Il distacco della placenta è una grave complicazione della gravidanza che, come facilmente è intuibile dalla terminologia stessa, riguarda proprio il distacco dell’organo che permette il passaggio di sostanze nutritive e ossigeno dalla mamma al feto dall’utero, prima della nascita del bambino; ciò avviene a causa di un coagulo che si forma tra quest’ultimo e la placenta, provocandone proprio la perdita di aderenza.

È naturale che nel momento del parto la placenta debba staccarsi, anzi, questo passaggio è fondamentale durante il travaglio e la nascita, ma se il distacco si verifica prima di questo momento la situazione è grave, poiché al bambino non arriva più il rifornimento di ossigeno. Occorre tuttavia fare attenzione e distinguere tra due momenti specifici della gravidanza in cui il distacco di placenta può verificarsi: non vi è infatti possibilità di recupero nel caso in cui il distacco avvenga dopo la ventesima settimana di gestazione, mentre se il distacco si verifica nei primi due mesi si parla di distacco trofoblastico, che, pur manifestandosi con perdite e sanguinamenti, spesso rimane senza conseguenze.

In quest’ultimo caso, se è presente l’attività cardiaca dell’embrione alla donna vengono prescritte cure ormonali, si raccomandano il riposo e l’astinenza sessuale, la sospensione dal lavoro e  le vengono prescritti antispasmodici. Nel caso in cui invece, purtroppo, non venga rilevata alcuna attività cardiaca, siamo in presenza di un aborto spontaneo.

I distacchi di placenta si verificano nell’1% delle gravidanze, mentre per fortuna le forme più gravi, che possono condurre anche alla morte del feto, si presentano molto più raramente, interessando un parto mediamente ogni 800-1600.

Qual è la sintomatologia più comune per accorgersi di avere un distacco di placenta?

Cause e sintomi del distacco della placenta

distacco della placenta cause
Fonte: web

I sintomi principali del distacco della placenta sono:

  • Perdite di sangue
  • Dolori addominali
  • Mal di schiena
  • Contrazioni uterine con indurimento dell’utero

Tuttavia, in alcuni casi il distacco può essere asintomatico, ad esempio se riguarda la parte centrale della placenta, eventualità in cui il sangue, anziché confluire all’esterno,  si infiltra nell’utero. Spesso anche avvertire minori movimenti fetali rispetto al solito può rappresentare un campanello d’allarme.

È sempre preferibile rivolgersi al proprio ginecologo in caso di sanguinamenti improvvisi, contrazioni forti che non accennano a diminuire, dolori addominali, ma anche in seguito a una caduta o a un incidente, che potrebbero altrettanto provocare il distacco della placenta. Per queste ragioni – casomai ce ne fosse ancora bisogno – ricordiamo quanto sia fondamentale allacciare sempre la cintura di sicurezza in auto.

Certamente esistono alcuni fattori di rischio, come la preeclampsia, tuttavia ci sono altre cause scatenanti che possono condurre a un distacco della placenta: fra queste rientrano il fumo, il diabete gestazionale, un parto gemellare oppure una precedente gravidanza con distacco della placenta.

Gli strumenti diagnostici utilizzati per verificare il distacco sono principalmente l’analisi clinica e l’ecografia, generalmente utile se il distacco è piuttosto massiccio. Nel caso opposto, invece, è soprattutto l’analisi clinica a poterlo eventualmente individuare.

Conseguenze del distacco della placenta

distacco della placenta conseguenze
Fonte: web

Vediamo ora cosa può comportare, nel feto e nella mamma, un distacco della placenta: naturalmente, se il distacco è minimo, non ci sono conseguenze per il bambino, ma se la porzione distaccata è piuttosto importante, ciò potrebbe significare che al feto non arrivano più sostanze nutritive e ossigeno a sufficienza; questo può comportare restrizioni, spesso anche molto importanti, della crescita e, purtroppo, anche alla morte in utero, soprattutto se il distacco è massiccio e improvviso. Dato che in queste circostanze l’unica possibilità di intervento è il parto, il distacco di placenta può comportare parto prematuro.

Anche la mamma comunque deve stare molto attenta al verificarsi di un distacco di placenta, in particolare se le perdite di sangue sono considerevoli, eventualità, quest’ultima, che potrebbe richiedere la necessità di una trasfusione di sangue. Più raramente potrebbe verificarsi un’insufficienza renale o di altri organi; in alcuni casi, poi, il sanguinamento non si arresta neppure dopo il parto, rendendo necessaria l’isterectomia, ovvero l’asportazione dell’utero.

Un recente studio, pubblicato nel 2014, condotto da un gruppo di ricercatori israeliani, ha inoltre rivelato possibili conseguenze anche a lungo termine per le donne con una storia di distacco di placenta, affermando che queste sviluppano un rischio leggermente più alto del normale di morire per malattie cardiovascolari – ad esempio per infarto – nei dieci anni successivi l’evento. Questi dati, tuttavia, devono ancora trovare una dimostrazione scientifica evidente, trattandosi di un campo di ricerca del tutto nuovo.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!