I figli combinano sempre qualche danno e, quando esagerano, spesso lo fanno intenzionalmente.
Però i genitori vivono sempre nel dubbio “se punirli oppure no”, senza sapere quale sia la soluzione migliore, se usare più bastone o più carota.

Disciplina non è violenza

Ma esiste davvero un modus operandi corretto? Le sculacciate ai figli vanno date oppure no? Le punizioni servono a qualcosa?
Ebbene, alcuni esperti ritengono che una punizione ideale esiste ed è quella “piccola, veloce ed equilibrata”. E poi bisogna voltare pagina.
Una castigo utile ed efficace dev’essere immediato e incoraggiante, breve e fattibile.

I bambini, infatti, soprattutto i più piccoli, vivono nel presente e hanno bisogno di collegare la punizione all’evento in corso; il rimprovero non va mai rimandato, va sempre spiegato e non deve entrare a far parte della routine quotidiana.

Chi è a favore delle sculacciate?

Una punizione deve essere piccola e simbolica, non umiliante (i bambini fanno cose “cattive”, ma non sono “cattivi”) e breve (appena il bimbo dimostra di aver capito bisogna subito ripristinare la pace).
Non deve colpire l’autostima e la capacita di relazionarsi (impedire di andare ad un compleanno non serve a nulla); dev’essere privata, senza spettatori e meglio se “faccia a faccia”.

Inoltre è inutile minacciare punizioni plateali che poi non vengono mantenute, optando per provvedimenti fattibili e a misura di bambino, che però non riguardino bisogni fisiologici come il mangiare o il dormire.

Quindi, castighi e sculacciate servono, ma a piccole dosi e somministrati nel modo giusto.

Le punizioni devono prevedere una limitazione dei movimenti dei bambini o una restrizione della loro possibilità di gioco (fermi sulla sedia per 10 minuti), per aiutarli a capire che hanno esagerato.

E ogni tanto una sculacciata decisa, ma ben dosata e parsimoniosa, può fare molto bene. Sottolineiamo sculaccione e non sberla o schiaffo, perché queste due soluzioni possono indurre i bimbi a fare altrettanto, in un certo senso autorizzandoli a ricorrere alla violenza in altre circostanze.

Comunque sia, per la maggior parte degli psicologi e dei pediatri, il metodo migliore da adottare resta “la riparazione del danno”: ad esempio fare ordine dopo aver messo sottosopra la cameretta. Così facendo i figli riparano ai danni fatti e si responsabilizzano (mentre i genitori si rilassano un po’, ndr).

Dopo aver constatato che le punizioni e le sculacciate, se date con criterio, servono e rendono i bambini più forti e sicuri di sé, concludiamo suggerendo ai genitori di non avere paura di stabilire regole e di farle rispettare.
Occorre solo evitare di contrattare i castighi, di promettere e non mantenere, di assegnare punizioni eccessive rispetto alle malefatte commesse.

Consigli utilissimi, insomma. Ma metterli in pratica non è sempre così facile…

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