Il Metodo Montessori: cos'è e quali sono i suoi sviluppi oggi

Forse alcune di voi hanno sentito parlare del metodo Montessori, pur senza avere le idee chiarissime in proposito. Ecco di cosa si tratta nel dettaglio, e perché può o non può essere giudicato un efficace metodo educativo.

Il metodo educativo ideato da Maria Montessori ha attuato una sorta di vera e propria rivoluzione nei sistemi pedagogici, e molto di ciò che vediamo oggi nelle scuole dove mandiamo i nostri figli, e che spesso diamo per scontato, si deve proprio al suo approccio del tutto innovativo, considerata soprattutto l’epoca in cui la pedagogista iniziò a svilupparlo, sul finire dell’Ottocento.

Il metodo Montessori attiene principalmente all’indipendenza e alla libertà di scelta dello studente rispetto al proprio percorso educativo, e ha un occhio riguardo per il naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino.

Chi era Maria Montessori?

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Fonte: web

Oltre a essere tra le prime donne laureate in medicina in Italia, Maria Montessori è stata un’attivista impegnata rispetto alla problematica dell’emancipazione femminile, tanto da rappresentare l’Italia al Congresso Femminile di Berlino, nel 1896, e poi a quello di Londra, tre anni più tardi.

Educatrice, scienziata, medico e pedagogista, ha iniziato a occuparsi dei metodi educativi infantili dopo aver lavorato come assistente presso la clinica psichiatrica dell’università di Roma, dove aveva a che fare proprio con bambini e bambine con problemi psichici; da questo momento nasce la sua passione per la letteratura scientifica, soprattutto francese, del primo Ottocento, e in particolar modo verso la possibilità di un reinserimento in comunità dei bambini all’epoca definiti anormali, tramite un appropriato percorso educativo.

Conseguita la docenza in antropologia nel 1904, la Montessori si può dedicare finalmente all’organizzazione educativa degli asili infantili, aprendo a San Lorenzo, un quartiere di Roma, nel 1907, la prima Casa dei Bambini, in cui viene applicata una nuova metodologia per quanto riguarda la scuola d’infanzia, come riportato ne Il metodo della pedagogia scientifica, volume tradotto in moltissime lingue e accolto con successo in vari paesi, compresi gli Stati Uniti, dove al suo arrivo, nel 1913, viene accolta come “la donna più interessante del mondo”.

Il suo pensiero identifica il bambino come “essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali”, che l’adulto ha ormai reso inattive. Il principio fondamentale deve esser perciò la “libertà dell’allievo”, la sola in grado di favorire la creatività già innata nel bambino. Per Maria Montessori la disciplina deriva dal “lavoro libero” e nasce solo quando il bambino prova interesse autentico per ciò che sta facendo, ossia quando sceglie il lavoro assecondando il proprio istinto. Perciò il compito primario dell’insegnante deve essere quello di lavorare al mantenimento di questo stato tramite l’educazione al movimento che, secondo la pedagogista, è fondamentale, perché la personalità si forma lasciando crescere insieme facoltà psichiche e facoltà motorie.

Cos’è il metodo Montessori?

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Fonte: web

Come detto, il punto cruciale del pensiero pedagogico proposto da Maria Montessori si impernia sulla libertà e sull’autonomia di scelta da parte dell’alunno, il quale deve essere però inserito in un ambiente pensato appositamente per lui, in cui possa occupare lo spazio e muoversi in maniera tale da sentirsi a proprio agio.

Il metodo Montessori si basa due elementi fondamentali: in primo luogo, bambini e adulti si devono impegnare nella costruzione del proprio carattere attraverso l’interazione con i loro ambienti. Secondariamente i bambini, specialmente al di sotto dei sei anni, subiscono un importante percorso di sviluppo mentale. Per queste ragioni Maria Montessori credeva che concedere ai bambini la libertà di scegliere e di agire liberamente, all’interno di un ambiente preparato secondo il suo modello, avrebbe spontaneamente contribuito ad uno sviluppo ottimale.

Quando propose il suo metodo l’educazione era impartita in modo rigido, e l’insegnamento prettamente e forzatamente nozionistico: ecco perché esso può essere considerato rivoluzionario, in quanto comprendeva, fra le altre cose, la presenza di classi di età mista per fascia di età (0-3, 3-6, 6-12, 12-18) che agevolasse la stimolazione della socializzazione, la cooperazione e l’apprendimento tra pari; la libera scelta dello scolaro del proprio autonomo percorso educativo (quindi la possibilità di scegliere che attività svolgere e quanto tempo dedicare loro), all’interno di una gamma di opzioni predisposte dall’insegnante; dei blocchi orari di lavoro didattico, idealmente di tre ore, lunghi e senza interruzioni; infine, un’organizzazione delle attività educative predisposte, dei laboratori, degli ambienti e dei materiali didattici a disposizione, tali da favorire l’apprendimento per scoperta.

Nelle scuole Montessori, inoltre, non ci sono voti, non ci sono compiti, non ci sono bocciature, perché i materiali montessoriani hanno in sé la correzione dell’errore. Quando il bambino è consapevole  di aver sbagliato può e deve riprovare finché non riuscirà a trovare la soluzione corretta e, nel momento in cui realizza ciò a cui stava lavorando, è naturalmente soddisfatto e contento di sé.

Il pensiero pedagogico di Maria Montessori suggerisce la realizzazione di un ambiente scientificamente preparato proprio per permettere lo sviluppo delle abilità cognitive, sociali e morali di ogni essere umano, dato che in un ambiente favorevole e accogliente emergono con facilità le naturali manifestazioni della persona umana. L’innovazione rispetto ai tempi è stata soprattutto nel cogliere che l’apprendimento poteva avere ottimi esiti ed essere ottenuto con piacere e profitto anche senza ricorrere al sistema dei premi e delle punizioni, puntando invece a suscitare l’interesse tramite l’utilizzo di tecniche d’insegnamento rispettose della soggettività di ogni alunno; i bambini, lasciati liberi di lavorare secondo i propri ritmi e i propri interessi su materiali che permettono a tutto il corpo di esercitare intelligenza e creatività, avrebbero avuto l’opportunità di sviluppare una personalità maggiormente aperta e democratica.

La Montessori ha distinto quattro diversi periodi o “livelli” nello sviluppo umano, che vanno, rispettivamente, dalla nascita ai 6 anni, dai  6 ai 12, dai 12 ai 18 e dai 18 ai 24, caratterizzati da modalità di apprendimento e approcci educativi specifici e diversi. Se nelle prime fasi infatti il bambino risulta avere una mente assorbente, capace dunque di immagazzinare le informazioni provenienti dall’esterno e gli stimoli in maniera quasi del tutto incosciente, e subito dopo una mente cosciente, in cui invece comincia a sentire la necessità di organizzare logicamente i contenuti mentali assorbiti, nel lasso di tempo che va dai 12 ai 18, definito “terzo livello”, l’adolescente incontra invece cambiamenti a livello fisico ma anche di atteggiamento, caratterizzati soprattutto da bassa concentrazione e repentinità di cambiamento di idee, dipendenti dal fatto che il ragazzo, proprio in tale periodo, inizia a preparare l’adulto che sarà

Il metodo Montessori oggi è usato con ottimi risultati, dopo che numerosi studi scientifici ne hanno comprovato la validità: uno studio commissionato nel 1978 dal Dipartimento all’Educazione del governo USA, ad esempio, intitolato “Successful Applications of Montessori Methods with children at Risk for Learning Disabilities“, ha riconosciuto la sua efficacia nei confronti dei bambini con difficoltà di apprendimento, aprendo la strada al finanziamento delle scuole Montessori da parte del governo USA.

Nel 2006 la rivista Science ha invece pubblicato uno studio di Angeline Lillard e del suo gruppo di ricerca dell’Università della Virginia, intitolato “Evaluating Montessori Education” che confronta diversi aspetti nell’apprendimento di bambini di cinque anni e di dodici anni di età, evidenziando i migliori risultati, sia in campo cognitivo sia per quanto riguarda le abilità sociali, dei bambini frequentanti una scuola Montessori rispetto ai bambini inseriti in scuole con diverso approccio.

Metodo Montessori: le critiche

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Fonte: web

Le critiche mosse al metodo Montessori attengono soprattutto a tre motivazioni: le prime sono di carattere ideologico, sulla schematizzazione troppo rigida tra bambino adatto per essere plasmato se lasciato libero di agire e adulto ormai assuefatto alla propria condizione; le seconde sono di natura didattica, e riguardano il carattere artificioso dei materiali e le modalità di loro impiego, giudicate troppo rigide. Talvolta si è criticato anche l’approccio “a misura di bambino” che non equivale a dire “a prova di bambino”, dato che nelle scuole Montessori i bambini maneggiano bicchieri di vetro, vasi, coltelli, chiodi e martelli, poiché si parte dal presupposto che, se venissero dati loro, per esempio, solo bicchieri di plastica, non imparerebbero mai a maneggiarli con la dovuta attenzione per non romperli.
Il terzo ordine di critiche è di natura sociologica, perché secondo i detrattori con il suo metodo i bambini imparavano in maniera singola, ma non sviluppavano rapporti con gli altri bambini.

Critiche a parte, comunque, le scuole Montessori sono numerose sia nel nostro paese (circa 150) che, in misura ancora maggiore, all’estero (si stima che negli USA ce ne siano addirittura 5 mila). Nel mondo, in generale, si parla di 22 mila scuole Montessori.

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