già alla nascita o nei primi mesi di vita.

Una comune definizione di plagiocefalia è “testa piatta” ed è piuttosto facile a vedersi perché spesso la parte frontale risulta più prominente da un lato e così pure la parte posteriore. Nel casi più gravi, anche la parte inferiore del viso è asimmetrica.

La prima distinzione che va fatta da parte del pediatra nel momento della diagnosi è quella tra plagiocefalia funzionale e sinostotica. In questo secondo caso, che indica una ossificazione precoce del cranio, bisogna ricorrere all’uso di tutori se non addirittura a un intervento chirurgico.

Nel caso invece ben più comune della plagiocefalia funzionale, sarà il medico a consigliare come e se intervenire, ma le possibilità sono molte. Nella maggior parte dei casi, soprattutto in quelli in cui la deformità è meno evidente, il tutto si risolve spontaneamente o con piccoli accorgimenti.

Le cause della plagiocefalia

plagiocefalia
Fonte: pixabay

Una delle più comuni cause della plagiocefalia è la posizione che assume il bambino quando è ancora nell’utero materno. Un bambino piuttosto grande, in un bacino magari stretto e poco mobile, o con la testa impegnata precocemente nel canale del parto, può rimanere molto a lungo in una posizione che costringe le ossa del capo a modificarsi per occupare lo spazio che hanno a disposizione.

Anche il travaglio e il parto stesso possono essere causa di plagiocefalia: le ossa del cranio nel neonato sono naturalmente malleabili e in grado di adattarsi per passare attraverso il percorso stretto che porta alla nascita.

Seppur sempre meno utilizzati, anche alcuni ausili che agevolano la nascita, come il forcipe o la ventosa, hanno conseguenze sulla forma della testa del nascituro.

Dalla nascita in poi, in maniera del tutto naturale, il neonato mette in atto alcuni movimenti, come il pianto e la suzione, che tendono ad allentare le tensioni accumulate nel cranio durante la gravidanza e il parto, e distendono in maniera spontanea le ossa riducendo la deformazione.

Dai primi giorni di vita, tuttavia, esistono altre abitudini che impediscono la naturale risoluzione della plagiocefalia, come l’indicazione di tenere il bambino supino quando dorme, ossia per la maggior parte del suo tempo.

Questa posizione, sicuramente da utilizzare perché indicata come la migliore per diminuire il rischio di SIDS, o morte in culla, tende però non solo a far regredire il miglioramento spontaneo della plagiocefalia, ma addirittura a causare un ulteriore appiattimento della parte della testa sulla quale il neonato dorme.

Due rimedi per la plagiocefalia

1. L’osteopatia

L’osteopata può intervenire, se necessario, fin dalle prime settimane di vita del bambino, allentando con opportuni massaggi e movimenti tutte le tensioni che si sono accumulate durante la gravidanza e il parto.

Solitamente, dai 3 ai 5 incontri sono sufficienti per risolvere i casi meno gravi. L’osteopata inoltre saprà dare utili consigli ai genitori su come comportarsi.

2. Guidare la posizione del neonato

I genitori non devono abituarsi a lasciare il neonato nella posizione che lui ritiene più comodo. Quando è sveglio e controllato dal genitore, il neonato può anche essere tenuto in posizione prona, magari disteso sul corpo della mamma o del papà, in modo che si abitui al movimento del collo e lo rinforzi per giungere al momento in cui riuscirà a sollevare la testa, dapprima di pochi centimetri e per pochi secondi, poi per più tempo.

Durante i riposini, pur mantenendo la posizione supina, è possibile guidare il neonato nell’appoggiare la testa sul lato che non risulta appiattito. Esistono inoltre dei cuscini che aiutano a raggiungere una posizione corretta della testa.

Se la mamma allatta, è bene che lo faccia da entrambi i lati, sforzando comunque il bambino a succhiare anche dal lato in cui si sente più scomodo. Se il bambino mangia dal biberon, è comunque possibile tenerlo in braccio dal lato in cui appoggia la parte della testa non piatta.

Le possibili conseguenze della plagiocefalia (se non trattata)

La conseguenza più evidente è estetica, perché un occhio potrebbe risultare più piccolo e un orecchio più prominente.  Altra conseguenza comune interessa la malocclusione dentale, ossia il non perfetto allineamento delle due arcate dentali, quando cresceranno.

Una grave plagiocefalia può dare disturbi nella suzione, nel sonno o problemi nella motilità del collo, fino a rallentare lo sviluppo motorio del bambino.

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