“Ciao, mi chiamo Luca e questo è Blu. Tu non lo puoi vedere, perché è invisibile, ma lui ti vede e mi dice che gli stai simpatico”. Luca è un bimbo di sei anni come tanti, mentre Blu è un gatto con le orecchie da orso e il pelo a pois: è l’amico immaginario di Luca, il suo compagno di giochi che non lo abbandona mai.

L’amico immaginario, sia esso una persona, un animale o un supereroe, è una presenza invisibile che vive solo nella fantasia dei bambini che però preoccupa molto i genitori, perché spesso si crede che sia sintomo di una difficoltà nel socializzare con gli altri.

In realtà, l’amico immaginario non è “sintomo” di qualche particolare disturbo, anzi. Un amico immaginario è una compagnia speciale che può aiutare molto i bambini. Ecco come:

1. Un amico che arricchisce

Foto di KateBloomfield
Foto di KateBloomfield

I bambini che hanno un amico immaginario, stando agli psicologi, sono più del 60%, di solito sono i primogeniti e sono tra i due e gli otto anni d’età, anche se a volte possono essere più grandi.

Questi bambini mostrano dei tratti in comune che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non sono la timidezza o l’incapacità di socializzare, bensì l’interesse per gli altri, la positività, l’immaginazione e anche un linguaggio più articolato.

L’amico immaginario è una presenza che aiuta i bambini a crescere e a conoscere se stessi e anche gli altri: è una presenza con una personalità autonoma, che cambia man mano che il bimbo cresce, con la quale confrontarsi ed elaborare nuove soluzioni per ogni problema, con la qualche comprendere come si è visti e con la quale provare a intessere una relazione, senza paura di sbagliare.

I bambini sono consapevoli che l’amico immaginario è tale, nonostante alcuni comportamenti, come tenere il posto a tavola, possano far credere il contrario: infatti i bambini sono restii a raccontare molte cose sul loro amico, onde evitare di incorrere in troppe domande, segno che sanno che in realtà è un’invenzione.

2. Il perché dell’amico immaginario

Foto di KateBloomfield
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I bambini creano un amico immaginario per svariati motivi: può essere perché sentono il bisogno di avere accanto un compagno che possiede delle capacità che loro desiderano oppure che non teme ciò che a loro fa paura, o anche perché vogliono qualcuno con cui confidarsi.

Capita anche che l’amico immaginario appaia in situazioni “stressanti” per il bambino, come l’arrivo di un fratellino, un trasloco o anche l’inizio della scuola.

3. Come comportarsi

Foto di KateBloomfield
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Quando da genitori si scopre che il figlio possiede un amico immaginario non bisogna allarmarsi, ma anzi bisogna stare al gioco, preparando anche il fantomatico posto in tavola in più, purché sia il bimbo a chiederlo.

È importante che l’amico immaginario non venga né enfatizzato né deriso, per non introdursi troppo nel territorio del bimbo da un lato e per non sminuirlo dall’altro: in questo modo il bambino si sentirà libero di aprirsi con i genitori, senza sentirsi giudicato.

Ma se a un certo punto non sparisce? Se l’amico immaginario continua a essere presente dopo gli 11 anni e non sono presenti amici in carne ed ossa, allora è il caso di chiedere il consulto di uno specialista.

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