Pubertà precoce: perché è in crescita e cosa c'entra la carne mangiata dai bambini
La dieta è uno dei fattori che influenzano lo sviluppo puberale: diversi studi collegano la pubertà precoce di molti bimbi proprio alla loro alimentazione.
La dieta è uno dei fattori che influenzano lo sviluppo puberale: diversi studi collegano la pubertà precoce di molti bimbi proprio alla loro alimentazione.
Se vedere crescere i propri figli è per i genitori qualcosa di certamente entusiasmante, ma allo stesso tempo fonte di paure e preoccupazioni, pensate quanto debba essere difficile vedere questa stessa crescita avvenire in modo più veloce, rispetto a quella degli altri bambini. Vedere, insomma, il proprio figlio o la propria figlia, di 8-9 anni, fare già ingresso nella pubertà, età particolarmente problematica e delicata, sotto tanti punti di vista.
La pubertà precoce è qualcosa con cui tanti bambini e tanti genitori sono costretti a fare i conti, soprattutto in età moderna, quando il fenomeno è diventato particolarmente diffuso. Ciò ha destato l’attenzione degli studiosi, che stanno cercando di capire come mai sempre più bambini diventino grandi prima del previsto. E l’attenzione è rivolta soprattutto alle interferenze che potrebbero avere alcuni composti e alcuni alimenti col sistema endocrino, dunque sui tempi di sviluppo.
La pubertà ha inizio quando l’ipotalamo comincia a secernere un segnale chimico chiamato ormone di rilascio delle gonadotropine. L’ipofisi risponde rilasciando, appunto, questo ormone, responsabile della crescita delle ghiandole sessuali (i testicoli nei ragazzi e le ovaie nelle ragazze). Le ghiandole sessuali producono a loro volta gli ormoni sessuali, tra cui testosterone o estrogeni, che danno origine alla pubertà.
Quest’ultima si definisce precoce quando la comparsa dei segni di sviluppo puberale e dei caratteri sessuali secondari avviene a 8 anni circa per le femmine (invece che a 10-14) e a 9 anni circa nei maschi (invece che a 12-16).
La causa della pubertà precoce può essere una malattia (di origine genetica o non), in rari casi un tumore. Il più delle volte a giocare un ruolo importante sono precedenti casi simili in famiglia, ma anche fattori ambientali e genetici. La scienza sta esplorando anche altre strade di approfondimento: la possibile influenza di alcuni agenti chimici e di alcuni alimenti.
Una ricerca di Kim Harley dell’Università della California a Berkeley, per esempio, ha esaminato come l’esposizione prenatale ad alcune sostanze chimiche possa alterare gli ormoni influenzando i tempi della pubertà. Tale esposizione riguarda prodotti della vita quotidiana: profumi, deodoranti, cosmetici, con particolare attenzione a ftalati, parabeni e conservanti in essi contenuti. I numeri hanno confermato la teoria: maggiore era la quantità di sostanze chimiche nel corpo della mamma durante la gravidanza, maggiore era la possibilità che le figlie sperimentassero la pubertà precoce.
Sotto accusa anche l’alimentazione, principalmente i derivati steroidei e le proteine di diversi prodotti di origine animale (latte, carne). Benché gli esperti in materia Ann Macrina e Terry Etherton abbiano escluso questo coinvolgimento, diverse ricerche si muovono su questa linea. Per esempio, quella presentata all’Ankara Child Health and Diseases Hematology Oncology Research and Training Hospital. Questo studio si sofferma sulla relazione tra pubertà precoce e dieta, evidenziando che nel campione preso in esame, coloro che avevano sintomi o diagnosi di pubertà precoce erano in sovrappeso, avevano ammesso di non avere mai fatto attività fisica regolare e di aver spesso consumato cibo da fast food.
Per quanto riguarda in modo specifico la carne, lo studio Correlation between Nutrition and Early Puberty in Girls Living in Jeddah (Saudi Arabia) pubblicato sul Journal of Women’s Health Care, ha dimostrato una relazione significativa tra l’età della pubertà e il consumo eccessivo di carne bovina e pollo. A preoccupare, gli ormoni e gli steroidi in essi contenuti. Si è concluso che un’alimentazione sbilanciata e troppo ricca di carne è una delle principali cause di pubertà precoce.
Il primo segno puberale nella femmina è lo sviluppo della ghiandola mammaria (bottone mammario), accompagnato dalla comparsa di peluria pubica e ascellare e da un’accelerazione della velocità di crescita. Il picco di velocità di crescita si raggiunge dopo circa un anno dalla comparsa bilaterale del bottone. Il primo ciclo mestruale si manifesta invece due anni dopo.
La pubertà precoce espone, con l’età, a maggiori rischi per la salute, come spiegato da Molly Regelmann, endocrinologo pediatrico all’ospedale pediatrico di Montefiore (Bronx, New York), che l’ha associata a tassi più elevati di obesità, malattie cardiovascolari, sindrome dell’ovaio policistico e alcuni tumori, come quello al seno.
I primi sintomi della pubertà maschile sono l’ingrossamento dei testicoli e dello scroto, quindi l’allungamento del pene. Successivamente c’è la comparsa di peluria su pube, volto e ascelle e l’acquisizione della capacità di eiaculazione.
Importante è la valutazione del pediatra circa la velocità nella progressione dei segni clinici dello sviluppo puberale e l’andamento della velocità di crescita. Solitamente si procede anche con accertamenti di endocrinologia pediatrica: esami del sangue, radiografie, ecografie. Di solito, anche somministrazione di farmaci che stimolano o sopprimono la produzione di alcuni ormoni.
Intervenire sulla pubertà precoce significa salvaguardare le funzioni riproduttive in età adulta, evitare al bambino comprensibili disagi psicologici (dovuti a quei cambiamenti nel corpo difficili da capire) e nel rapporto con gli altri.
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Giornalista e speaker radiofonica, scrivo tanto e chiacchiero ancora di più. Eterna indecisa e inguaribile romantica, vivo la vita in un precario equilibrio tra pessimismo cosmico e sincero entusiasmo.
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