Lo svezzamento è un momento importante nella vita del bambino, perché coincide con la scoperta di altro cibo al di fuori del latte, materno o artificiale, che fino a quel momento ha composto tutta la sua alimentazione. L’introduzione di cibi semi-solidi, come le pappette, prima e di cibi solidi, come la pastina, poi e l’utilizzo del cucchiaino sono cose che spesso spaventano un po’ i genitori, che si preoccupano perché al piccolo il cibo possa piacere, perché mangi in modo sano e viva lo stare a tavola come un bel momento da condividere con il resto della famiglia.

Succede spesso però che i bambini storcano il naso davanti ai nuovi cibi e che si rifiutino di mangiare, con scene disperate che esasperano i genitori, che prima di ogni pasto è come se si preparassero a una battaglia. Eppure per un bimbo il rapporto con il cibo diverso dal latte non dovrebbe essere traumatico o obbligato, ma dovrebbe avvenire nel rispetto dei suoi tempi: questa è la base dello svezzamento naturale, a differenza di quello classico.

Ma di che si tratta lo svezzamento naturale nel dettaglio? Come capire quando è il momento giusto per iniziarlo e come funziona? Vi presentiamo una semplice guida, raccomandandovi comunque di confrontarvi sempre con il pediatra per capire quale è la scelta migliore per voi e il vostro bambino.

1. Che cos’è lo svezzamento naturale

Fonte: web
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Per svezzamento naturale si intende uno svezzamento istintivo, che cioè segue le tempistiche del bambino; non segue troppo regole, imposizioni o orari e si basa sui bisogni che il piccolo manifesta.

I cibi semi-solidi e in un secondo tempo quelli solidi vengono introdotti gradualmente nella dieta del bimbo, offrendogli dei piccoli assaggi di ciò che pare gradisca di più; il cibo che gli viene proposto è lo stesso che mangia il resto della famiglia, anche se deve rientrare nella fascia di alimenti che vanno bene per la sua alimentazione, e quindi in un primo momento è meglio preferire frutta o verdura bollita e solo dopo aggiungere le proteine.

Preparare le tipiche pappine dei neonati non è dunque necessario, con un non indifferente risparmio, anche se possono essere comunque somministrate. In ogni caso è importante non privare il bambino del latte materno anche se lo svezzamento naturale è cominciato, perché resta un alimento fondamentale, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di continuare ad allattare sino ai due anni d’età, ovviamente affiancando il latte ad altri cibi, e perché il contatto per la mamma è per il piccolo un momento in cui sperimenta protezione e consolazione.

2. Quando iniziare lo svezzamento naturale

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Lo svezzamento inizia quando il bimbo inizia a mostrare interesse nei confronti del cibo e di quello che i genitori fanno quando sono seduti a tavola. In ogni caso, l’età raccomandata per iniziare con i cibi solidi è intorno ai sei mesi, perché solo a quel punto il piccolo sarà in grado di assumere e mantenere da solo la posizione seduta, essenziale per poter digerire questo tipo di alimenti; introdotti prima, si potrebbero rivelare pericolosi, aumentando il rischio di avere problemi cardiaci in futuro.

Inoltre i sei mesi sono anche l’età in cui di solito il bimbo inizia a sviluppare la dentizione e riesce a dire “no” se qualche alimento non dovesse essere di suo gusto.

3. Come funziona lo svezzamento naturale

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Nello svezzamento naturale, il bambino deve essere lasciato libero di avvicinarsi al cibo e di rapportarsi ad esso, assaggiandolo in modo graduale e manipolandolo con le manine, che devono essere pulite; all’inizio il cibo sarà in piccole dosi e poi si potrà gradualmente aumentare le quantità, anche in base alle richieste del piccolo. Se un alimento viene rifiutato si può provare a riproporlo dopo del tempo, in quanto i bimbi cambiano spesso idea.

Evitare di mettere fretta al bambino e di imboccarlo: lo svezzamento naturale è basato sul rispetto dei suoi tempi e delle sue esigenze, di modo che sviluppi un rapporto positivo con il cibo. Se per esempio nelle prime settimane tutti gli alimenti finiscono sul pavimento oppure sul seggiolone bisogna pazientare, perché può essere che il piccolo non sia ancora in grado di inghiottirli, per cui se li porta alla bocca e poi questi cadono. Può succedere anche che il bimbo giochi con il cibo per ore senza mangiarlo: bisogna lasciare fare, perché il gioco è un modo di prendere familiarità. A questo proposito, le prime volte che si mette il piccolo a tavola è bene che questo non sia affamato e nemmeno stanco, perché così potrà vivere più serenamente il momento.

Al bambino si possono offrire svariati alimenti, purché siano a pezzetti o in strisce lunghe almeno 5 cm, non troppo caldi: tocchetti di verdure cotte al vapore o lessate, come carote, patate o broccoli, pezzetti di frutta di stagione, striscioline di pollo, manzo o maiale, assicurandosi che non ci siano pezzi di cartilagine. Prestare attenzione ad alcuni cibi che possono essere pericolosi per la loro forma o per il fatto che contengono pezzi più piccoli: tagliare a metà i pomodorini e la piccola frutta rotonda come le ciliegie o l’uva, ricordandosi di rimuovere il nocciolino. Evitare il pesce con le lische e la frutta secca almeno sino ai tre anni, in quanto è piccola e potrebbe incastrarsi nella trachea.

In questo tipo di svezzamento è infine essenziale che il piccolo si senta coinvolto quando i genitori sono a tavola, per cui è importante tenerlo accanto a sé, nel suo seggiolone, quando si mangia; in questo modo il bambino prenderà i ritmi della famiglia e si adatterà ad essi.

4. I benefici dello svezzamento naturale

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Il bambino che impara a mangiare con lo svezzamento naturale mostrerà entusiasmo quando arriva il momento di mettersi a tavola, sarà più curioso nei confronti dei cibi nuovi e sarà più autonomo. L’esperienza di pasti felici e senza stress aiuteranno il bimbo a sviluppare un atteggiamento salutare e positivo nei confronti del cibo.

Questo tipo di svezzamento mette al primo posto le esigenze del piccolo, regalando pranzi e cene felici a tutta la famiglia.

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