È davvero il desiderio di molte donne quello di rimanere a casa 24 ore su 24 e starsene con i propri figli piuttosto che percorrere una carriera professionale? Sicuramente è un argomento molto delicato colmo di sfaccettature.

Siamo in un’epoca in cui la donna può essere indipendente e il lavoro può portarla a realizzarsi e a costruire una carriera con le sue mani. Non molte donne, però, nonostante tutto, sono di quest’idea. Ci sono donne che, come è giusto che sia dato che ognuna è libera di avere la sua opinione, preferiscono dedicarsi alla famiglia e ai figli. 

Preferiscono, quindi, svolgere il cosiddetto “lavoro da mamma” senza dover necessariamente pensare ad altro. Un lavoro non retribuito che riesce comunque a darti in cambio tanto amore da parte dei tuoi figli. Ci sono, quindi, donne che sono fiere della loro vita da mamma non lavoratrice e non hanno intenzione di realizzarsi professionalmente. Una scelta da accettare e da non criticare, dal momento in cui ogni donna è libera di prendere le decisioni che ritiene più opportune per il bene della sua famiglia. Peccato, però, che ci sono donne che stanno a casa con i propri figli ma… preferirebbero andare a lavoro.

Brutto da dire e da pensare, forse? No, perché una mamma è pur sempre una donna e come tale può sentire la necessità di dedicare del tempo a se stessa e al suo lavoro. Magari non fa il lavoro della sua vita, ma è pur sempre un modo per essere indipendente, quindi non poggiare sulle spalle di nessuno, e per poter staccare anche durante la giornata dalla sua “vita da mamma”. 

Queste mamme non criticano chi decide di rimanere a casa per scelta, ma vorrebbero semplicemente riprendere in mano la loro vita da lavoratrice. Non sempre è possibile, perché sappiamo benissimo come le priorità di una mamma possono cambiare improvvisamente. Non tutte possono permettersi di stare fuori casa e lasciare il figlio al nido o con la babysitter, non tutte vogliono dedicare la vita al lavoro e non vedere il proprio figlio crescere e, quindi, si focalizzano sulla scelta di rimanere a casa nonostante il desiderio più grande sarebbe riuscire a combinare le due cose. Ma, purtroppo, a volte, bisogna prendere una decisione. 

Quindi, quando a una mamma tocca rimanere a casa non per sua scelta, ma per altri vari motivi si sente spesso dire…

“Beata te che stai a casa con i bambini!

“Almeno lo vedi crescere, pensa io che lavoro tutto il giorno…”

Ma, precisamente, beata di cosa? Sicuramente trascorrere molto tempo, ovvero l’intera giornata, con i propri figli specialmente se piccoli può essere meraviglioso. Li vedi crescere, vedi ogni loro progresso, gli prepari da mangiare, li accudisci e sentono sempre il tuo calore. Eppure, nonostante queste piccole gioie, una mamma può sentire il peso delle sue giornate da mamma e avere il desiderio di ritornare a lavoro. Quindi, prima di rivolgersi a una mamma riguardo la sua vita da non lavoratrice, bisogna pensare prima di parlare…

Ma attenzione, anche una mamma che non ha il desiderio di ritornare a lavoro non ha il diritto di doversi sentire dire una tale esclamazione. Anche chi, ovviamente, lavora e non ha la possibilità di trascorrere molto tempo con i propri figli. Insomma, nessuna e ripeto nessuna mamma meriterebbe un “beata te” inopportuno e sempre fuori luogo. Dietro le scelte di una mamma, ricordiamoci, ci sono sempre dei motivi importanti che noi, dall’esterno, non dobbiamo sottovalutare.

“Perché non ti trovi un lavoretto per poter comunque ingranare qualcosa?”

E, ovviamente, non è l’unica frase che può tormentare la giornata di una mamma. Ce ne sono molte di frasi che una donna madre di famiglia non lavoratrice si sente, quasi ogni giorno, dire.

“Ah, non lavori? Quindi il pomeriggio quando tuo figlio dorme puoi riposare anche tu…”

E tutte quelle altre frasi odiose che una mamma non lavoratrice deve subire da parte di amici, parenti ed estranei e, per la maggior parte delle volte, da donne che sono anche mamme. Il punto è che primo, bisognerebbe sempre imparare a farsi i fatti propri e non scaricare le proprie insoddisfazioni sugli altri. I “beata te” nascondono in modo non proprio velato una certa dose di invidia. Secondo, come già detto, anche per le mamme che non vogliono tornare al lavoro un “beata te” può essere fastidioso, in quanto accudire dei bambini non è affatto un compito facile, è un lavoro pieno di soddisfazioni, certo, ma anche stancante, snervante, che non conosce orari, ferie o malattie. Quindi vi possono essere quelle che non vogliono tornare al lavoro, ma faticano più di chi ci va; quelle che sentono la mancanza del lavoro perché hanno voglia di realizzarsi professionalmente; quelle che vorrebbero tornare al lavoro perché sanno che faticherebbero di meno; quelle che non hanno alternative perché non hanno nonni/zie che le aiutino o abbastanza soldi per i nidi, quelle che hanno voglia di riscoprire il mondo al di fuori di pappe, pannolini e pisolini…

Insomma, i motivi, i desideri e le fatiche di ogni mamma sono diversi e possono essere tanti, i “beata te” sono invece sempre inopportuni.

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