Le separazioni conflittuali sono un rischio quando finisce un matrimonio. Ci sono relazioni che terminano in modo tranquillo, ma altre che terminano in modo burrascoso. Quando nell’equazione entrano i figli, la questione diventa molto più complessa, perché si instaurano delle dinamiche che possono creare traumi a breve o a lungo termine nei minori e negli adulti che saranno domani.

Tutto questo accade per via delle dinamiche che coinvolgono un concetto distorto di lealtà nei confronti del figlio, verso l’uno o verso l’altro genitore, ma anche in base ad altre situazioni.

Quando una separazione diventa conflittuale?

Separazioni conflittuali

Secondo un articolo di Silvia Boni apparso sulla rivista di psicologia Profiling, ci sono infatti tre tipi di situazioni che possono coinvolgere genitori e figli nel caso di separazione conflittuale:

  • la prima è la coalizione, che avviene quando un genitore cerca la lealtà del figlio contro l’altro genitore;
  • la seconda è la triangolazione, in cui ognuno dei genitori cerca la lealtà del figlio contro l’altro genitore e quando il figlio sceglie da che parte stare, percepisce questa scelta come una forma di tradimento;
  • infine c’è la deviazione, in cui i genitori spostano il conflitto sul figlio, utilizzandolo come fine e arma per fare del male all’altro (e inevitabilmente lo fanno anche e soprattutto al bambino).

Rischi e conseguenze per i figli

Nello stesso articolo si parla di cosa può accadere ai figli all’interno delle dinamiche disfunzionali che seguono le separazioni conflittuali. Tra esse:

  • la genitorializzazione, che comporta l’inversione di ruolo con uno dei genitori, con la conseguente distorsione del rapporto;
  • l’emergere nei figli di sensi di colpa e frustrazione rispetto a promesse non mantenute da parte di uno dei due genitori;
  • la sindrome di alienazione parentale (Pas), in cui uno dei genitori conduce un’azione volta all’allontanamento dei figli dell’altro genitore.

L’alleanza con il genitore alienante – si legge ancora nel pezzo – se non interrotta, tenderà a consolidarsi, e il figlio rischierà di rimanere intrappolato in un ruolo che lo porterà ad interiorizzare l’indottrinamento subito dal genitore alienante, in cui sono presenti contenuti svalutanti e accuse menzognere nei confronti dell’altro coniuge, come frutto di un suo pensiero autonomo (“pensatore indipendente”), sviluppando un Falso Sé, ovvero un sé adattivo ma non autentico, basato sulla soddisfazione dei desideri altrui.

La gestione dei figli nelle separazioni conflittuali

Separazioni conflittuali
Fonte: Pixabay

Dal 2006, come scrive Minotauro – Istituto di analisi dei codici affettivi, esiste una legge secondo cui, in caso di separazione, i genitori hanno pari responsabilità nell’educazione dei figli. Sulla carta sembra essere sempre e comunque una buona soluzione, ma non lo è, almeno non sempre.

Questa legge – scrivono gli esperti di Minotauro, che consigliano la psicologia per la risoluzione di situazioni critiche o comportamenti problema – così importante nel diritto di famiglia, spesso complica la gestione educativa dei figli: ogni decisione deve essere presa concordemente con l’altro genitore. È quindi necessario trovare un modo per poter aiutare i bambini e i ragazzi a crescere salvaguardandoli dai problemi di relazione dei genitori.

Separazioni conflittuali di Davide Sacchelli e Renzo Marinello

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Si tratta di un volume che analizza le cause e le conseguenze delle separazioni conflittuali, in particolare rispetto ai possibili traumi e relazioni disfunzionali che si possono instaurare con i figli.
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Separazione conflittuale: si può risolvere?

Come riporta ancora Minotauro – Istituto di analisi dei codici affettivi, ci sono varie azioni che si possono intraprendere per evitare separazioni conflittuali:

  • si può richiedere l’aiuto di un esperto, uno psicologo che faccia comprendere ai bambini il percorso che si sta intraprendendo in famiglia, con tanto di parent training che permetta agli adulti di comportarsi in maniera adeguata con i figli;
  • una psicoterapia può essere avviata anche a crisi iniziata, anche se non ci sono particolari conflitti da parte dei genitori e i bambini sono nella potenza di sviluppare un presente o futuro trauma per questioni di sensibilità;
  • i terapisti intervengono, nei casi di conflitti maggiori, anche in sede giudiziaria, per consigliare il modo migliore per gestire la nuova situazione famigliare.

Separazioni conflittuali e Covid

Naturalmente la soluzione di una separazione conflittuale passa per una richiesta d’aiuto. E non sempre questa ricerca d’aiuto c’è. Purtroppo alcuni risentono ancora di pregiudizi e credono di “lavare le lenzuola sporche in casa propria” o che sia imbarazzante rivolgersi a uno psicoterapeuta, per sé, per il proprio futuro ex coniuge o per il proprio figlio o figlia.

Questa situazione, di cui non abbiamo mai avuto la percezione (perché la statistica si fa sulla richiesta d’aiuto, non possiamo sapere quante siano le non richieste), potrebbe essersi aggravata durante la pandemia di Covid-19 e il conseguente lockdown.

Sappiamo che la convivenza forzata ha spinto a interrompere relazioni e matrimoni, ma anche che i tempi della giustizia, con l’impossibilità di effettuare udienze, si sono molto dilatati. E quindi le separazioni conflittuali potrebbero essersi inasprite negli effetti e nelle conseguenze, proprio perché portate maggiormente alla lunga, con coniugi e figli in una stessa abitazione alle prese con un rapporto disfunzionale.

Tra l’altro, durante il lockdown più duro, anche chi aveva chiesto aiuto ha dovuto fare a meno dello psicologo che lo o la stava seguendo.

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