La preadolescenza è un periodo di cambiamento per i nostri figli. Questi cambiamenti, che consistono anche nella sperimentazione di ciò che è lecito e cosa no, di ciò che fa male e cosa no, di tutti i confini che la società può imporci, arrivano sempre prima rispetto al passato. Per esempio, l’Unicef spiega che 1 adolescente su 5 tra i 13 e i 15 anni fuma sigarette e la metà di essi continuerà a farlo per tutta l’adolescenza e parte dell’età adulta.

Non si tratta però solo di un cambiamento di approccio: la preadolescenza arriva prima rispetto al passato perché sono cambiate molte condizioni in cui i ragazzi crescono. Come fa notare un articolo sul National Center for Biotechnology Information, l’età in cui uno matura è dovuta a una combinazione di influenze genetiche e ambientali. Le prime esperienze di vita, come i rischi e gli svantaggi sociali riducono l’età dell’avvento della pubertà.

In particolare – si legge nell’articolo – il tempo puberale accelerato e i primi tempi puberali sono stati associati a fattori di stress, tra cui abusi sessuali e abusi fisici infantili, obesità, prematurità, esposizione alla luce, assenza del padre ed esposizione a interferenti endocrini (come sostanze chimiche in plastica, pesticidi, prodotti per la cura dei capelli e molti prodotti a base di carne e latticini).

Cos’è la preadolescenza?

Preadolescenza
Fonte: Pexels

La preadolescenza è un periodo della vita che fa da cuscinetto tra l’infanzia e l’adolescenza vera e propria. L’Unicef la indica come il periodo che va dai 10 ai 14 anni e corrisponde all’incirca alla media dell’arrivo della pubertà. Si tratta, com’è immaginabile, di un periodo di grandi cambiamenti (non solo esteriori, come lo scatto di crescita), per cui qui esamineremo quali sono questi cambiamenti e quali sintomi e fasi si affrontano.

Recenti ricerche neuroscientifiche – scrive l’Unicef – indicano che in questi primi anni dell’adolescenza il cervello subisce una spettacolare esplosione di energia elettrica e sviluppo fisiologico. Il numero di cellule cerebrali può quasi raddoppiare nel corso di un anno, mentre le reti neurali sono radicalmente riorganizzate, con un conseguente impatto sulle capacità emotive, fisiche e mentali.

Preadolescenza maschile: sintomi e fasi

Su PsychologyToday vengono enumerate le fasi della preadolescenza. In realtà queste fasi sono comuni a ragazzi e ragazze, con una differenza: la preadolescenza e poi l’adolescenza per i maschi arrivano un po’ dopo.

Le fasi sono caratterizzate da sintomi comportamentali ben precisi che coincidono con dei momenti che vengono affrontati via via e sono:

  • la disorganizzazione: a volte questa fase viene confusa con un disturbo dell’attenzione, ma in realtà è dovuta al fatto che il ragazzo scopre che l’autogestione con cui organizzava le cose durante l’infanzia è insufficiente e ne è spiazzato;
  • il cattivo atteggiamento: i preadolescenti possono dover affrontare una fase di frustrazione perché iniziano a diventare critici verso se stessi, possono arrivare anche alla rabbia e a un desiderio di maggiore libertà;
  • la ribellione: avviene nei propri confronti, non c’è niente di personale contro i genitori anche se potrebbe sembrare così e ci sono due tipi di ribellione, quella attiva che si traduce in dibattito e disobbedienza e quella passiva per cui i giovani potrebbero apparire pigri e senza voglia di fare nulla;
  • la sperimentazione precoce: è la fase in cui i ragazzi cercano di capire quali regole abbiano dei limiti e quali no.

Per quanto riguarda i ragazzi, i sintomi fisici della preadolescenza corrispondono invece alla pubertà, quindi alla scoperta dei caratteri sessuali primari (come le polluzioni notturne) e secondari (come i peli sul pube, sul volto o in altre parti del corpo).

Preadolescenza femminile: sintomi e fasi

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Oltre alle fasi comportamentali comuni della preadolescenza maschile e femminile, anche le ragazze hanno la loro specificità. Il loro sviluppo fisico è più avanzato rispetto ai maschi e arriva 12-18 mesi prima, analogamente a quello del cervello (e infatti abbiamo la percezione che le ragazze siano sempre più mature dei loro coetanei maschi).

Il lobo frontale, la parte del cervello che governa il ragionamento e il processo decisionale, inizia a svilupparsi prima nelle femmine: per questo ci sembra che i ragazzi siano più immaturi e acritici. Le femmine inoltre devono affrontare dei rischi molto forti, come la depressione, la discriminazione di genere e sono più esposte a disturbi alimentari come anoressia e bulimia, a causa delle ansie sulla propria immagine alimentate dagli stereotipi di genere.

Per quanto riguarda lo sviluppo fisico, anche le femmine devono affrontare lo sviluppo dei caratteri sessuali primari e secondari, che hanno a che fare con gli effetti degli ormoni femminili nel loro organismo e vanno dalla crescita dei seni allo spuntare dei peli sul pube e in altre parti del corpo.

I problemi della preadolescenza

Essere preadolescenti significa essere nel mezzo. Non si è più bambini ma non si è neppure adulti. Sono di vari ordini le problematiche che possono sorgere. C’è in primis quella sessuale: la pubertà porta nei ragazzi nuove istanze, nuovi interrogativi di cui prima ignoravano perfino l’esistenza. I maschi potrebbero chiedersi: perché mi bagno al mattino? Le femmine: perché ho il ciclo mestruale? Per entrambi si potrebbero aprire nuove domande sulla propria sessualità, sulle persone per cui provano attrazione.

C’è poi la questione delle dipendenze. Tutto ciò che è proibito esercita un forte fascino su alcune persone e i ragazzi potrebbero non essere esenti da questo fascino. Non sono solo le prime sigarette o la prima birra, ma potrebbero essere i primi cocktail o superalcolici e le prime sostanze stupefacenti. I giovani sono in un periodo di sperimentazione in tutti i sensi, ma poco più giù vi diamo dei consigli anche in questo senso.

Infine bisogna affrontare la loro eventuale ribellione. Attenzione: la ribellione non è qualcosa di sbagliato. Ci si ribella a qualcosa che si trova ingiusto e non è detto sempre che i vostri figli siano dalla parte del torto. È chiaro che un genitore debba mettere dei paletti, delle regole, ma chiediamoci sempre se le nostre norme non siano troppo restrittive, chiediamoci se i nostri figli non siano più responsabili di quello che pensiamo.

È comprensibile avere paura di mandare i nostri figli nel mondo, ma è quello che accadrà prima o poi: la cosa che dobbiamo capire prima è che a loro servono degli strumenti. Ricordiamoci sempre che quando Hansel e Gretel vengono lasciati per la seconda volta nel bosco non riescono a tornare indietro, perché gli uccelli hanno mangiato le molliche di pane che i bambini hanno lasciato sul percorso.

4 consigli per affrontare la preadolescenza (da genitori)

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1. Ricordare che anche noi siamo passate attraverso certe fasi

In molti non vorrebbero ricordare il periodo della scuola media. Però quando diventiamo mamme e i nostri figli sono preadolescenti è necessario farlo. Solo così potremo capire i loro dubbi, gli eventuali malesseri o se si stanno infilando in qualcosa di molto pericoloso, come bullismo o dipendenze, soprattutto se a nostra volta abbiamo vissuto queste problematiche.

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Se non le abbiamo vissute, dobbiamo guardare tutto con mente aperta: attenzione, questo non significa diventare complici dei nostri figli, è necessario mantenere sempre le dovute distanze, altrimenti ci sarà impossibile aiutarli. Non serve urlare, dare punizioni (che tra l’altro potrebbero trovare il modo di aggirare): è sempre meglio premiarli quando si comportano bene, come si fa in psicologia con la token economy. I ragazzi hanno bisogno di comprendere e, a causa dell’età, non sempre potrebbero avere gli strumenti per farlo: sta a noi dar loro quanti più strumenti possibile.

2. Imparare ad ascoltare e farsi raccontare

Lo ammettiamo, questo è un consiglio un po’ subdolo. Come ci si fa raccontare le cose dai figli? Aprendosi a propria volta, raccontando aneddoti della propria infanzia o adolescenza, magari buffi, magari quelli in cui si è sbagliato, lo si è compreso e si è cercato di riparare. Ma non dobbiamo parlare sempre noi, dobbiamo anche e soprattutto ascoltarli, leggere tra le righe, osservare quello che non dicono, le espressioni facciali, il linguaggio del corpo, eventuali comportamenti fuori dall’ordinario.

3. Non demonizzare tutto

Ognuno vive la vita a modo suo anche in base al periodo storico in cui cresce. C’è chi oggi è fortemente conservatrice tra noi e magari si ritrova a parlar male di cose come le minigonne per le ragazze, affermando che le nostre madri (sic!) non hanno fatto nulla del genere (salvo pescare delle foto delle nostre madri negli anni ’60 con minigonne inguinali che noi non immaginavamo).

Idem con la musica: non mettete dei paletti ai vostri figli, ma se la musica passa un messaggio sbagliato, come per esempio la violenza, provate solo a proporgli altro (anche tra il politicamente scorretto, dai Rolling Stones a Marilyn Manson) o semplicemente a dare una chiave di lettura.

4. Comprendere e guidare

Questo consiglio riguarda soprattutto la sessualità. Dobbiamo essere in primis noi ad accettare di vivere in una società fluida, anche dal punto di vista sessuale. La preadolescenza può essere un periodo di grande confusione ma anche di affermazione del proprio orientamento. E quell’orientamento che avranno i nostri figli va compreso.

È altrettanto importante abbandonare i pudori e cercare di dare ai nostri figli un’infarinatura di educazione sessuale: non possiamo evitare che facciano sesso quando sono fuori casa (e quindi in nostra assenza), ma possiamo dar loro degli strumenti per capire come evitare gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili.

E anche un po’ di educazione sentimentale non guasta: dobbiamo aiutare i nostri figli a corazzarsi per una delusione “d’amore”: è difficile a tutte le età comprendere sesso e sentimenti, noi possiamo però offrire apertura, comprensione e buoni consigli per renderli più forti e magari evitare troppi intoppi relazionali.

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