Questo nuovo arrivo diventa sempre più parte della nostra famiglia e ci sta unendo sempre di più.
Casa nostra, d’altra parte, versa in una situazione disastrosa.
La mattina mi sveglio decisa a mettere mano ai mille lavoretti da fare. Faccio un po’ di colazione, mi alzo da tavola, sparecchio tutto e poi, sempre decisa a fare tutto, corro velocissima in bagno a nauseare un po’.
Mi passa il primo attacco e mi dico “ok, già che sono in bagno, diamo una pulita!”

 

Metto mano alla spugna, inizio a pulire e ripartono i conati.
Finito il secondo attacco, mangio un crostino ed esco. Faccio il lavoro che riesco a fare in mattinata, torno a casa, pranzo e penso “ok, mettiamo mano al lavoro!!” Mi alzo e pulisco per bene tutto.
Poi purtroppo mi sveglio e la casa è sempre un guazzabuglio. Stessa cosa la sera.
Non so bene come fare. Per fortuna ho un bravo marito che non disdegna i lavori domestici!

 

A proposito di mio marito: ha preso il primo regalino a Sisma: è una minuscola salopette di jeans, lunga quanto una sua mano. Me l’ha mostrata con un bel sorriso, al negozio, dicendomi:
“Questa va bene sia per maschietti che per femminucce, vero?”
E, una volta arrivati alla cassa, mi ha categoricamente proibito di pagare. È stata una cosa di una dolcezza unica. Così ho scoperto che anche l’istinto paterno si sveglia durante la gravidanza e non all’arrivo del bambino, come molti dicono.
Per quanto riguarda l’istinto materno, sto imparando molte cose in proposito.
Ad esempio, che la mia aggressività e la mia paura, che quando sono emerse mi hanno lasciata un tantino sconcertata, non sono altro che misure di difesa istintive per rendere sicuro l’ambiente in cui arriverà il bambino.
Ci ho messo un po’ ad arrivarci, ma sembra essere proprio così. Ad esempio, l’intolleranza fortissima che ha sostituito la semplice antipatia verso alcune persone: riflettendoci solo un attimo in più, ho capito che è una necessità, per allontanare dalle nostre vite le persone negative, casiniste e profittatrici che potrebbero compromettere la nostra serenità quando saremo finalmente in tre.

 

La paura di farmi male, che non avevo mai avuto prima, non è altro che la paura di danneggiare la “casa” in cui ora abita il mio bambino.
Insomma, vedendo le cose in questa prospettiva, tutto diventa più semplice e più controllabile.
In definitiva, quindi, io e il mio lui ci stiamo trasformando dalla coppia di scavezzacollo rokkettari che siamo sempre stati in una coppia di scavezzacollo genitori.
E tutto questo ad opera di istinti che non riusciamo a controllare, nè, a volte, a vedere.
Un esempio: io ho sposato il mio istruttore di combattimento. Quest’uomo ha passato cinque anni della nostra vita urlandomi di “non fare la femminuccia” in allenamento e ricordandomi di mangiare frutta e verdura per ridurre l’apporto calorico (ovviamente tutto riferito agli allenamenti e solo per quello, non è matto, solo un ottimo allenatore): la stessa persona adesso mi insegue per la cucina cercando di nutrirmi, al grido di “mangia! Cosa vuoi da mangiare? Cotolette? Pasta? Ti faccio due crocchette di patate? Mangia!” E la sera, quando gli attacchi di narcolesia mi sconfiggono, mi trascina a letto.

 

È tenerissimo!
Io, d’altra parte, mi scopro a chiacchierare con la persona che vive nella mia pancia, spiegandogli/le quello che faccio, quello che stiamo mangiando eccetera eccetera…praticamente un continuo monologo.
Chissà cosa penserà, nella sua mente in crescita, il nostro Sisma di quello che sente? Chissà se sta già imparando a conoscerci un pochino?
Sicuramente ci sta già insegnando tanto, soprattutto a me. Mi sta insegnando che è necessario che io abbia cura di me e che ascolti il mio corpo, che non c’è niente di male nell’allontanare da noi persone e situazioni negative e anche che fare pipì è un buon modo per ponderare sulla vita, sull’universo e tutto il resto.
E se vi sembra esagerato…provate voi a fare pipì 14 volte al giorno!

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