Il fetus in fetu è un’anomalia rara che interessa l’embrione e riguarda la formazione di un gemello “parassita”. Alcuni casi, anche recenti, testimoniano che è possibile intervenire chirurgicamente, dopo la nascita, per la rimozione.

Fetus in fetu: cosa significa?

Il fetus in fetu (letteralmente feto dentro al feto) consiste in una rara anomalia embrionale: un gemello “parassita” si sviluppa all’interno del corpo del fratello, che prende il nome di “ospite”. Il feto in questione pur non essendo realmente vivo, in quanto solitamente privo di cuore e cervello, possiede delle cellule vitali, collegate alle vie metaboliche dell’ospite che gli forniscono pertanto nutrimento. La presenza di tale feto può essere scoperta prima oppure dopo la nascita. L’unica via per trattarlo è costituita dalla rimozione di tipo chirurgico.

Nella maggior parte dei casi, la localizzazione del fetus in fetu interessa l’addome, preferibilmente retroperitoneale, come dimostrano delle ricerche condotte su oltre 150 casi che si sono verificati tra l’inizio dell’800 e l’inizio degli anni 2000, riportate in Fetus in fetu: a case report and literature review. Tuttavia, anche le aree gonadica e sacrale possono essere “sede” dell’anomalia, così come il cranio, la bocca, il torace, il fegato, il collo e il mediastino.

Fetus in fetu: le cause

La formazione del fetus in fetu è determinata da cellule staminali del medesimo zigote che iniziano a differenziarsi e a svilupparsi in maniera autonoma, generando una massa di tessuto che va a localizzarsi all’interno di una cavità del feto che si sta sviluppando in modo normale.

Gli studiosi del National Center for Biotechnology Information tra le possibili cause hanno annoverato anche la fusione dei due embrioni, la cui origine potrebbe essere ricercata nella divisione non corretta della fase embrionale, chiamata blastocisti, che implica uno scompenso in uno dei due feti.

Per quanto concerne le malformazioni del gemello inglobato, esse sono da attribuire alla pressione dei tessuti, nonché allo schiacciamento determinati dalla crescita del feto sano.

Fetus in fetu e teratoma

fetus in fetu
Fonte: web

La diagnosi del fetus in fetu può essere effettuata mediante RM o TC, che consentono di ottenere immagini vivide della malformazione, ma possono essere realizzate solo dopo la nascita, oppure mediante ecografia ostetrica.

Tra i caratteri tipici che permettono di identificare un caso di fetus in fetu troviamo, innanzitutto, la presenza di un sacco vitellino proprio del feto incluso, e la presenza di cute parzialmente oppure completamente formata. Ancora, la presenza di connessioni vascolari con l’ospite e di parti anatomiche riconoscibili (seppur in modo grossolano). Infine, la localizzazione adiacente a uno dei punti di unione dei gemelli siamesi.

Il fetus in fetu va distinto dal teratoma, soprattutto da quello fetiforme, in particolare per la presenza di una colonna vertebrale o di una notocorda, come evidenziato dagli studi siglati dal sopracitato Ncbi. Tuttavia si considera che possano essere riconducibili entrambi allo stesso spettro di malformazioni e che la formazione di uno o dell’altro sia strettamente connesso al periodo di gestazione in cui si verifica l’evento scatenante la malformazione; tutto ciò prendendo in considerazione il fatto che, in alcuni casi, non è presente uno scheletro assile e la diagnosi, per tale ragione, risulta essere più complicata.

Fetus in fetu: una storia recente

Recentemente due casi di fetus in fetu hanno interessato Colombia e Cina. In Colombia è nata una bambina che portava, nel suo addome, la propria sorella gemella. Quest’ultima risultava formata per metà ed era cresciuta all’interno del corpo della sorella durante la gravidanza. Come raccontato dal New York Times, questo caso è ancora più particolare degli altri, in quanto piuttosto insolito perché i medici sono riusciti a capire con largo anticipo quanto stesse succedendo, andando a monitorare la situazione affinché la gravidanza procedesse senza rischi per madre e bambina.

A seguire la gestazione è stato il dottor Miguel Parra-Saavedra, un luminare assai noto in Colombia. A consentire la diagnosi è stata un’ecografia ad alta definizione, che ha mostrato al medico e al suo staff come all’interno del feto in crescita si stesse a sua volta sviluppando un altro feto, con un proprio cordone ombelicale, legato però all’intestino della gemella maggiore. Al fine di evitare ulteriori rischi, alla 37esima settimana, la madre è stata sottoposta ad un taglio cesareo. Subito dopo il parto la piccola è stata sottoposta a un intervento diretto a rimuovere il feto che aveva al suo interno. L’operazione è andata a buon fine, il feto è stato rimosso e la bambina non ha corso rischi.

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