Non è mai facile superare il dolore per un aborto spontaneo.

Soprattutto perché, talvolta, proprio quelle parole che più di tutte vorrebbero – o dovrebbero – consolarti, in realtà ti affossano ancora di più, e ti inducono a pensare che non ci sia via d’uscita, che sia tutto nero, tutto buio.

Dai, potrete riprovarci.

Meglio ora che una volta nato.

No, non sono “frasi di circostanza” e soprattutto no, non sono parole che aiutano. Laddove non si hanno modi per supportare davvero chi sta vivendo quell’esperienza, per rispetto e sensibilità e sempre meglio tacere. Solo quello.

Certamente, attorno all’aborto spontaneo c’è ancora una sorta di stigmatizzazione sociale, e la tendenza a credere che sia un’eventualità tutt’altro che frequente. Sbagliato. Si stima infatti che una donna sotto i 30 anni possa avere fino al 15% di probabilità di non portare a termine la prima gravidanza, percentuali che raggiungono il 45% circa a 44 anni.

Se la metà dei casi di aborto spontaneo restano a oggi inspiegati, il restante 50% si suddivide in un 10-20% di aborti dovuti a fattori immunitari nella mamma o nell’embrione, un 17% circa a fattori endocrini, un 10-15% a fattori anatomici.

Quali che siano le ragioni della perdita di un bambino, comunque, poco importa, a fronte della quantità di dolore e sofferenza, fisica e psicologica, che un accadimento del genere lascia non solo alla donna, ma alla coppia. Considerando poi il fatto che non tutte, purtroppo, riescono nella vita ad avere gravidanze che arrivano a buon fine, e che molto spesso quelle terminate anzitempo e in maniera così tragica sono le uniche.

Gli interrogativi, uniti ai sensi di colpa e ai rimpianti, ai “avrei dovuto agire diversamente? Cosa ho sbagliato?” sono tanti e, nella gran parte dei casi, assolutamente immeritati, proprio perché non sempre si conoscono i motivi per cui una gravidanza si interrompe spontaneamente in maniera così brusca e inaspettata.

Come detto, la sola cosa saggia è rispettare il dolore della coppia, non forzare in alcun modo i loro comportamenti e lasciare loro il tempo di metabolizzare, per quanto possibile, la cosa.

E se pensate che solo le mamme soffrano di fronte a una tragedia simile, vi sbagliate; gli uomini sono partecipi al dolore delle compagne e vivono il lutto esattamente come loro. Non esiste distinzione di fronte al dolore, come peraltro spiegato, ad esempio, da Ligabue, che proprio degli aborti avuti dalla sua compagna ha parlato come di un “lutto non riconosciuto”.

Perché, in effetti, questo sembra essere l’aborto spontaneo nella mentalità comune: un evento tragico che però non ha la valenza vera e propria del lutto, che non è così “grave” come la perdita di una persona già nata.

Chiaramente, sarebbe tempo di cambiare questa mentalità che, in un certo modo, categorizza il mondo in vittime di serie A e B. E chissà che le storie e le confessioni di queste celebrità, che hanno ammesso di aver subito degli aborti spontanei, non possano, nel loro piccolo, contribuire a farlo. Fra loro Francesca Reggiani, volto della comicità italiana con un passato doloroso alle spalle e la rinascita nella sua bimba Enrica, ma anche Michelle Obama, Pink e molte altre.

Sfogliate la gallery per leggere le dichiarazioni delle star che hanno perso uno o più bambini.

12 vip che hanno vissuto il dolore dell'aborto spontaneo
Fonte: web
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