Chiunque di voi sia appassionata di esoterismo o soprannaturale avrà sentito parlare, o sarà molto interessata all’argomento, dei bambini indaco.

Quello dei bambini indaco (in inglese indigo children) è un concetto pseudoscientifico nato nell’ambito della subcultura New Age, con cui si indica una generazione di bambini che sarebbero dotati di tratti e capacità speciali o, appunto, soprannaturali. Benché contestato e non tenuto in alcuna considerazione dalla comunità scientifica, in particolare per la totale assenza di prove empiriche a sostegno, il fenomeno, descritto da alcuni autori già a partire dagli anni sessanta, si sarebbe intensificato poi dagli anni novanta; non a caso, dato che, secondo le credenze New Age, quell’epoca sarebbe proprio il preludio all’evoluzione dell’umanità preannunciata da tutte le correnti del pensiero.

Nancy Ann Tappe e gli “indigo children”

bambini indaco
Fonte: web

Fu proprio la psicologa Nancy Ann Tappe a sviluppare per prima la teoria dei “bambini indaco”, negli anni settanta, esponendola al grande pubblico per la prima volta nel suo libro del 1982, Understanding Your Life Through Color (Capire la vostra vita attraverso il colore). La Tappe si occupava principalmente del concetto New Age dell’aura, e nel suo libro riportò di aver notato, a partire dagli anni sessanta, una presenza sempre maggiore di bambini dotati di un’aura di colore indaco. Nancy Ann mise in relazione questo fenomeno con l’avvicinarsi di una nuova era dell’umanità, in cui il colore indaco dell’aura sarebbe stato predominante.

Le idee della Tappe furono riprese quasi vent’anni dopo dal sensitivo e channeler Lee Carroll, e da sua moglie Jan Tober, celebri nella sottocultura New Age in qualità di portavoce dell'”entità angelica” Kryon. Nel 1999, Carroll e la Tober pubblicarono il libro The Indigo Children: The New Kids Have Arrived (I bambini indaco: i nuovi bambini sono arrivati), che divenne presto la più nota e citata fonte sull’argomento. Come la Tappe, Carroll e la Tober sostennero che l’avvento dei bambini indaco preludeva a un salto evolutivo dell’umanità, e che proprio quei bambini avrebbero costruito un nuovo mondo senza guerre e senza inquinamento.

Carroll e la Tober fornirono anche una descrizione dei bambini indaco, soprattutto per quanto riguardava i tratti caratteriali, includendo numerosi elementi nei quali molti genitori avrebbero potuto vedere rispecchiati i propri figli.

Molti altri autori contribuirono però al libro, focalizzandosi su aspetti diversi della natura dei bambini indaco, ad esempio descrivendo la loro stretta relazione con gli angeli e altre creature eteree.
Nonostante la disomogeneità dei contributi, l’opera di Carroll e della Tober ebbe un’eco molto vasta, tanto che a partire dai primi anni 2000 si tennero i primi congressi internazionali sull’argomento; il primo si svolse alle Hawaii nel 2002.
Sebbene le opere della Tappe e, maggiormente, di Carroll e della Tober, costituiscano il più importante riferimento sui bambini indaco, la letteratura a proposito è in continua espansione. Fra i più noti seguaci della teoria dei bambini indaco c’è Doreen Virtue, fondatrice della angel therapy – una forma di terapia alternativa basata sull’interazione con gli angeli-, che ha annunciato l’avvento di una nuova generazione di bambini successiva a quella indaco, detta dei “bambini di cristallo”.

Come riconoscere i bambini indaco?

Secondo la teoria formulata da Tappe, Carroll e Tober e, più in generale, dalla subcultura New Age, i bambini indaco sono caratterizzati da elementi della personalità estremamente evidenti: sarebbero infatti dotati di grande empatia, curiosità, forza di volontà, e da una spiccata inclinazione spirituale. Sono anche descritti come molto intelligenti, intuitivi, e insofferenti nei confronti dell’autorità, e proprio quest’ultima caratteristica sarebbe alla base del motivo per cui, generalmente, i bambini indaco vengano percepiti come “problematici” nel sistema scolastico tradizionale, almeno secondo quanto sostenuto da Carroll e Tober.

I loro testi sui bambini indaco si collocano anche in una posizione critica nel dibattito sulla patologia infantile nota come sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e sulla sua cura farmacologica, da cui i bambini indaco sarebbero affetti secondo la classificazione della medicina; Carroll e la Tober sostennero che questi bambini fossero particolarmente dotati, bisognosi di attenzioni particolari sul piano spirituale e non di cure mediche. Tuttavia alcuni psicologi hanno espresso la propria preoccupazione per l’influenza che il movimento indaco potrebbe avere sui genitori, contribuendo a ritardare o rimandare la diagnosi e il trattamento di malattie mentali anche gravi.

Il test per riconoscere i bambini indaco

bambini indaco test
Fonte: web

Siete curiose di sapere se vostro figlio è un bambino indaco?
Esistono dei veri e propri test a riguardo, rintracciabili anche su Internet, suddivisi per fasce di età; noi, ad esempio, ne abbiamo trovato uno sul sito ACRO. Esaminiamo alcuni dei punti:

0-5 anni

  • Quando si sveglia è spesso sofferente perché sarebbe rimasto volentieri a dormire “nel suo mondo”.
  • Tratta gli oggetti come se fossero esseri animati e si potesse far loro male.
  • Ha un estremo bisogno di sostegno e sicurezza, vorrebbe rimanere sempre nello stesso ambiente.
  • È estremamente sensibile e intuitivo. Sa sempre quello che volete dirgli.
  • Come prima risposta, dice sempre no e questa è una parola che usa più spesso di altre.
  • Gioca con amici invisibili che egli percepisce veramente.
  • È un solitario.
  • Sa cosa vuole, non si lascia facilmente dissuadere.
  • Comunica con animali, piante e pietre.
  • Ricorda situazioni legate a una vita precedente

6- 10 anni

  • Ha abitudini alimentari diverse dalla vostre; sa di che cosa ha bisogno e cosa vuole mangiare.
  • È sempre in movimento, ha un’energia eccessiva, difficile da controllare.
  • È spesso troppo stanco per alzarsi, vestirsi, andare a scuola: in poche parole, è stanco per fare tutto.
  • È disattento, distratto, non concentrato.
  • L’ingiustizia lo fa star male.
  • Non reagisce a chi lo colpevolizza.
  • È tollerante con tutto e tutti.
  • Si preoccupa poco per sé, molto per gli altri.
  • È socievole, parla con tutti ovunque e in ogni momento.
  • Sta più volentieri con gli adulti che con i suoi coetanei.
  • In tutte le situazioni si batte in difesa dell’amore, della giustizia, della tolleranza e dell’obiettività.
  • Preferisce la verità a qualsiasi bugia.
  • Non si sente accettato e capito.
  • È leale e fedele con gli amici e i familiari come se potessero essere “suoi” per sempre.
  • Spesso si sente al posto sbagliato sulla terra e dice: “Desidero tornare indietro”.

Da 11 anni in poi

  • Deve muoversi molto. Se studia è sempre in movimento, è iperattivo.
  • Soffre spesso di allergie o eruzioni cutanee.
  • Per periodi molto lunghi è spossato e non si riposa.
  • Spesso non ha “i piedi per terra”, è come sospeso.
  • Sa parlare in modo sicuro, logico, privo di emozione.
  • Non si lascia punire, si autoinfligge però delle punizioni.
  • È estremamente sensibile e passionale, ma anche forte e indipendente.
  • Si sente creativo e spiritualmente più evoluto degli altri bambini.
  • Nelle situazioni difficili, dimostra forza e dà coraggio ai più deboli.
  • Non tollera la superficialità nel rapporto con le persone.
  • Esige idee precise e progetti chiari dai suoi compagni.
  • Vuole essere trattato alla pari dei suoi familiari.
  • Per lo più fa quello che ritiene giusto.
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