Certo, la traduzione letterale non è delle migliori: già, perché baby parking si dovrebbe tradurre più o meno come “parcheggio per bambini”. Ma in realtà il termine non si riferisce a un luogo dove “parcheggiare” poco carinamente i bebè, bensì a uno spazio che possa permettere ai più piccoli di divertirsi anche in assenza dei genitori, e a mamme e papà di poter sbrigare le incombenze quotidiane senza il pensiero costante alle esigenze dei figli.

Di cosa si tratta nello specifico?

Cos’è il baby parking?

baby parking cos'è
Fonte: web

Il baby parking non è altro che un centro di custodia oraria che fornisce anche un servizio socio-educativo-ricreativo. In sostanza, un luogo per affidare i bambini nelle mani di persone competenti, pensato apposta in relazione ai bisogni primari del bambino, fornito perciò di giochi, giostre e tutto quello che può essergli utile. Il baby parking può ospitare bambini dai 13 mesi ai 6 anni, per un periodo di tempo che non può superare le cinque ore giornaliere.

Naturalmente, non si può sostituire all’asilo, ma semmai può rappresentare un complemento alla scuola materna, un supporto per i genitori che devono sbrigare delle commissioni dopo aver ripreso da scuola i figli, in sostanza il ruolo assurto dalle ludoteche. Il baby parking, però, non risponde solo alle esigenze dei genitori, ma soprattutto a quelle dei bambini, dato che offre loro attività e laboratori creativi pensati proprio per sviluppare al meglio la socialità e la comunicazione con i coetanei.

Per accedere al baby parking non è necessaria l’iscrizione, dato che si utilizza la formula del pagamento a ore. Alcuni baby parking offrono però degli abbonamenti, o la possibilità di acquistare dei ticket, da consumare di volta in volta. Talvolta i baby parking stipulano convenzioni con circoli, negozi, palestre, studi medici o altre aziende, mentre in altre occasioni rappresenta un servizio offerto dagli stessi asili nido. C’è di più: ci sono baby parking che offrono la possibilità di contattare baby sitter o il servizio di baby taxi, organizzano feste di compleanno, oppure mettono a disposizione i propri spazi per realizzare party per bambini.

Cosa bisogna fare per aprire un baby parking?

Requisiti per il baby parking: come aprirlo

baby parking come aprirlo
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Per aprire un baby parking l’iter burocratico da seguire è piuttosto semplice. Anzitutto deve essere richiesta l’Iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, previa apertura della partita IVA, il conto fiscale. È inoltre necessaria l’iscrizione all’INPS e all’INAIL, oltre che la valutazione del rischio L.626/1994.

Requisiti fondamentali sono l’assicurazione, l’agibilità dei locali scelti per allestire il baby parking e il rispetto delle norme igienico-sanitarie. Fondamentale, ad esempio, è la presenza della porta anti-incendio. Deve inoltre essere richiesta l’autorizzazione per installare le insegne e i cartelli stradali, e c’è la possibilità, facoltativa, di iscriversi alle Associazioni di categoria.

Un piccolo, ma importantissimo inciso, riguarda le normative che, essendo regionali, possono variare in base alla regione di appartenenza. Certamente un requisito universale riguarda il conseguimento del diploma di scuola media superiore, fermo restando che il titolare del baby parking non debba avere altre specifiche qualifiche.

Capitolo costi: considerando appunto la discrezionalità regionale nell’attuazione delle normative, servono comunque non meno di 20 mila euro per avviare un baby parking, a cui devono, ovviamente, essere aggiunte le eventuali spese per la ristrutturazione dei locali o la messa a norma degli impianti presenti.
Per quanto riguarda il luogo ideale in cui aprire il baby parking, è ovviamente consigliabile scegliere un locale vicino a posti che presuppongono la necessità, da parte del genitore, di lasciare il suo bambino per poter svolgere commissioni di qualsiasi tipo, ad esempio le aree limitrofe a centri commerciali o negozi. Il baby parking può ospitare da 10 a 25 bambini, e, benché la normativa sia differente rispetto a quella che regola un asilo, la base è comunque il rispetto delle norme igienico-sanitarie.

L’arredo del locale deve essere piacevole e sicuro, e prevedere la presenza di seggioline, tavolini, armadietti pieni, colorati e disegnati, giocattoli, libri. Anche il personale deve, ovviamente, essere idoneo al ruolo, perciò è preferibile optare per persone che abbiano una qualifica o un titolo di studio inerente l’educazione infantile, e deve essere presente un operatore/operatrice ogni 10 bambini.

Benché l’investimento iniziale non sia eccessivamente alto, si può comunque richiedere l’accesso a contributi e finanziamenti per aprire il baby parking: ad esempio, se siete donne, si può richiedere il Finanziamento per l’Imprenditoria Femminile; in alternativa c’è il kit, proposto da CreaImpresa, che aiuta a risolvere tutte le difficoltà e le problematiche inerenti l’apertura di un baby parking. Come per gli asili, e per tante altre attività, vi è inoltre la possibilità di avviare un baby parking in franchising, mettendosi nella mani di un marchio che opera nel settore, limitando anche i costi iniziali. Alcuni professionisti del settore sono Arcobaleno e La bacchetta magica, che vi forniscono tutte le informazioni necessarie sui rispettivi siti Internet.

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