Cosa fa una puericultrice? Tutto ciò che c'è da sapere su questa figura
Fra molte mamme è tornata di moda la figura della puericultrice. Chi è, cosa fa, e come si può intraprendere questa professione?

Fra molte mamme è tornata di moda la figura della puericultrice. Chi è, cosa fa, e come si può intraprendere questa professione?
Da un po’ di tempo sembra essere tornata di gran moda, fra le mamme, la figura della puericultrice. Ma cosa fa esattamente questa professionista che permette ai neo genitori di “tirare un sospiro di sollievo” e di non dover passare 24 ore su 24 a (pre)occuparsi del neonato? C’è un percorso di studi specifici per poter svolgere questo compito, o la passione è la sola cosa sufficiente?
Cerchiamo di fare chiarezza provando a capire, prima di tutto, cosa sia la puericultura: ovvero quella scienza, branca della pediatria, che si occupa di tutte le problematiche che girano attorno allo sviluppo psicofisico del bambino, sin dalla fase prenatale fino al termine della prima infanzia.
La differenza di una puericultrice rispetto a una pediatra è che, mentre la seconda ha a che fare con bambini malati, la prima si rivolge al bimbo sano, preoccupandosi di farlo nascere e crescere in maniera altrettanto sana. Alla base della puericultura vi sono nozioni di genetica, dietologia, fisiologia, psicologia medica, sociologia, e ogni puericultrice può specializzarsi in un ramo definito, sia esso prenatale, natale, postnatale, o della cosiddetta prima infanzia, che si conclude più o meno al terzo anno di vita.
Fatta questa premessa, vediamo dunque chi è la puericultrice.
La puericultrice è un’operatrice socio-sanitaria specializzata nell’assistenza all’infanzia. Il suo ruolo è estremamente importante e delicato, dato che a lei spetta il compito di aiutare il bambino nel corretto sviluppo psicofisico: si prende cura di lui dal punto di vista fisico, ma anche sociologico, ludico, motorio, e al contempo fornisce un prezioso supporto e sostegno ai genitori, spesso impreparati nella gestione del neonato, soprattutto nei primi mesi di vita.
Il suo ruolo principale è contribuire a formare un salutare equilibrio familiare, attraverso informazioni utili per far crescere il neonato senza stress eccessivi e consigli sull’interpretazione di alcuni suoi gesti e segni, ad esempio il pianto, come modo per stabilire il giusto ciclo tra sonno e veglia e per distinguerlo in base alle differenti fasi di sviluppo. La sua figura, in sostanza, rappresenta quindi un vero e proprio anello di congiunzione tra genitori e figli; proprio perché dotata delle competenze necessarie a seguire il neonato nel suo percorso di crescita, questa figura professionale è stata riconosciuta dal Ministero della Salute fin dal 1940.
Naturalmente, l’elemento indispensabile per poter svolgere la professione di puericultrice è la passione per i bambini, soprattutto considerando che dovranno stare a contatto con loro in alcuni dei momenti più critici della loro crescita, guidandoli fino alla prima infanzia. Non esiste una laurea specifica in puericultura, è sufficiente la licenza media, ma occorre necessariamente essere in possesso di un diploma riconosciuto ufficialmente dal Ministero della Salute.
Il corso per diventare puericultrice ha durata di un anno, ovvero 320 ore complessive, fornisce nozioni sia pratiche che teoriche e può esser seguito a partire dai sedici anni. Quali sono le discipline studiate? Fra tutte, ci sono ad esempio neonatologia, auxologia, assistenza infermieristica, alimentazione infantile. Dopo la teoria, è indispensabile svolgere anche un tirocinio pratico, generalmente presso gli ospedali, gli asili nido o altre strutture convenzionate. Superato l’esame finale, si otterrà la qualifica con cui si può lavorare nel settore socio-sanitario, con specializzazione all’infanzia. Il prezzo base dei corsi può variare dai 3.500 ai 4.500 euro, ma è possibile ottenere anche delle borse di studio.
Per quanto riguarda gli sbocchi professionali, una puericultrice non può insegnare in asili pubblici o privati, professione per cui è indispensabile una laurea in Scienze dell’Educazione. Può però lavorare nel campo educativo, affiancando gli insegnanti, oppure nei reparti ostetrici, pediatrici e nei servizi ambulatoriali. Può inoltre lavorare come libera professionista, assistendo le famiglie a domicilio, dopo aver aperto la propria Partita IVA. Infine, una puericultrice può anche aprire un proprio asilo famiglia, naturalmente dopo aver letto attentamente le disposizioni della legislazione regionale in merito.
Rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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