Le sostanze chimiche tossiche possono penetrare nel corpo umano anche prima della nascita. A rivelarlo, una recente revisione di quaranta diversi studi condotta dall’organizzazione Environmental Working Group (EWG).

L’analisi ha rilevato la presenza di Per e Polyfluroalkyl Substances (PFAS), particolari sostanze tossiche, nel sangue del cordone ombelicale nei campioni visionati. I risultati di questa revisione evidenziano un’incombente e delicata crisi di salute pubblica che deve essere trattata con urgenza.

Il PFAS può raggiungere i feti attraverso il cordone ombelicale e i bambini attraverso l’allattamento al seno. Queste sostanze possono entrare nei corpi umani attraverso il contatto con la pelle, l’ingestione o anche l’inalazione nell’ambiente, si è asserito nello studio.

Queste sostanze vengono chiamate “forever chemicals” perché sono difficili da eliminare. Possono trovarsi in oggetti come pentole resistenti a olio, calore e acqua, schiuma antincendio, cosmetici, pitture e rivestimenti, indumenti impermeabili e oggetti elettronici. È stato anche riscontrato che i PFAS si ritrovano a livelli allarmanti anche nell’acqua piovana, nella carne, nei prodotti ittici, nel suolo e nel mare. Insomma, è praticamente impossibile evitarle.

L’attuale revisione ha preso in considerazione studi condotti in 12 paesi, tra cui Cina, Giappone e Stati Uniti. Tutti gli studi hanno riportato la presenza di PFAS nel sangue umano, e molti di essi riportano la presenza di PFAS nel sangue del cordone ombelicale. Si sono inoltre rilevati cambiamenti nei lipidi del sangue del cordone ombelicale, che possono influenzare le funzioni metaboliche in una persona.

I rischi

Alcuni studi hanno anche evidenziato associazioni tra PFAS nel sangue del cordone ombelicale e danni allo sviluppo del feto. La presenza massiccia di PFAS nel sangue del cordone ombelicale – o nella tarda infanzia – comporta l‘aumento dei rischi per la salute nell’età adulta, tra cui l’aumento del rischio di cancro ai reni e ai testicoli.

La dottoressa Uloma Uche ha definito molto preoccupante la presenza di PFAS nei neonati, perché sono “più vulnerabili a queste esposizioni, dal momento che i loro corpi in via di sviluppo non hanno i meccanismi per combattere queste sostanze chimiche”.

Cosa si può fare per porre rimedio al problema

Attualmente si sta cercando un modo per ridurre la presenza di PFAS nel corpo umano. Un recente studio che ha ipotizzato che le donazioni di sangue regolari potrebbero ridurre i livelli di PFAS nel corpo umano. Tuttavia sono ancora necessari test più specifici per accertare questa ipotesi. Resta il fatto che la donazione di sangue non può essere un’opzione praticabile per feti, neonati o bambini.

Una scoperta più recente ha scoperto che una miscela di sapone e solvente può distruggere per sempre le sostanze chimiche, quantomeno nel suolo e nell’acqua. Ma pare sia un meccanismo utile per distruggere solo alcuni PFAS.

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