E se esistesse un videogioco capace di contrastare disturbi neuropsichiatrici o alleviare alcune condizioni neuropsichiatriche? La risposta non è ipotetica: esiste. Si tratta infatti del videogioco EndeavourRx, che è stato approvato dalla Food & Drug Administration per aiutare la concentrazione nei bambini tra 8 e 12 anni con deficit di attenzione o iperattività (Ahdh). Questo videogame implementerebbe le attività cerebrali di messa a fuoco e di multitasking.

Come riporta il sito Mother, l’Adhd è in crescita (ma i numeri aumentano anche perché oggi riesce a essere diagnosticato con maggiore precisione rispetto al passato). Tuttavia 4 bambini su 10 non assumono i farmaci prescritti e le loro famiglie premono per trattamenti alternativi: i farmaci sono in alcuni casi “incatenanti”, non vanno sempre bene per tutte le condizioni neuropsichiatriche, come ha denunciato Daniele Silvestri nel suo brano Argentovivo. A volte vengono percepiti come la soluzione più semplice, ma non è detto che vada sempre bene per tutti. In ogni caso, per ogni dubbio, è sempre bene ascoltare il parere di un medico di fiducia o ascoltare più voci ma sempre di professionisti accreditati.

EndeavourRx si offre così come trattamento alternativo ai medicinali contro l’Adhd, perché fornisce stimoli uditivi e visivi che richiedono grande concentrazione e quindi riduce i sintomi del deficit dell’attenzione. E il bello che, apparentemente, è un gioco come tanti altri, come Super Mario o Sonic: si deve “navigare” raccogliendo oggetti o evitando ostacoli, insegnando così al bambino a concentrarsi e a passare rapidamente da un’attività a un’altra. E ovviamente ci sono livelli via via più impegnativi, come per tutti i videogame.

Viene prescritto dal medico, ma funziona in tandem con altre soluzioni, come terapie neuropsichiatriche ed attività educative. E talvolta anche farmaci ma con dosaggi inferiori rispetto a quello che accadrebbe senza videogioco.

I videogiochi e le terapie digitali offrono un’opportunità unica in un mondo con fornitori limitati di servizi di salute comportamentale – ha spiegato Christopher D. Dietrich, PA-C, direttore medico dell’Orion Behavioral Health Network in Alaska – Avere modalità terapeutiche aggiuntive con benefici comprovati espande le opzioni di trattamento per molti. […] Prescrivo EndeavourRx con limitazioni di circa 20 minuti al giorno per cinque giorni settimanali e quattro settimane. Quindi c’è un periodo di pausa: si riavvia il programma con una pausa di quattro settimane.

EndeavourRx deve essere sottoposto al bambino ogni giorno alla stessa ora e in un luogo tranquillo, dando vita così a una routine, affinché abbia effetti benefici. Si scarica sia su device iOs che Android e i genitori possono controllare i progressi del figlio o della figlia con un’app complementare.

In pratica EndeavourRx va utilizzato a piccole dosi e per un tempo determinato: quando il gioco finisce, finisce. Il che, secondo la scienza, dovrebbe essere una modalità per tutti i videogiochi. Trascorrere troppo tempo con un videogame riduce la quantità di materia grigia nell’ippocampo. E anche giochi elettronici come puzzle o sfide di parole non migliorano le capacità cognitive. Senza contare il fatto che negli ultimi due anni i bambini, per una ragione o per un’altra, hanno trascorso moltissimo tempo davanti allo schermo a causa della pandemia di Covid-19.

In base alle mie conoscenze più recenti e cliniche – ha commentato Dietrich – negli ultimi 10 anni ci sono stati studi sull’uso elettronico significativo che mostrano come un uso eccessivo dell’elettronica, che non è strutturato per la scuola o l’apprendimento, mostra maggiori preoccupazioni per la disattenzione.

EndeavourRx è stato testato per evitare tutto questo e appunto per essere d’aiuto contro l’Adhd. Sono stati condotte diverse ricerche a questo proposito: in uno di essi, alla fine del percorso, il 33% dei bambini osservati non aveva più deficit di attenzione, ma in generale quasi tutti hanno mostrato dei grossi miglioramenti. E senza eventi avversi. In più i miglioramenti sono gli stessi sia nel gruppo di bambini che assumevano farmaci sia in quello che non li assumeva.

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