Si chiama bPhone ed è il primo cellulare a misura di bambino: si tratta di un dispositivo, adatto ai bimbi dai tre anni in su, che può effettuare chiamate solo verso tre numeri pre-impostati e al 112.

E può anche localizzare il bambino nel caso in cui questo si perda.

bPhone è stato ideato partendo da quanto è successo all’amministratore delegato di Giomax Corporation, che un giorno ha perso il figlio di quattro anni tra le vetrine dei negozi.

Da lì si è iniziato a sviluppare questo telefonino, con l’intento di creare un prodotto che possa fornire un servizio semplice, diversamente da quanto fanno smartphone e tablet; infatti bPhone non ha né giochi né altre funzioni.

Ha solo quattro tasti, non ha bisogno di un abbonamento e funziona con una sim.

Se il bimbo si perde il genitore deve solo scrivere un SMS con il testo “Trova” e il dispositivo invierà la posizione del bambino, che può a sua volta farsi trovare premendo il tasto centrale del telefono e inviando così un messaggio al genitore.

bPhone vuole anche tutelare la salute dei bambini: per questo le radiazioni elettromagnetiche sono ridotte al minimo e l’antenna è collocata dietro l’altoparlante e non vicino alla testa.

Sembra un prodotto accattivante, viene tuttavia da chiedersi quanto sia effettivamente necessario e quali siano gli effetti, educativi e non, sul bambino (e sui suoi genitori).

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