16 nomi gender neutral per neonati e neonate che vi faranno innamorare
Il momento della scelta del nome per un bebè è sempre molto delicato; questi sono 16 suggerimenti di nomi unisex o gender neutral.
Il momento della scelta del nome per un bebè è sempre molto delicato; questi sono 16 suggerimenti di nomi unisex o gender neutral.
Quando si scopre di stare per diventare mamme o papà ovviamente si comincia quasi istantaneamente a fare progetti, a pensare, e una delle cose su cui spesso si dibatte di più il nome da dare al/la nascituro/a.
Preferire un nome della tradizione, oppure optare per un nome straniero? Scegliere il nome dei nonni o cambiare completamente genere? Le possibilità sono sicuramente tante, e la cosa più importante è sicuramente che entrambi i genitori siano d’accordo circa la scelta del nome da attribuire.
Negli anni si è fatta sempre più largo anche una categoria specifica di nomi, quelli unisex o gender neutral: parliamo, come la definizione facilmente suggerisce, di nomi che non presuppongono un genere definito, ma possono essere attribuiti indistintamente a maschi e femmine.
Questo perché ci sono alcuni Paesi, come il nostro ad esempio, che hanno leggi ben precise sull’attribuzione dei nomi ai nascituri: rispetto all’Italia, ad esempio, il D.P.R. n. 396 del 2000 prevede che il nome debba accordarsi al sesso del nascituro; questo era sostanzialmente il motivo per cui nomi come Andrea e Simone, generalmente utilizzati al maschile, se usati al femminile dovevano essere accompagnati anche da un altro nome, corrispondente al genere di appartenenza. In caso contrario, la norma imponeva la rettifica del nome.
In realtà, la giurisprudenza più recente ci ha insegnato che la legge può essere smentita: ad esempio nel novembre del 2012 la Corte di Cassazione ha accolto la protesta di una coppia di genitori di Pistoia contro la decisione del 3 agosto 2010 della corte d’appello di Firenze, che aveva disposto la rettifica del nome, rilevando che, dato il contesto multiculturale che si è venuto a creare in Italia, attribuire il nome, proprio Andrea in quel caso, a una bambina, seguendo una moda forestiera, non fosse ridicolo o vergognoso, né creasse ambiguità riguardo al genere della persona.
Per avere suggerimenti a riguardo, ecco un piccolo elenco di nomi unisex o gender neutral che potreste scegliere per i vostri figli, con etimologia e significati.
Alex è un ipocoristico, ovvero un diminutivo-vezzeggiativo, di Alessandro/Alessandra o di Alessio/Alessia, con cui condivide l’origine, greco-bizantina (da alexo: difendo, proteggo), e il significato, che è quello di “colui che protegge o salva”.
Secondo alcuni è il nome più diffuso al mondo; Andrea deriva dal greco Ἀνδρέας (Andréas), derivato da ἀνήρ (anḗr), genitivo ἀνδρός (andrós), che indica l’uomo con riferimento alla sua mascolinità, contrapposto alla donna con la sua femminilità; in latino, questo termine ha un corrispondente in vir, viri, mentre uomo nel significato di “genere umano” è homō, hominis in latino e ἄνθρωπος (ánthrōpos), ἀνθρώπου (anthrṓpou) in greco. Il nome viene spesso però ricondotto anche ad ἀνδρεία (andréia), un termine che indica comunque “forza”, “valore”, “coraggio”, “virilità”, “mascolinità”.
Gender neutral è anche Cameron, che deriva dal cognome scozzese omonimo, composto dagli elementi gaelici camm (“storto”, “sbilenco”) e sròn (“naso”), significando quindi “dal naso storto”.
Due Cameron celebri: Cameron Diaz e lo sfortunato Cameron Boyce, attore Disney morto appena ventenne.
Benché usato quasi esclusivamente al femminile in Italia, Celeste è un nome gender neutral, tanto che nella tradizione cristiana l’onomastico si festeggia il 14 ottobre in ricordo di san Celeste, vescovo di Metz. L’origine risale al tardo nome latino Caelestis, basato sul termine caelestis (“celeste”, “celestiale”, “paradisiaco”, da caelum, “cielo”).
Deriva dal tedesco karl, e in italiano è a lungo corrisposto a Carlo, ma nel tempo Charlie è diventato un nome gender neutral. Chiedere alla tiktoker Charli D’Amelio.
Il nome richiama quello della tribù nativa americana omonima, che deriva da un termine in lingua dakota che significa “amichevoli” o “alleati”.
Dylan è un nome di origine gallese, generalmente ricondotto a un vocabolo che significa “onda”, “oceano”, “mare”, ed è etimologicamente composto dagli elementi dy (“grande”) e llanw (“flusso”, “corrente”, “marea”).
È un nome presente nella mitologia gallese, nella figura di Dylan Ail Don, un dio o un eroe associato al mare, figlio di Arianrhod, che venne ucciso per errore da suo zio Gofannon.
A cambiare il genere del nome, se così si può dire, è l’accento, dato che Elìa è usato principalmente al maschile ed Élia al femminile.
Elìa deriva dal nome ebraico אֱלִיָּהוּ (‘Eliyyahu), composto dai termini El (“Dio”) e Yah (abbreviazione di “YHWH”), interpretabile come “YHWH è Dio” o “il mio Dio è Yahweh”. È anche il nome di uno dei maggiori profeti dell’Antico Testamento.
Il secondo è invece una ripresa del nome di Elio, dio greco del Sole, che deriva dal latino Helius e prima ancora dal greco Ἥλιος (Hélios).
Harper riprende l’omonimo cognome inglese, basato sull’inglese antico hearpere in uso dal tardo XII secolo, che indicava originariamente un suonatore d’arpa oppure un costruttore di arpe. Proprio perché gender neutral, la scrittrice Harper Lee si è finta a lungo uomo, senza rivelare la sua vera identità.
Logan riprende l’onomimo cognome, che può avere differenti origini: è infatti un cognome scozzese attestato sin dal 1300, che deriva da un toponimo scozzese, localizzato da alcuni nell’Ayrshire, e che hail significato di “piccola valle”. Ma il cognome si ritrova anche in Irlanda, attestato ad esempio in Galway nel 1890 nelle forme Lohan, Loughan, Lahan, Laghan e, la più antica, O Leoghain. Secondo alcuni il significato è però identico per entrambi, derivando dal termine irlandese ligán (o lagán) , diminutivo di log (o lag, “valle”).
Riprende il cognome inglese Mason, che ha il significato di “lavoratore della pietra”; etimologicamente si rifà al termine francese antico masson, maçon, di derivazione germanica, che ha la stessa radice da cui deriva il verbo inglese make, “fare”.
Nicola deriva dal greco antico Νικόλαος (Nikòlaos), poi latinizzato in Nicolaus, ed è composto da νίκη (nìke, “vittoria”) e λαός (laòs, “popolo, folla”); significa perciò “vittoria del popolo”, “popolo della vittoria”, “vincitore del popolo” oppure “vincitore fra il popolo/fra i popoli”.
Anche se in Italia è un nome considerato prettamente maschile, e le forme femminili sono soprattutto Nicole o Nicoletta, Nicola è un nome unisex. A portarlo, ad esempio, la fidanzata e futura sposa di Romeo Beckham, Nicola Peltz.
Nikita, in Russia usato quasi esclusivamente al maschile, altrove è invece ritenuto un nome femminile, in particolare una variante di Nicoletta. Etimologia e significato sono quindi le stesse di Nicola.
Originariamente Robin era un diminutivo francese antico del nome Roberto, composto dai termini germanici hrob (“fama”) e beraht (“brillante”). Diventato celebre grazie al personaggio di Robin Hood, in realtà il nome è unisex: basti pensare all’attrice Robin Wright, protagonista di House of Cards.
Sasha è un ipocoristico, ovvero un vezzeggiativo-diminutivo, dei nomi russi Aleksandr (Александр) e Aleksandra (Александра), il cui significato è “protettore di uomini”, “difensore di uomini”, oppure “che presta soccorso agli uomini”.
Derivante dal nome ebraico שִׁמְעוֹן (Shim’on), basato su שָׁמַע (shamá‘, “ascoltare”), Simone è portato da numerosi personaggi della Bibbia, e ha il significato di “che ascolta” o “Egli ha ascoltato”. In Italia è usato in maniera praticamente esclusiva al maschile, all’estero invece è un nome unisex. A portarlo, ad esempio, la politica francese Simone Weil.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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