Avere Un Solo Figlio: Pro e Contro Del Figlio Unico
Figlio unico sì... figlio unico no?!?? Approfondiamo insieme il discorso sulla famiglia "triangolo" cioè composta da due genitori ed un figlio, ascoltando anche il parere della Psicologa
Figlio unico sì... figlio unico no?!?? Approfondiamo insieme il discorso sulla famiglia "triangolo" cioè composta da due genitori ed un figlio, ascoltando anche il parere della Psicologa
La nostra società è in continuo mutamento, al contrario di decenni fa infatti, al classico concetto di famiglia “quadrato” composta dai genitori e due figli, si sta affiancando quello di famiglia “triangolo” cioè due genitori ed un figlio.
Tra le cause che hanno portato a questo, senza dubbio il ruolo della donna sempre più impegnata sul lavoro e l’incremento del costo della vita hanno avuto un peso rilevante nello spingere sempre più coppie a scegliere di mettere al modo un unico figlio.
Ma se da una parte pare essere una scelta obbligata, dall’altra si rimpiange sempre la famiglia numerosa ed il rapporto essenziale ed unico che si instaura tra fratelli: esistono infatti due movimenti di pensiero contrapposti.
Chi vuole fornire al proprio figlio il sostegno duraturo e spesso indissolubile dei fratelli e chi preferisce invece garantire una vita più economicamente agiata ad un figlio unico; chi vede nel figlio unico un adulto viziato ed egoista e chi invece intravede un adulto con maggiore autostima e più successo nella vita.
Approfondiamo meglio insieme le due visioni contrastanti !
Coloro i quali sostengono che il figlio unico sia da preferire basano le loro considerazioni sul fatto che riceverà maggiori attenzioni, più gratificazioni e sarà spinto dunque il più possibile alla realizzazione della propria identità.
A livello psicologico questo può effettivamente accadere poiché il bambino può sviluppare un sano narcisismo ed una piena consapevolezza delle proprie capacità.
Il rovescio della medaglia è dato dal fatto che il figlio unico, spesso, si trova al centro di tutte le aspirazioni dei genitori ed, in questo senso, deve saper rispondere ad un bagaglio più pesante di aspettative.
Una situazione che può rischiare di schiacciarlo, fondamentale è infatti che i genitori riconoscano che il bambino è un essere unico ed “altro” da loro e che si impegnino al massimo a fargli esprimere nel migliore dei modi tutte le sue potenzialità e peculiarità.
L’argomentazione più diffusa è che c’è il rischio che un figlio unico cresca maggiormente viziato.
In realtà, numerose ricerche hanno dimostrato che il fatto che un figlio unico sia viziato o meno dipenda dalla relazione instaurata con e dai genitori.
Smentiamo dunque con forza l’idea che ricevere più attenzioni e più tempo significhi per forza crescere maggiormente viziati!
Inoltre, un altro pregiudizio è che un figlio unico possa soffrire di solitudine poiché non ha fratelli o sorelle con cui condividere il suo tempo e le sue attività.
Anche questo tipo di argomentazione non ha nessun tipo di fondamento in quanto il contesto in cui il bambino cresce dipende dalla capacità da parte dei genitori di intrattenere e costruire relazioni adeguate.
A meno che il bimbo non venga lasciato tutto il giorno chiuso in casa a guardare la tv, le occasioni di incontro e socializzazione esistono anche oltre quella con i fratelli: uscire ed andare al parco, in biblioteca, nel cortile di casa, all’asilo nido sono ad esempio tutte occasioni in cui il bimbo può entrare in relazione con i suoi coetanei.
Esiste dunque una risposta alla domanda: è meglio il figlio unico o la famiglia numerosa?
Evidentemente la risposta è no!
La partita si gioca sulla capacità da parte dei genitori di saper stimolare ed assecondare le capacità del bambino, senza sovraccaricarlo eccessivamente di pressioni ed aspettative.
Fornendogli un ambiente in cui sia possibile per lui socializzare con i coetanei e soprattutto divertendosi attraverso il gioco.
Il sentirsi non pienamente capaci, con la paura di sbagliare, con mille insicurezze ed ansie fa parte del vissuto della maggior parte dei genitori ed è anche più che comprensibile: come tutti i mestieri del mondo anche quello di “genitore” deve essere appreso.
Uno psicologo può essere in grado di offrire utili consigli su come interagire con il proprio bambino e su come saper sfruttare anche gli eventuali errori commessi come momento di crescita per tutta l’intera famiglia.
Scritto in collaborazione con il Dott. Marco Borghese
Esperta in Psicologia Giuridica, si occupa di terapie individuali e familiari e offre supporto sulle seguenti tematiche: relazioni di coppia, sessualità, affidamento, divorzio, mobbing, abuso sessuale, disagi psicologici (ansia, de...
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