Diario di una futura mamma - Gli esami non finiscono mai

Ho fatto l'esame della curva da carico di glucosio per verificare di non avere una condizione nota come "diabete gravidico", che può provocare problemi sia alle mamme che agli inquilini delle pance. L'esame si svolge così: si ingerisce una soluzione al 75&% di glucosio, si fa un primo prelievo per verificare la glicemia dopo un'ora, un altro a due ore. Se la curva della glicemia scende in modo adeguato, tutto ok. Altrimenti c'è il diabete gravidico.


183esimo giorno di gravidanza

Ho fatto l’esame della curva da carico di glucosio per verificare di non avere una condizione nota come “diabete gravidico”, che può provocare problemi sia alle mamme che agli inquilini delle pance.
L’esame si svolge così: si ingerisce una soluzione al 75&% di glucosio, si fa un primo prelievo per verificare la glicemia dopo un’ora, un altro a due ore. Se la curva della glicemia scende in modo adeguato, tutto ok. Altrimenti c’è il diabete gravidico.
Benissimo.
Arrivo alle 07:00 in ospedale, ovviamente digiuna, nel bel mezzo dell’onda degli habituè della diabetologia.
L’infermiera mi osserva un secondo e mi fa:
“Tu, curva da carico! Dammi il nome e poi siediti un attimo.”
Obbedisco, affascinata dalla sicurezza diagnostica della signora. Mi siedo, aspettando che mi chiamino.
“Scusi lei, non ha mica preso il numero, sa?” Mi accusa una signora.
“Ah, ma cosa vuoi –commenta una sua amica con aria da cospiratrice- queste qui sono incinte e le fanno sempre passare prima”
“E senza numero!” Rincara un signore lì accanto
“E poi si siedono anche che le fanno aspettare poco!” Mormora disgustata un’altra osservandomi “non è mica giusto!”
Tutto questo ovviamente ad alta voce mentre io sono lì.
Comincio a sentirmi un po’ in imbarazzo e stringo forte la mia ormai voluminosa cartellina di esami medici, mentre mi ripeto mentalmente “taci, taci, taci…”
Per fortuna, o per mero spirito di carità, l’infermiera mi salva prima dell’ulteriore bordata di disapprovazione dei clienti abituali.
“Curve da carico con me!” Ordina.
Io e altre due pance la seguiamo in una saletta appartata.
Consegna a ciascuna di noi una bottiglietta (contenuto equivalente ad un bicchierone) di sostanza X. La soluzione di glucosio.
“Bevete in meno di 5 minuti. Se volete, poi potete bere un goccio d’acqua. Se vi viene da vomitare, lì c’è il cestino e laggiù a sinistra il bagno. Meglio il bagno. Se vi sentite meglio a bere in piedi, potete farlo, ma dopo cercate di muovervi il meno possibile. Torno fra 5 minuti a mettere il timer.”
Se ne va.
Cosa rispondere, a parte “si, sergente istruttore!”?
Io e le altre due pance ci guardiamo un filo sgomente.
Apertura bottigliette. Annusamento bottigliette. Assaggio bottigliette.
Quella cosa è terribile. Densa come l’olio, abbastanza dolce da bruciare la gola, aromatizzata all’improbabile gusto di arancia sintetica.
Osservo le mie compagne di sventura che sorseggiano e, nel giro di un secondo, capisco che se anche solo tentassi di sorseggiare anche io, vomiterei di certo. Non voglio vomitare, mi vergogno e poi io vomito anche dal naso e quella mistura infernale puzza.
C’è una sola soluzione possibile: all’alpina.
Trattengo il fiato e -glug glug glug- butto tutto giù con un’unica, possente sorsatona.
Oh, per la miseria, non respiro! Questa porcheria mi ha appiccicato l’epiglottide! Sorrido incoraggiante alle altre due quasimamme mentre tossisco e mi sento diventare paonazza e con le orecchie bollenti.
Ridono, le sorseggiatrici incoscienti!!
Finita questa fase (la peggiore) l’esame è semplicemente una noia mortale (ferme ferme ad aspettare i prelievi) e chiacchieriamo un po’.
Sono insieme alla quasimamma di Angelica e di Maschio Senzanome. Nel giro delle successive due ore scopriamo, con reciproco sollievo, di sentirci tutte e tre enormi, goffe e lontane anni luce dall’immagine di “serenamente incinta” che avevamo in mente quando progettavamo un bambino. Che ciascuna di noi non vede l’ora di essere non-più-incinta per poter rifare cose che per tutta la vita abbiamo dato per scontate (per me è dormire in posizione fetale, per la mamma di Maschio Senzanome mangiare salame e prosciutto a volontà e per la mamma di Angelica mettersi a dieta).
Scopriamo anche, confessandolo prima timidamente poi sempre con più verve, che tutte e tre ci stiamo facendo mille viaggi mentali su come saranno i nostri bambini.
Belli? Bellissimi? Meravigliosamente belli? Il naso di papà o del nonno o magari un mix inedito?
La mamma di Angelica ha nella pancia “un terremotino” e ha paura che non la lascerà dormire per un pezzo, la mamma di Maschio Senzanome vorrebbe crescere un piccolo ballerino. Io, un po’ vergognosa, confesso che vorrei che avesse gli occhi azzurri della mia nonnina.
Insomma, ce li stiamo già dipingendo nella mente questi nuovi arrivi, con mille dettagli.
E ognuna di noi sa già quale sarà il segno zodiacale e il segno nell’oroscopo cinese della sua pancia e le caratteristiche del segno.
Arianna, ad esempio, rischia di nascere in cuspide fra acquario e pesci e di essere una testa fra le nuvole, ma nascerà nell’anno del serpente, cosa che dovrebbe facilitarle le relazioni sociali.
Maschio Senzanome, del resto, nascerà certamente acquario, ma non sappiamo se seconda o terza decade.
Il timer suona un’ultima volta. L’ultimo prelievo poi tutti a fare colazione, ma, per favore, niente di dolce.
Ci salutiamo con un “arrivederci al corso preparto!”.

I risultati?
non ho il diabete (evviva!)
-non sono una debosciata (in fondo anche le altre non vedono l’ora di passare da “pancione” a “mamme”)
-nel caso in cui Maschio Senzanome nascesse seconda decade, avrebbe un’elevata compatibilità con Ariannina. Per ora tengo il numero di sua madre, un domani potrebbe venire utile. Chissà…i ballerini di solito sono alquanto graziosi!

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