Caffè in gravidanza: fa davvero male al feto?
Se lo chiedono in molte, ma cosa dicono gli studi e le ricerche scientifiche? Il caffè in gravidanza fa davvero male? Ecco perché potete lasciarlo nelle vostre abitudini, a patto di non esagerare...
Se lo chiedono in molte, ma cosa dicono gli studi e le ricerche scientifiche? Il caffè in gravidanza fa davvero male? Ecco perché potete lasciarlo nelle vostre abitudini, a patto di non esagerare...
Per molte di noi, soprattutto da buone italiane, il piacere di una gustosa tazzina di caffè è a dir poco impagabile; che si consumi la mattina, per darsi la giusta carica con cui affrontare la giornata, o dopo i pasti, l’espresso o il caffè fatto con la moka è praticamente un rito, una coccola quotidiana.
Quando si è in gravidanza, però, è risaputo che si debba prestare particolare attenzione alla propria alimentazione, per non nuocere in alcun modo al corretto sviluppo del feto; oltre a vari cibi da non assumere nel corso dei nove mesi di gestazione, possibile che anche il caffè rientri nella lista dei “severamente vietati”?
Un’ottima notizia per tutte le amanti del caffè è arrivata recentemente da uno studio, pubblicato sul British Medical Journal: non avrebbe effetti nocivi sul feto, perciò può essere bevuto in gravidanza. A patto, naturalmente, di non esagerare.
Vediamo cosa dice la ricerca nei dettagli: condotta dall’Università di Aarhus, in Danimarca, ha coinvolto 1.207 donne in dolce attesa che si trovavano prima della ventesima settimana di gestazione e in buone condizioni di salute: le volontarie sono state classificate in base al consumo abituale di caffeina, e a metà di loro è stato dato del caffè decaffeinato, mentre all’altro 50% è stato dato del caffè normale. Inoltre, a tutte le partecipanti è stato chiesto se stessero assumendo anche altri alimenti o bevande contenenti caffeina, come tè o cola. Le mamme che abitualmente bevevano tre o più tazzine di caffè al giorno erano considerate “ad alto consumo di caffeina”. Con questi dati i ricercatori danesi hanno calcolato la durata della gravidanza, il peso del neonato alla nascita, le precedenti gravidanze e il vizio del fumo delle mamme.
Dai risultati non è emersa alcuna differenza significativa esistente tra i figli di donne che avevano assunto caffè decaffeinato e quelli di donne che avevano bevuto caffè normale. Tra le donne che avevano bevuto il caffè con caffeina, il 4,2% era nato prematuramente e il 4,5% pesava sotto la norma; ma nel gruppo di consumatrici di decaffeinato sono stati registrati il 5,2% di bambini prematuri e il 4,7% di bambini nati sottopeso. Insomma, i dati sono molto simili, tanto che il coordinatore della ricerca, Bodil Hammer Bech, ha dichiarato di non aver evidenziato
… alcun effetto nemmeno nelle donne che avevano abbandonato il caffè durante l’ultimo periodo di gravidanza.
Insomma, la conclusione a cui i ricercatori di Aarhus sono giunti è che solo le donne con una forte dipendenza dalla caffeina, ovvero quelle che bevono molto caffè, possono rischiare di far subire conseguenze pesanti ai neonati al momento della nascita. Anche se non per colpa della caffeina, quanto perché, sostiene Bech, chi è un forte consumatore di caffè solitamente ha altri vizi, come quello del fumo o dell’alcol.
Ad ogni modo, questa non deve rappresentare una scusa per esagerare: gli studiosi raccomandano comunque di non superare i 300 mg di caffeina al giorno, l’equivalente di tre tazzine di caffè, sei tazze di tè, otto lattine di cola o otto barrette di cioccolato.
Inoltre, altri studi sottolineano di prestare particolare attenzione al consumo di caffè soprattutto nel primo trimestre, in quanto potrebbe concorrere al rischio di aborti spontanei.
Un altro studio, condotto dall’Istituto nazionale della sanità americana (National Institutes of Health) e dall’Ohio State University, pubblicato su Fertility and Sterility, ha invece evidenziato una correlazione tra il consumo di caffeina e l’aumentato rischio di aborto spontaneo, che interessa circa il 30% delle gravidanze, addirittura il 40% dopo i 40 anni di età.
Germaine Buck Louis, prima autrice dello studio, ha spiegato che i dati raccolti circa il consumo di bevande contenenti caffeina mostra come quest’ultimo diminuisca le possibilità di concepimento e incrementi invece quelle di aborto spontaneo. Per quanto riguarda il concepimento, è sostenuto che non sia importante solo l’alimentazione della madre, ma anche quella del padre, dato che un consumo eccessivo di caffeina da parte dell’uomo può diminuire notevolmente la probabilità di concepire e allo stesso tempo aumentare il rischio di aborto.
Per condurre l’indagine sono state prese a campione, fra il 2005 e il 2009, 501 coppie del Michighan e delle contee del Texas: complessivamente, 344 donne sono rimaste incinte durante il periodo di osservazione. I ricercatori hanno esaminato stile di vita (attività fisica, vizio del fumo), consumo di bevande contenenti caffeina, uso di integratori multivitaminici, in tutte le coppie, concentrandosi nell’analisi dei comportamenti dalle sette settimane precedenti al concepimento, fino alla settima settimana di gestazione.
Sopratutto in caso di aborti spontanei ripetuti è opportuno astenersi dal consumo di caffè o di altre bevande contenti caffeina, almeno per un certo periodo, così da non aumentare ulteriormente le probabilità di incorrere in un aborto spontaneo.
Perciò, per evitare ogni rischio, si può provare a concentrarsi su delle valide alternative.
Se pensate che tè e cappuccini siano valide alternative al caffè, beh, purtroppo sbagliate di grosso, perché anche loro contengono altrettanta caffeina. Neppure il caffè decaffeinato va bene, per lo stesso identico motivo. Potete però provare caffè al ginseng o di tarassaco, il caffè di cicoria o l’acai bowl, una preparazione cremosa tipica del Brasile fatta appunto con i frutti dell’Açaì. Oppure optare per il cacao biologico in polvere o il caffè di Maca.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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