Capita spesso che gli adulti, quando parlano tra loro, comunichino usando l’ironia; che si tratti di un rimprovero, di una lode o di un commento, le parole ironiche rendono un discorso più vivo e divertente… ma non per tutti.

Infatti, per i bambini l’ironia è qualcosa di sconosciuto, qualcosa che non riescono a comprendere e che può gettarli in confusione: un bambino prende sul serio quello che gli viene detto e certe parole possono anche risultare dolorose per lui.

Il motivo per cui i bimbi non capiscono l’ironia è che essa è un uso complesso della lingua, che chiede di analizzare tanti elementi oltre alla forma linguistica, una competenza che i bambini acquisiscono verso i sei anni, per quanto poi continuino ad avere problemi a gestirla sino agli undici anni.

Una frase detta con ironia, anche se percepita come innocente dai genitori, può essere invece strana, o anche spaventosa, per il bambino, che si domanda se la mamma e il papà gli stanno mentendo e magari perché non lo sgridano.

Ma quali sono le frasi da evitare che il bambino non può capire? Ecco una lista:

1. Ma che bravo che sei stato!

Fonte: web
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Complimentarsi ironicamente con il bambino quando ha fatto qualche pasticcio, con frasi del tipo “Ma che bravo che sei stato” o “Ma che bel lavoro” è qualcosa che crea disagio nel piccolo, che si aspetta di essere rimproverato per una cosa che sa essere sbagliata. Forse allora quell’azione non è così sbagliata?

Se il bambino ha fatto un pasticcio è bene dirgli che ha fatto un pasticcio, per evitare fraintendimenti.

2. Mamma e papà non ti vogliono bene per niente

Fonte: web
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A volte alcuni genitori, per scherzare, mentre abbracciano e coccolano il figlio, alla sua domanda se gli vogliono bene, rispondono di no, come per sottolineare che la sua domanda è ridicola, perché certo che lo amano! Ma il bimbo questa cosa non la capisce e sentirsi dire che la mamma e il papà non gli vogliono bene è traumatico.

3. Se il papà non la smette lo mandiamo via da casa

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Dire al piccolo che se il papà, o la mamma, non la smette, per esempio di fare dei dispettini, o di giocare col cibo o di scherzare, è un’affermazione che fa preoccupare il bambino, da un lato perché l’attività svolta dal genitore non è così grave da essere cacciati di casa, dall’altro perché prova paura all’idea che mamma o papà se ne vadano. E se poi non tornano?

4. Ma che bella giornata!

Fonte: web
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Esclamare “Ma che bella giornata!”, quando questa non è bella perché si è rotto qualcosa, perché piove o altro, e in generale dire che una cosa è bella quando non lo, può destabilizzare il bambino. Se la giornata è davvero così bella, perché la mamma è arrabbiata?

5. Che brutto che sei!

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Dire ironicamente al bambino che è brutto, o che non è intelligente o qualsiasi altra cosa che lo sminuisca, verrà percepito da lui come un dato di fatto, per cui si sentirà brutto o poco intelligente. Sono frasi che possono creare insicurezze poi difficili da debellare. Molto meglio dire al bambino che è bello.

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