Tra i piccoli disturbi che i neonati possono presentare durante i primissimi giorni di vita, uno dei più frequenti è l’ernia ombelicale, una protusione di una piccola porzione di intestino attraverso i muscoli addominali che dipende dall’incompleta chiusura dell’anello ombelicale. Questo tipo di problematica come detto è piuttosto frequente, soprattutto nei neonati prematuri o di basso peso, e nei bambini afro-americani, ma ha un decorso assolutamente benigno che non deve destare preoccupazione nei genitori.

Cause dell’ernia ombelicale del neonato

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L’ernia ombelicale si produce dopo la caduta del cordone ombelicale, e può essere causata da una cattiva o imperfetta cicatrizzazione della zona di fissaggio del cordone stesso, la cui parte che rimane aderente al bambino dopo la nascita tende a staccarsi generalmente fra il quinto e l’ottavo giorno, lasciando spazio al processo che porta alla formazione dell’ombelico vero e proprio nell’arco di circa due settimane.

Se la cicatrizzazione non avviene in maniera corretta o completa, è possibile che compaia una sporgenza più o meno evidente all’altezza dell’ombelico, appunto l’ernia ombelicale, che va distinta dal più grave disturbo congenito che prende il nome di ernia fetale, il quale necessariamente deve essere trattato chirurgicamente.

La consistenza dell’ernia è elastica e di dimensioni variabili – solitamente da 1 cm a 5 cm – e tende a ridursi con la semplice pressione di un dito, mentre diventa più evidente nelle situazioni che causano un aumento della pressione intra-addominale, come il pianto, i colpi di tosse, o in generale gli sforzi.

Sintomi dell’ernia ombelicale: come riconoscerla

Nella maggioranza dei casi l’ernia ombelicale è asintomatica e tende a risolversi spontaneamente entro i 12-18 mesi di vita, senza il bisogno di ricorrere a terapie mediche o all’uso di dispositivi di contenimento come cerotti, fasce elastiche, monete o bottoni.
L’ernia, lo abbiamo detto, si presenta come un rigonfiamento di dimensioni generalmente comprese fra uno e cinque centimetri, a seconda del grado di imperfezione della chiusura dell’anello e della conseguente quantità di materia intestinale fuoriuscita.

L’ernia ombelicale normalmente non è comunque associata a dolore, tuttavia è sempre meglio prestare attenzione ai segnali inviati dal neonato, notare che il bambino se ne lamenti, perché in quel caso occorre rivolgersi a un pediatra.
Nei neonati è però assolutamente raro assistere alle complicanze che possono invece insorgere nell’ernia degli adulti, come l'”incarcerazione” o la “strozzatura” dell’ernia stessa, per cui è richiesto un immediato ricorso alla chirurgia.

Rimedi contro l’ernia ombelicale del neonato: quando operare?

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Trattandosi di un problema di natura benigna destinato a risolversi spontaneamente, solo in presenza di situazioni particolari il pediatra opterà per la soluzione chirurgica, soprattutto se, superati i due anni di età, l’ernia non è ancora rientrata, oppure se la sua dimensione, invece che ridursi, tende ad aumentare con il passare del tempo. Naturalmente è opportuno intervenire anche se l’ernia risulta particolarmente dolorosa o disturba la quotidianità del bambino.
La procedura chirurgica preferibilmente si effettua superati i cinque anni di età, e consiste nella riduzione del contenuto erniario nella cavità addominale, e nella chiusura del difetto senza l’utilizzo di protesi. L’intervento viene eseguito in anestesia generale e in regime di Day Surgery, cosa che implica una dimissione in tempi piuttosto rapidi dopo l’operazione; i bambini possono tornare a scuola dopo 5-7 giorni, e riprendere l’attività sportiva a 2-3 settimane dall’intervento.

Il cerotto non è una buona soluzione

Un tempo si era propensi a cercare di contenere l’ernia con fasce elastiche o con il famoso cerotto ma, come spiegato sul sito Guida Genitori, questa non è in realtà una buona soluzione.

Sono sistemi inutili e perfino dannosi, soprattutto il cerotto che può attaccarsi alla pelle delicata del bambino e, una volta che viene rimosso, causargli fastidio e lesioni alla pelle.

Si legge sul sito.

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