Non solo sviluppo di minuscole quantità di prolattina. Quando un uomo sta per diventare papà possono svilupparsi dei fenomeni che non sempre sono stati compresi appieno. Il più diffuso è appunto lo sviluppo della prolattina – l’ormone che nelle donne è responsabile dell’allattamento – che naturalmente non viene secreto nelle stesse quantità delle donne ma serve per «preparare il nido». Ma c’è un fenomeno che, per via dei suoi sintomi, è decisamente più evidente e prende il nome di sindrome di Couvade.

Cos’è la Sindrome di Couvade?

Couvade è un termine francese, che significa letteralmente «covata». Certo, gli uomini non covano e neppure le donne lo fanno, ma l’immagine è abbastanza evocativa per far comprendere cosa accada a questi uomini. I futuri padri possono infatti presentare sintomi simili a quelli di una gravidanza: nausea mattutina (o, come ben sappiamo, anche nelle altre ore del giorno), sensazione di gonfiore addominale, sbalzi d’umore.

Qualcuno arriva anche a ingrassare, proprio come le donne incinte, tanto che, come spiega Vanity Fair, qualcuno chiama la sindrome di Couvade «gravidanza simpatica».

Non sempre chi viene interessato da questo fenomeno viene compreso, tanto che alcuni uomini che lamentano i sintomi tipici della sindrome di Couvade possono essere anche scambiati – un po’ troppo alla leggera – per ipocondriaci. Secondo Arthur Brennan della Kingston University, il fenomeno si trova a metà strada tra il disturbo fisico e il disturbo mentale, ma non è né l’uno né l’altro. Le cause tuttavia sono state scandagliate nel tempo dalla psicanalisi.

Cause della Sindrome di Couvade

Secondo alcune scuole di pensiero più arcaiche, i sintomi della sindrome di Couvade hanno a che fare con l’impossibilità degli uomini di portare in grembo un bambino e quindi con una conseguente invidia di questa capacità biologica. La psicanalisi moderna sostiene invece che, al contrario, il fenomeno sia frutto di empatia – da qui il nome di «gravidanza simpatica», perché in effetti capita a quegli uomini che sono maggiormente coinvolti nella gravidanza, quelli che stanno già «preparando il nido»: in essi il testosterone diminuisce e invece cresce la produzione di estrogeni e, appunto, prolattina.

È associato – ha spiegato Robin Edelstein, psicologo dell’Università del Michigan che ha studiato il succitato calo di testosterone – all’aumento di peso e alla depressione. […] Ma potrebbe anche rendere gli uomini più coinvolti nella loro relazione, e più preparati a diventare genitori. […] Questo potrebbe avere a che fare con l’empatia, ma potrebbe anche essere dovuto all’ansia.

La sindrome di Couvade quindi potrebbe avere delle cause differenti in base al vissuto dell’uomo che la riscontra. La prospettiva di diventare genitore genera aspettative, emozioni e pensieri differenti da persona a persona. È così per le donne, che inizialmente potrebbero essere colte dalla paura di essere delle madri inadeguate, ed è così per gli uomini, almeno quelli che hanno un interesse nell’affetto che la paternità può comportare.

Quindi, che si tratti di empatia o di ansia, comunque il fenomeno è indicativo di un uomo che non vede l’ora di diventare padre, ma al tempo stesso ne avverte il peso, la responsabilità.

Provare quei sintomi – ha spiegato Mike, un 32enne che è stato colpito da questa sindrome quando la compagna era incinta – mi ha insegnato ad essere più comprensivo e a capire meglio cosa stava attraversando Amanda, non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Forse la sindrome aiuta gli uomini a sapere ciò che una donna passa quando spinge il suo corpo ai limiti.

Sindrome di Couvade: dati e incidenza

I dati della sindrome di Couvade si trovano in uno studio italiano firmato Baldoni e Ceccarelli del 2010. A essere colpiti sono una quantità di uomini compresi tra l’8 e il 10%, ma si tratta di una media. Osservando le percentuali di alcune nazioni, i numeri sono ben altri: si parla del 52% dei futuri padri negli Stati Uniti, del 59,1% in Giordania, del 61% in Thailandia.

Nel 2013, in Polonia, gli uomini colpiti da questa sindrome erano 72%. Negli anni ’70 nel Regno Unito, si parlò di una forbice compresa tra l’11 e il 50%: accade a causa di un pregiudizio, perché i sintomi della sindrome vengono confusi con altre patologie, come la depressione.

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