Adultizzazione precoce e il rischio dei bambini diventati grandi troppo presto

L’adultizzazione precoce è il fenomeno in base al quale un bambino è portato ad adottare comportamenti tipici degli adulti, venendo caricato di responsabilità e autonomie che non gli spettano, e che lo privano del suo diritto alla spensieratezza e alla leggerezza. Vediamo i dettagli.

Succede spesso: quando siamo piccoli, desideriamo così tanto essere più grandi rispetto alla nostra età che iniziamo a vestirci come i nostri genitori (magari “rubando” loro scarpe e abiti), ci atteggiamo come gli adulti che ci circondano o facciamo discorsi ispirati a quelli degli adulti.

Nella maggior parte dei casi, questo desiderio rimane recluso nella sfera del gioco, ma può accadere che tale comportamento esuli da essa e si trasformi in realtà. In questo caso, si parla di “adultizzazione precoce”, ossia la condizione in cui un bambino viene responsabilizzato eccessivamente rispetto alla propria età – per fattori di causa esterna o dagli stessi genitori – e perde, così, di vista il proprio lato fanciullesco.

Vediamone i dettagli.

Adultizzazione precoce: che cos’è

Con l’espressione “adultizzazione precoce” ci si riferisce a tutte quelle situazioni familiari in cui il bambino è portato ad adottare comportamenti tipici degli adulti, venendo caricati di responsabilità e scelte che non gli spettano.

In questo modo, il bambino viene privato del suo diritto alla spensieratezza e alla leggerezza proprie dell’infanzia e viene caricato di aspettative e imposizioni troppo grevi da sopportare a livello emotivo e pratico.

Il risultato è, allora, un bambino che non sa, non riesce e/o non può vivere pienamente la sua età, e si ritrova costretto in uno schema mentale lontano da quello in cui dovrebbe trovarsi, preoccupandosi di questioni che non dovrebbero interessarlo e facendosi spesso carico di problemi familiari di cui non dovrebbe conoscere i dettagli.

Con effetti a cascata, e sovente difficili da eliminare, nei “veri” adulti che diverranno.

L’adultizzazione precoce in psicologia

L’adultizzazione precoce è un fenomeno approfonditamente studiato in psicologia, anche a causa dei numerosi casi di disagio di cui è origine.

Come spiega la psicologa Tiziana Montalbano:

Ci sono adulti o giovani adulti a cui non è stato mai concesso di essere bambini, di vivere la spensieratezza di quell’età, del dover pensare solo a giocare e ad andare a scuola. Queste persone, a cui per qualche motivo non è stato concesso di “fare i bambini”, crescono e a un certo punto la sofferenza, l’insoddisfazione verso la vita, li porta, nel migliore dei casi, a chiedere aiuto. Sono individui a cui è stata “rubata” l’infanzia. […] Questa forma di adultizzazione precoce non permette al bambino di sviluppare una propria identità, caricato da compiti e richieste genitoriali eccessive.

Le conseguenze, come vedremo, sono molteplici, e possono dare vita, da adulti, a diverse reazioni al trauma: dalla sofferenza alla diffidenza, dall’estrema autonomia alla perenne richiesta di affetto e sicurezza.

Tuttavia, continua Montalbano:

Queste persone, se arrivano dallo psicologo, possono essere aiutate nel diventare consapevoli e comprendere il meccanismo familiare in cui erano stati inseriti, a liberarsi dal senso di colpa e a costruirsi una vita autonoma e indipendente.

Cause e fattori dell’adultizzazione infantile

Ma quali sono le cause principali di questo processo? A dare avvio all’adultizzazione precoce vi possono essere innumerevoli motivazioni.

Come chiarisce Laura Formenti, docente di Pedagogia della Famiglia presso l’Università Bicocca di Milano:

L’adultizzazione può nascere da situazioni molto diverse, anche opposte. Può presentarsi quando i genitori sono infantili e il bambino si prende cura della mamma o del papà. O, al contrario, in presenza di genitori molto rigidi, impostati, normativi, di cui il bambino replica il comportamento per imitazione. Può sorgere in particolari condizioni, ad esempio nel caso in cui il bambino frequenti più adulti che bambini della sua età.

Insomma, alla base dell’adultizzazione precoce possono sussistere diversi fattori. Fil rouge è, però, la responsabilizzazione che il bambino sente incombere nei propri confronti, e che nega al suo essere di esprimersi come si confà a un bambino, appunto, occupandosi solo di giocare, studiare e trascorrere del tempo con i suoi pari.

E questo può verificarsi, come abbiamo visto, per diverse ragioni, come per esempio quando i genitori lavorano e il bambino rimane spesso a casa da solo, e impara così a gestirsi in autonomia (cucinando, andando a scuola e tornando da essa da solo, rispondendo al telefono, dandosi delle regole per studiare e guardare la televisione e così via).

O, al contrario, quando i genitori sono presenti fisicamente, ma sono compromessi a livello emotivo, e non sono in grado di fornire totale accudimento ai propri figli. In questo caso, il bambino si ritroverà di fronte genitori “infantili”, bisognosi di affetto e cura, o, viceversa, genitori molto rigidi e distanti, incapaci di dimostrare amore e dedizione.

Un’ulteriore causa dell’adultizzazione precoce può essere, infine, l’accumularsi di pressioni sociali che interessano i genitori odierni, i quali possono giungere a dare vita a una sorta di “genitorialità intensiva” mirata a rendere i propri figli altamente performanti, a offrire loro continui stimoli e a educarli a rispettare le (irrealistiche) aspettative della società moderna.

Adultizzazione precoce: rischi e conseguenze

Dato il coacervo di malessere cui sono stati sottoposti, i bambini cresciuti “troppo in fretta” possono sviluppare una serie di disfunzionalità e disagi – anche molto seri – in età adulta.

Possono, infatti, divenire adulti anaffettivi, autonomi e focalizzati esclusivamente su se stessi, solo in apparenza sicuri di sé, estremamente rigidi e razionali e concentrati sul proprio benessere e sulle proprie esigenze. O, al contrario, possono trasformarsi in adulti manchevoli, bisognosi di (e dipendenti da) affetto costante e di contatto fisico, desiderosi di convalide emotive e certezze e spesso diffidenti nei confronti delle persone con cui instaurano un rapporto intimo.

In ogni caso, nell’adulto a cui è stata privata la propria parte fanciullesca vi è quasi sempre assenza di equilibrio: una precarietà emotiva in cui vige sovrana la paura di abbandonarsi e lasciarsi andare e, di conseguenza, il timore di essere ferito dall’individuo con cui ci si pone in relazione.

Perché e come evitarla

È, quindi, necessario agire tempestivamente nel caso in cui ci si accorgesse di star attuando, nei confronti dei propri figli, un processo di questo tipo.

Il primo passo è, senza dubbio, consultare un esperto, e, se necessario, intraprendere un percorso di psicoterapia che possa aiutare i genitori a comprendere le cause della pretesa di adultizzazione verso i propri figli e a decostruire gli schemi e le dinamiche – probabilmente legati, a loro volta, al proprio vissuto – alla base di tale comportamento.

È, poi, fondamentale confrontarsi con gli altri genitori, senza chiudersi nella propria intimità e cercando di riflettere sulle cause e i punti di raccordo con le altre famiglie, diventando più flessibili, mettendosi maggiormente in discussione e ascoltando le esigenze del bambino – facendo anche attenzione, in questo contesto, a eventuali segnali di dolore e disagio.

Diventare adulti è un percorso tortuoso e spesso complesso: in quanto genitori, però, si può concorrere a renderlo meno ostico, aiutando i propri figli a percorrere un cammino quanto più sereno, sicuro, autonomo e sano possibile.

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