Manovra di Kristeller: cos'è e perché può essere pericolosa

La manovra di Kristeller, a causa della sua pericolosità, è vietata in Inghilterra, Spagna e altri Paesi nel mondo. Negli Stati Uniti è considerata un vero e proprio fattore di rischio. In Italia non è vietata dalla legge, tuttavia il Senato ne ha sconsigliato la pratica durante la fase del travaglio.

La manovra di Kristeller consiste in una spinta al livello del fondo dell’utero diretta a favorire la fuoriuscita del bambino. Tale pratica è da tempo sotto accusa, in quanto comporta non pochi rischi per la salute della mamma e del piccolo.

Cos’è la manovra di Kristeller?

manovra di kristeller
Fonte: web

La manovra di Kristeller è una manovra ostetrica (conosciuta anche come Spremitura alla Kristeller) che prende il nome dal ginecologo tedesco Samuel Kristeller, che fu il primo a definirla e a descriverla nel 1867. Essa viene eseguita durante il parto “operativo”, nel momento in cui avviene la contrazione.

Quando il parto è già in uno stadio avanzato, questa manovra, consistente in una spinta realizzata al livello del fondo dell’utero, ha lo scopo di favorire e facilitare la fuoriuscita della testa del piccolo.

Quando si usa la manovra di Kristeller?

Come anticipato, la manovra di Kristeller si utilizza quando il parto è in una fase avanzata. Chi la mette in pratica? Il medico oppure l’ostetrica che si pongono sul fianco della donna. Quest’ultima si trova sul lettino in posizione supina e con le gambe aperte e poggiate sui gambali.

La spinta viene praticata con l’avambraccio sulla parte più alta dell’utero: in tal modo si va a spingere il bambino nella “direzione di uscita”.

Manovra di Kristeller: rischi e danni

manovra di kristeller
Fonte: web

La manovra di Kristeller è stata a lungo al centro di controversie, polemiche e discussioni (e lo è ancora oggi) per via dei rischi che può comportare per la salute della mamma e del bambino. Tant’è che l’Organizzazione Mondiale della Sanità non la consiglia proprio a causa della sua pericolosità.

Le donne che l’hanno “provata” personalmente l’hanno definita come una violenza, sia per il dolore che deriva dalla pressione, sia perché viene realizzata in modo improvviso, senza spiegazioni, e spesso risulta “imposta”.

La manovra in questione, durante il travaglio, può generare lesioni vaginali e all’utero, nonché la rottura delle costole e il distacco della placenta, rivelandosi rischiosa non solo per la madre, ma anche per la salute del piccolo.

La mamma che subisce la manovra di Kristeller può andare incontro, subito dopo, a prolassi e dolori vari. Pertanto, sia la donna che il suo bambino vivono il parto come un trauma.

Dalle pagine di Sanità Informazione, il professor Pierfrancesco Belli, docente di Gestione del Rischio Clinico ostetrico al Corso di Laurea in Ostetricia e alla Scuola di Specializzazione in Ginecologia ed Ostetricia all’Università di Padova, fa riferimento alle stesse parole del “creatore” della manovra, ossia Kristeller, che nella sua pubblicazione metteva in guardia e incitava a fare attenzione perché “gli operatori nel tempo sbaglieranno e ognuno la farà come gli pare”. Infatti, come sottolineato da Belli, nel corso degli anni si è assistito proprio a questo, ovvero non sono mancati atteggiamenti e comportamenti assai “liberi”, che hanno dato spazio a spinte di ogni tipo sulla donna, nonché calci e pugni.

Manovra di Kristeller: dove è vietata

Negli Stati Uniti la manovra di Kristeller è definita “fundal pressure”, ossia un vero e proprio fattore di rischio che genera risarcimenti anche da 80-90 milioni di dollari, come evidenziato dal professor Belli.

In diversi paesi, tra cui Spagna e Inghilterra, è considerata illegale. E in Italia? Nel nostro Paese la manovra di Kristeller non è vietata dalla legge. Tuttavia, il Senato si è espresso a tal proposito, consigliando agli operatori di non utilizzarla durante il travaglio.

E a livello giuridico? A parlare è una sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha decretato che il feto, benché ancora nell’utero, deve essere considerato un «uomo» durante il travaglio della gestante.

La sentenza ha sancito la condanna di un’ostetrica considerata responsabile per negligenza di “omicidio colposo” e non di “aborto colposo”, perché non aveva adeguatamente monitorato il battito cardiaco di un feto mentre la madre era in travaglio e a quest’ultima era stata somministrata l’ossitocina per aumentare le contrazioni.

Tale decisione contribuisce ad alimentare il dibattito in riferimento alla fase del travaglio e a quello che viene realizzato in quell’arco di tempo, come ad esempio la manovra di Kristeller.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!