"Vi svelo il mio segreto: ecco come riesco a farmi raccontare da mia figlia la sua giornata"

Quanto può essere difficile comunicare con i figli? Una mamma ha escogitato un modo molto efficace e spontaneo per convincere la figlia a renderla partecipe di ogni sua giornata. Se siete curiose di scoprire cosa faccia, iniziate subito a leggere il nostro articolo!

Quante volte, giorno dopo giorno, abbiamo rivolto questa domanda ai nostri figli: “Cos’hai fatto oggi a scuola?”. Solitamente, la risposta che ci viene rifilata è “Niente” oppure – a pari merito – ci tocca incassare un bel “Non mi ricordo”.

A volte ci facciamo cogliere dalla frustrazione e – prese dallo sconforto – iniziamo a credere che non esista alcun modo per invogliare i nostri piccoli a darci una risposta di senso compiuto, a dirci almeno qualcosa che ci possa rendere partecipi di quello che vivono. Ma forse qualcosa potrebbe cambiare con l’aiuto di mamma Sara e del suo metodo che per noi merita almeno un tentativo.

Sara Ackerman ha raccontato che quando la figlia ha iniziato ad andare a scuola, si sentiva disperata all’idea di non sapere come trascorresse il tempo con i compagni, che non condividesse nulla di ciò che viveva lontano da casa. La giovane mamma si atteneva ai consigli degli esperti che erano unanimi nel raccomandare ai genitori di lasciare che trascorresse un po’ di tempo, prima di porre ai bambini domande sulla scuola. Ma la bambina, neanche dopo ore di attesa paziente da parte di Sara, sentiva la voglia di condividere anche solo un aneddoto o un breve episodio.

Fonte: Web
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Alla mamma non è venuto in mente nemmeno per un attimo di rinunciare a consolidare la complicità con la figlia, ha pensato allora di cambiare metodo e di seguire chi le suggeriva di porre domande diverse dal solito “Com’è andata la tua giornata?”, cercando invece di chiedere informazioni in modo sempre più mirato, ma anche con questa soluzione i risultati hanno stentato ad arrivare.

Un giorno ha avuto un’illuminazione e ha rovesciato il presupposto dal quale è sempre partita e anziché chiedere alla bambina della sua giornata le ha posto questa domanda: “Ti va di ascoltare quello che ho fatto oggi?

A partire da quel giorno, il loro modo di comunicare è cambiato radicalmente. Sara, che è maestra elementare, lo ha raccontato così in un articolo condiviso dal Washington Post:

Io racconto a mia figlia delle riunioni, delle fotocopie che mi tocca fare, delle chiavi che perdo e che poi ritrovo. Le racconto dei giochi che fanno i miei alunni all’intervallo, di che cosa abbia insegnato quella mattina e persino di quanti bambini si fingano malati pur di prendersi una pausa dalla lezione e farsi un giretto in infermeria.

Fonte: Web
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A seguito dei racconti della mamma, spesso ricchi di dettagli e storielle, la bambina ha sentito istintivamente la voglia di raccontare di sé. La mamma ha potuto finalmente scoprire un microcosmo di piccole avventure e curiosità che non si stanca mai di ascoltare e la figlia- dal canto suo – le racconta dei compagni, dei libri che legge, del fatto che sia capace di togliersi gli stivali da pioggia e poi allacciarsi le scarpe da sola, e canta persino delle canzoncine per lei.

Sara prosegue nella condivisione della sua esperienza:

Sebbene essere insegnante possa indurre a credere che per me sia più semplice relazionarmi con una figlia che va a scuola, io sono convinta del fatto che mia figlia non sia mai stata invogliata a raccontarmi di quello che fa, perché – io per prima – non l’ho mai fatto con lei. Non importa quale sia il lavoro che svolgiamo, i nostri figli hanno voglia di scoprire cosa possa averci fatto ridere e che cosa invece innervosire, vogliono sapere chi abbiamo incontrato, quali errori abbiamo commesso oppure quali soddisfazioni ci abbiano fatti sentire bene.

Da quando Sara racconta le sue giornate, la figlia ricambia allo stesso modo, deliziandola con una serie incredibile di dettagli che la incantano e le fanno scoprire un piccolo mondo che poteva sempre e solo immaginare.

Noi siamo certe che valga la pena fare un tentativo con questo sistema non invadente. Anzi, siamo molto fiduciose nel fatto che anche i vostri figli inizieranno a chiedervi: “Mamma, ma non mi racconti la tua giornata?

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