Siamo senz’altro abituate a pensare alle bambole come a un giocattolo prettamente da bambine, e forse poche di noi conoscono le bambole empatiche. Di cosa parliamo?

Sono sempre giocattoli, certamente, ma che, come suggerisce il nome, riescono ad aiutare il bambino, indistintamente maschi e femmine, a sviluppare appunto il sentimento empatico, ovvero la capacità di relazionarsi e di mettersi in comunicazione con “l’altro”, riuscendo a comprenderne esigenze e messaggi. C’è di più, pur essendo una bambola di pezza vera e propria, la bambola empatica non è adatta solo ai bambini, ma anche ad adulti con particolari problematiche e patologie anche serie.

La nascita delle bambole empatiche

bambole empatiche
Fonte: web

Siamo nel 1996, in Svezia, quando la terapista Britt-Marie Egedius-Jakobsson, che purtroppo ha un figlio malato terminale, comprende appieno l’importanza della dolls therapy, della terapia delle bambole, mezzo utilissimo per migliorare il benessere delle persone che presentano difficoltà evidenti nel relazionarsi con gli altri, quelle, per esempio, affette da autismo, ma anche da demenza senile, o da patologie di natura psichiatrica anche piuttosto gravi. Non solo, la terapia delle bambole aiuta anche suo figlio a trovare un conforto nei (tanti) momenti duri della malattia.

Egedius-Jakobsson per prima comprese che accudire queste bambole riusciva, in qualche modo, a risollevare lo stato di salute dei pazienti, gestendo in maniera più consapevole lo stress e riducendo persino il loro ricorsi ai farmaci. Per questo la terapista svedese diede il via allo sviluppo della linea di bambole empatiche Joyk, composta da bambole di misure diverse ma con le medesime caratteristiche, ovvero una lunghezza compresa tra i 34 e i 50 centimetri, un peso oscillante tra i 700 e i 1000 grammi, la possibilità di stare sedute e la morbidezza somigliante a quella della pelle di un bambino. Sono proprio il sorriso dolce, la faccia paffuta, i capelli morbidi, la morbidezza e la leggerezza a sviluppare istintivamente nei bambini l’empatia.

Sono giocattoli, certamente, ma realizzati con una precisione e un’accuratezza estremi, con cinque dita per mano, e organi genitali perfettamente reali; inoltre, la versione neonato ha una testolina che necessita di essere sorretta, proprio come accade con i bambini veri. La cosa curiosa, inoltre, è che le empathy dolls sono tutte fatte a mano, così che, anche nel medesimo modello, non possano esistere due bambole perfettamente identiche, al contrario di quanto avviene con i giocattoli che arrivano dalla grandi catene di produzione.

L’importanza della Therapy Dolls

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Come abbiamo detto, la terapia delle bambole non è utile solo in fase di apprendimento per i bambini, che in questo modo riescono a sviluppare spontaneamente l’empatia, ma anche persone adulte con problematiche serie possono essere aiutate dalle empathy dolls; ad esempio, nei casi di anziani malati di Alzheimer o di demenza senile queste ultime vengono impiegate come sostegno complementare a quello farmacologico, la cui efficacia è stata comprovata da più di una ricerca, ad esempio in quella, svolta nel 2014, da Pezzati e collaboratori.

L’ipotesi avanzata in questo caso dai ricercatori era che, nella persona esposta a sedute di terapia della bambola, si attivassero i sistemi di accudimento e di esplorazione; al fine di verificare la teoria, un gruppo di pazienti affetto da demenza e sottoposto a terapia è stato confrontato con un gruppo di controllo non trattato, esposti entrambi a una situazione di separazione da una figura conosciuta, preparata ad hoc, e a interazione con l’ambiente: i risultati hanno mostrato che l’applicazione della terapia della bambola ha effettivamente migliorato la dimensione affettiva e relazionale di attaccamento/accudimento, e la dimensione di attenzione nel comportamento di esplorazione, nei pazienti con una demenza di grado avanzato.

Grazie al significato simbolico, in sostituzione, ad esempio, di figli cresciuti o di nipoti, queste bambole agiscono anche come forte compensazione affettiva, migliorando lo stato di benessere del paziente, ma anche calmando gli stati di ansia, aggressività o insonnia.

Sui più piccoli, naturalmente, lo scopo psicoterapeutico delle bambole è soprattutto quello di far sviluppare loro l’affettività verso il prossimo, imparando a gestire e ad esprimere spontaneamente le proprie emozioni.

Quali empathy dolls scegliere

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Ci sono bambole empatiche diverse, adatte alle diverse fasce d’età dell’infanzia, comprese quindi dagli 0 ai 3 anni, e dai 3 anni in su (senza limiti). Le bambole possono rappresentare fasi diverse della crescita, o intere famiglie, composte da genitori, nonni, figli, oppure animali. Le bambole empatiche neonate possono aiutare i più piccoli soprattutto a scoprire le differenze anatomiche tra maschi e femmine, ma vengono spesso usate anche durante i corsi preparto, soprattutto quando si simula l’allattamento o il parto stesso.

Le marche più note di bambole empatiche sono quelle della Joyk dolls e della Rubens Barn; queste ultime si dividono in Kids, Original (con volti più elaborati ed espressioni realistiche, prive di caratteristiche sessuali), Baby (hanno caratteristiche sessuali realistiche e possono succhiarsi il pollice) ed Ecobuds, la cui pelle, capelli e vestiti sono realizzati in cotone biologico. Sono tutte disponibili su Amazon.

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