Quando una donna è in dolce attesa, è inevitabile che i suoi pensieri, dopo aver fantasticato sul volto del suo piccolo e su quale nome dargli o darle, approdino al tanto temuto momento del parto. Far nascere un bambino è infatti qualcosa che spaventa tante donne, perché, per quanto la gioia di poter stringere finalmente proprio figlio tra le braccia ripaghi di ogni fatica, è doloroso. Infatti, per quanto si tratti di un dolore fisiologico che viene condiviso con il neonato e che vari da donna a donna e da gravidanza a gravidanza, è indubbio che il travaglio sia fonte di sofferenza.

Ma c’è un modo per rendere il parto indolore? In realtà, quello che si può fare è limitare il dolore, non farlo sparire del tutto. In ogni caso, le metodologie sono due:

Il parto indolore con l’epidurale

Parto indolore con l'epidurale
Fonte: web

Quando si parla di parto indolore, subito viene ad esso associata l’epidurale, un particolare tipo di anestesia che elimina la sensibilità al dolore, mantenendo però la donna cosciente, inserendo un catetere attraverso il quale sono somministrati degli analgesici. La puntura viene effettuata, sotto richiesta della donna e dopo aver fatto un’anestesia locale, nella zona lombare, attraverso un ago lungo e sottile, mentre lei è distesa su un fianco o seduta. Dopo la puntura, che fa effetto in una quindicina di minuti, la donna può alzarsi e camminare senza nessun problema. Tuttavia, per poter fare l’epidurale, bisogna aver avuto, nei mesi precedenti, un colloquio con l’anestesista, di modo da individuare eventuali fattori di rischio, come per esempio qualche patologia della coagulazione, che metterebbero in pericolo sia la mamma sia il neonato.

L’epidurale può essere effettuata in qualsiasi momento del travaglio, ma se si ha deciso di farla è bene comunicarlo subito all’ostetrica a cui si è state affidate, perché, se si sceglie di partorire in un ospedale, l’anestesista potrebbe dover intervenire prima su altre pazienti, che possono essere in una situazione critica, come quella di un cesareo d’urgenza.

Ma quali sono le complicazioni? La prima complicazione, sta nel fatto che non sempre l’epidurale è efficace al cento per cento, per cui il dolore viene comunque percepito: si stima che sul 2% delle donne che vi si sottopongono non abbia effetto. Si possono avvertire poi formicolii, brividi o anche vertigini e, in casi rarissimi, mal di testa e anche infezioni.

L’epidurale, stando alle statistiche, influenza il parto, nel senso che le donne che vi si sono sottoposte incorrono più facilmente nell’utilizzo della ventosa e nella manovra di Kristeller, cioè l’ostetrica o il medico preme sull’addome per aiutare il bimbo a uscire, durante la fase espulsiva rispetto alle altre che non vi si sono sottoposte.

Il parto naturale indolore: è possibile?

Parto indolore naturale
Fonte: web

Esistono alcune tecniche che, senza dover ricorrere all’epidurale, permettono di rendere più sopportabili i dolori del parto; ovviamente, non sono efficaci come l’analgesia, ma possono comunque essere un valido aiuto e permettere alla donna di vivere il travaglio con più serenità e meno affanno.

Innanzitutto, ci sono una serie di posizioni che si possono assumere durante il travaglio per sentire meno male, tenendo presente però che ogni futura mamma è diversa per cui non tutte traggono sollievo dalla stessa posizione. In ogni caso, di solito nelle prime fasi del travaglio, stare in piedi e camminare, appoggiate al muro o a qualcuno, dà più giovamento che stare ferme, come anche fare una doccia calda aiuta a percepire di meno le contrazioni. Per limitare i dolori alla schiena, ci si può mettere carponi, piegando in avanti la testa e appoggiandola sugli avambracci. Alcune donne traggono sollievo anche mettendosi in ginocchio, tenendo le gambe divaricate.

Esiste poi la tecnica del training autogeno, una tecnica di auto rilassamento che aiuta a sopportare il dolore, e anche quella dell’ipnosi, una tecnica innovativa che riduce la percezione del dolore al minimo e libera la mente dall’ansia, anche se la donna resta attiva e consapevole. Per ricorrere all’ipnosi, bisogna chiedere l’aiuto di un professionista, che deve essere presente in ospedale per assistere la donna, e soprattutto deciderlo molto prima del momento del parto: vanno infatti effettuate delle sedute di prova, dato che l’ipnosi non è efficace con tutte le pazienti.

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