270esimo giorno di gravidanza

 

“Ormai non ne hai per molto”

“ah, secondo me non arrivi a lunedì prossimo!”

“Qui da un momento all’altro è ora, sai?”

 

Questi alcuni degli eleganti eufemismi che mi vengono rivolti negli ultimi giorni. È inquietante quanto inevitabile notare come siano perfettamente adeguati sia alla mia attesa del parto, sia ad un’eventuale morte improvvisa.

Ho ormai assunto, in via definitiva, la forma di una pera. L’altro giorno, l’ultimo di carnevale, stavo seriamente pensando di uscire con una mega-calzamaglia verde e un cappello con il picciolo: sarei stata perfetta.

Queste ultime settimane si stanno rivelando decisamente scomode.

A parte la mia forma fisica, qualsiasi tipo di azione, per quanto abituale e scontata, diventa faticosa: quando ho cambiato le lenzuola, qualche giorno fa, mi è venuto un affanno tale che volevo registrarmi e vendere il file audio ad uno studio di doppiaggio di film porno.

Guidare è quasi impossibile. Non per l’ingombro della pancia, che pure è imbarazzante, ma per la quasi totale insensibilità dei miei piedoni, che sono cresciuti di ben due numeri.

Praticamente è come tentare di guidare con quelle buffe pantofole e forma di coniglio che andavano di moda negli anni 90.

Per contrastare il gonfiore, mi hanno suggerito di mettere un cuscino sotto le gambe mentre dormo, per tenerle sollevate. Il che sarebbe intelligente, non fosse per il piccolo particolare che ho anche il reflusso, che richiede un cuscino supplementare dietro la schiena. Praticamente dovrei dormire a V per Vendetta.

E ho paura ce poi mi si gonfi il sedere, per pressione idrostatica.

In compenso, pare che tutti, ma proprio tutti, indifferentemente uomini, donne e postini, abbiano i loro metodi per:

a) affrettare l’avvento del parto

b) indovinare quando partorirai.

I più drastici e assurdi metodi che mi sono stati suggeriti per “liberarmi più in fretta” sono stati, nell’ordine:

  • camminare in salita, per almeno mezz’ora al giorno (ricordo che fatico a cambiare le lenzuola e qui c’è una gamba di neve…)
  • fare le scale di casa, ovviamente a salire, con casse d’acqua, buste della spesa, bambini altrui , etc. in braccio
  • bere tutte le mattine una bella spremuta d’arancia con dentro un cucchiaio di olio di ricino (sic!)
  • fare tanto, ma tanto sesso.

Ora, secondo voi: stanno cercando di ammazzarmi? Non vorrei dire, ma, a parte il metodo del sesso, che mi pare impraticabile (mancano giusto i volontari di Greenpeace coi secchi d’acqua poi sembro una balena spiaggiata), gli altri metodi mi sembrano più un’indizione al suicidio che altro.

Poi la sindrome di Nostradamus:

  • hai il viso gonfio, partorisci entro tre giorni (ho tutto gonfio, con sta rottura delle “false contrazioni, poi, ho gonfie anche le…speranze)
  • ti sono spuntati i brufoletti, partorisci in settimana (li ho dal secondo mese)

e poi, il grande classico:

“cambia la luna, partorisci il giorno tot”

 

questo è il top dei top, ed è anche utile. Non perché io abbia più fiducia in questo metodo di divinazione che in altri, no, ma perché poi i “veggenti” si mettono a litigare fra di loro su qual’è la luna buona:

“è femmina, allora luna nuova”

“ah, no, hai concepito col terremoto, allora luna crescente”

“eh, ma è il primo figlio, luna calante!”

“ah, ma non capisci niente!”

…e qui io posso sgattaiolare via, sul mio mai abbastanza benedetto divano, a rassicurare Arianna che può arrivare quando se la sente…

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