L’ovulazione è una fase fondamentale del ciclo mestruale, eppure a volte – spesso senza che la donna se ne accorga – non si presenta. In questi casi si parla di ciclo anovulatorio (o anovulazione) un fenomeno generalmente fisiologico ma difficile da riconoscere, che può essere tra le cause dell’infertilità femminile.

Cos’è il ciclo anovulatorio?

Si chiama ciclo anovulatorio quello in cui, tra una mestruazione e quella successiva, non si verifica l’ovulazione. In questi casi, gli estrogeni non riescono a raggiungere i livelli che permettono l’innescarsi del meccanismo ovulatorio.

Questo non esclude la presenza della mestruazione o di eventuali perdite di muco cervicale tra una mestruazione e l’altra, che non hanno però l’andamento crescente tipico della fase ovulatoria.

Ciclo anovulatorio: le possibili cause

Sono diverse le ragioni per cui il ciclo può non presentare ovulazione: alcune sono legate a fasi particolari della vita, come adolescenza, gravidanza, allattamento o menopausa, ma in generale bisogna tenere presente che avere due o tre cicli anovulatori durante l’anno è perfettamente normale.

Il fatto di avere sempre avuto cicli mestruali precisi, infatti, non significa obbligatoriamente che tutti i mesi siano uguali, dato che ogni mestruazione è a sé, e la determinante per stabilirne la lunghezza è proprio l’ovulazione, perché da quel momento ha inizio la fase luteale, che è sempre la stessa e comunque non supera mai i 16-17 giorni.

Tra i motivi che possono causare un ciclo anovulaorio ci sono:

  • l’adolescenza; il menarca si ha tra i 12 e i 14 anni, ma non significa necessariamente che la ragazza ovulerà in ogni ciclo successivo, perché le mestruazioni delle adolescenti possono essere molto irregolari date le fluttuazioni ormonali;
  • gravidanza e allattamento: durante la gestazione è normale non ovulare e non avere cicli mestruali, ma, anche una volta che si allatta, le mestruazioni potrebbero non arrivare ancora per qualche mese, fino al capoparto, il primo ciclo dopo aver partorito. Attenzione: la mancanza della mestruazione, però, non è necessariamente indice di mancanza di ovulazione e, quindi, dell’impossibilità di rimanere incinta. In molti casi si è fertili anche prima del capoparto ed è quindi necessario proteggersi in caso non si voglia una nuova gravidanza;
  • la menopausa, o la premenopausa, possono causare cicli anovulatori in seguito ai cambiamenti ormonali
  • l’influenza; anche delle semplici indisposizioni come le influenze possono interferire con l’ovulazione, a seconda del periodo del ciclo in cui ci si ammala: se l’influenza arriva prima dell’ovulazione la può ritardare o bloccare, se invece la segue raramente interferisce con il ciclo, dato che la fase luteale rimane sempre e comunque compresa tra gli 11 e i 16 giorni.
  • disturbi alimentari, forti aumenti o perdite di peso: le donne eccessivamente magre o anoressiche soffrono spesso di amenorrea secondaria, non ovulano e non hanno più le mestruazioni, perché il loro corpo non produce estrogeni sufficienti per passare il livello soglia e attivare l’ovulazione. Allo stesso modo, le donne sovrappeso potrebbero non avere l’ovulazione, dato che l’obesità può determinare un eccesso di estrogeni, interrompendo il meccanismo che regola il ciclo ovulatorio.

A influenzare la regolarità del ciclo mestruale possono essere anche i viaggi, ma questo è senza dubbio un fattore più soggettivo, al pari dell’esercizio fisico, che può influire in modo diversi sull’organismo femminile e tendenzialmente interessa principalmente le atlete agoniste che hanno pochissima massa grassa, e l’alcool, che può essere responsabile della minore produzione degli ormoni femminili determinando un’insufficienza ovarica.

Infine, lo stress – sia quello fisico che quello mentale – può far ritardare o saltare l’ovulazione, o addirittura bloccare il ciclo mestruale per mesi. Anche problemi di salute, come iperprolattinemia, sindrome dell’ovaio policistico, disturbi a carico della tiroide, insufficienza ovarica precoce o tumore all’ovaio, possono essere alla base del problema.

Dopo un’accurata anamnesi e indagini specifiche, lo specialista potrà individuare la causa del ciclo anovulatorio e, nei casi in cui non si tratti di un fenomeno fisiologico e temporaneo, indicare la strategia di trattamento più adeguata.

I sintomi del ciclo anovulatorio

Molto spesso la donna neppure si accorge di non aver ovulato, magari perché non è abituata a riconoscere ogni mese i sintomi dell’ovulazione in corso (tensione mammaria, variazioni del muco cervicale…) o perché i segnali sono impercettibili. In molti casi anche la mestruazione si presenta (più o meno regolarmente), rendendo ancor più difficile individuare un ciclo anovulatorio.

Allora, come si può riconoscere un ciclo anovulatorio?

Come riconoscere un ciclo anovulatorio

Poiché non è possibile fare affidamento sui sintomi, uno dei modi per capire se si è ovulato o meno è rilevare la propria temperatura basale – che normalmente aumenta a partire dal 14 giorni del ciclo – e monitorare il proprio ciclo mestruale. Se il grafico è bifasico significa che l’ovulazione è avvenuta, in caso contrario si può parlare di ciclo anovulatorio.

In alternativa, è possibile ricorrere a stick o device per il controllo dell’ovulazione o, per avere un quadro più affidabile e completo, effettuare il monitoraggio dell’ovulazione dal ginecologo, che attraverso dosaggi ormonali ed ecografie potrà rilevare l’avventura ovulazione o, in alternativa, la sua assenza.

Le conseguenze del ciclo anovulatorio

In molti casi, in presenza di un ciclo anovulatorio si ha una mestruazione molto abbondante per flusso e durata (menorragia). La mancata ovulazione, infatti, impedisce la corretta produzione di progesterone, l’ormone deputato a stabilizzare l’endometrio, che tende quindi a sfaldarsi in modo irregolare con un conseguente aumento del flusso ematico.

La conseguenza principale del ciclo anovulatorio, pero, è l’infertilità femminile: non solo, ovviamente, in assenza dell’ovulo, la fecondazione è impossibile, ma l’ovulazione è fondamentale anche per una serie di processi che regolano la procreazione, come:

  • qualità del muco cervicale;
  • ispessimento dell’endometrio, che può essere eccessivo o difettivo;
  • bassi livelli di progesterone;
  • fase luteale breve.

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